lunedì 13 febbraio 2017

13 FEBBRAIO 2017

E siamo ancora qua.... Ehhh già....

                                                         PORTORICO PARTE XIV

                                                                       Economia

Agli inizi del XX secolo l'economia di Porto Rico si basava essenzialmente sull'agricoltura, e in particolar modo era incentrata sulla canna da zucchero, che ne costituiva il raccolto principale. Verso la fine degli anni quaranta una serie di progetti, facenti parte dell'operazione Bootstrap, favorirono la nascita di numerose fabbriche, permettendo all'industria manifatturiera di prevalere sull'agricoltura. Infatti, dopo la grande depressione del 1929 le condizioni economiche di Porto Rico migliorarono nettamente, grazie agli investimenti stranieri nell'industria petrolchimica, farmaceutica e nella ricerca tecnologica. Tali industrie furono inizialmente avvantaggiate dal fatto che beneficiavano di un trattamento particolare da parte delle imposte statunitensi; successivamente si vennero a trovare a competere con le altre industrie di quei paesi economicamente arretrati nei quali non c'era la tassazione sui salari. Come conseguenza alcuni imprenditori stranieri rilevarono alcune industrie di Porto Rico per spostarle in altri paesi del centro e sud America o in Asia. Attualmente Porto Rico è soggetto a tutte le leggi e restrizioni commerciali degli Stati Uniti. Nel 2004 il prodotto interno lordo pro-capite dei portoricani è stato di 17.700 dollari, cifra che mette in risalto un notevole aumento considerando i 14.412 dollari del 2002, stimati dal censimento sulla popolazione ad opera del Puerto Rican Legal Defense and Education Fund. Dallo stesso censimento è emerso che il tasso di povertà si aggirava intorno al 48,2%. In termini di paragone, il Mississippi, lo Stato più povero della federazione americana, nel triennio 2002-2004 ha avuto un prodotto interno lordo medio pro-capite di 21.587 dollari. È dal 1952 che questo divario rimane tendenzialmente invariato; Il 1º maggio 2006 il governo portoricano ha dovuto far fronte a un significante deficit monetario, che lo ha costretto a chiudere il Dipartimento dell'educazione e altri 42 enti governativi, nonché tutti i 1.536 istituti scolastici pubblici, per un totale di 95.762 addetti statali mandati a casa in licenza, in quello che è stato il primo crollo parziale del governo nella storia dell'isola. Il 10 maggio 2006 la crisi finanziaria è stata risolta con l'introduzione di una tassa pari all'1% sull'acquisto di qualsiasi bene. Il 15 novembre, per stabilizzare il bilancio, il governo ha dovuto aumentare questa tassa al 5,5% lasciando la possibilità ai singoli comuni di incrementarla ulteriormente dell'1,5% come tassa municipale, fino ad un massimo, quindi, del 7%.
Il 1º agosto 2015 il governo portoricano ha dichiarato lo stato di insolvenza.


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