PERU' Parte 23
Popolazione Parte Q
Etnie
Aymara Parte 2
Rapporto con la cristianità
Immediatamente
dopo la colonizzazione, le autorità religiose e politiche spagnole
costrinsero alla conversione gli aymara e distrussero icone, templi e chullpa.
Una parte non minoritaria della Chiesa cattolica dissentì da questo comportamento a tal punto che gesuiti e francescani
evangelizzarono gli aymara senza costringerli a ripudiare la loro
religione tradizionale e "cristianizzando", talvolta, le divinità
tradizionali. Ad esempio Thumpa venne trasformato in Apu Qullana Awki (Creatore del mondo) e venerato come Dio, per il Cristianesimo, e Pachamama venne venerata come Vergine Maria.
Dalla nascita delle repubbliche andine fino a metà del XX secolo il sincretismo religioso veniva praticato clandestinamente. Oggi è frequente che durante feste cattoliche vengano offerte ch'alla alla Pachamama. Le Chiese protestanti
non vedono, invece, di buon occhio il sincretismo religioso e, per
questo, hanno proibito ai credenti di rivolgersi alla medicina
tradizionale.
Un aspetto interessante di questa mescolanza tra la religiosità tradizionale e quella cristiana sta nel fatto che al Natale non viene data molta importanza dai contadini aymara, i quali vivono molto più intensamente il Carnevale, epoca di fioritura. Nelle città il discorso cambia in quanto le tradizioni agricole sono meno sentite.
Cultura
Secondo
le credenze di questo popolo l'individuo è legato da una stretta
relazione con il contesto sociale che lo circonda, ciò ammette che ogni
tipo di malattia che colpisce anche un solo membro della comunità
inevitabilmente coinvolge l'intero villaggio: conflitti interiori o
familiari, mancate preghiere agli spiriti della natura, compromettono il
benessere dell'intera popolazione. Questo porta a capire i significati
dei simbolismi e dell'accettazione di forme simboliche di cura
(possessione, sciamanesimo, danza…) degli aymara che, trovano un ponte
di collegamento tra mondo umano e mondo degli spiriti, quest'ultimo
reale quanto quello degli uomini; per cui qualunque spirito delle acque,
delle colline, delle cime innevate se non opportunamente venerato
potrebbe scagliare la sua ira verso gli abitanti che, inevitabilmente,
andrebbero incontro a sicure malattie. L'unico modo per prevenirle e
ripristinare la salute è soltanto attraverso mistici rituali come danze,
preghiere, esorcismi e infusi magici, che portano al contatto
spirituale uomo, natura e divinità. Nella visione magico-religiosa
aymara l'uomo è concepito come l'insieme di tre forze vitali alma, animo
e corpo materiale dove i due elementi vitali si incarnano. L'alma o
athunajayo permette il movimento e il pensiero; l'animo juchchui ajayo, è
il fluido che dà consistenza al corpo e fuoriuscendovi, pur non
causando la morte genera malesseri vari, dall'innalzamento della
temperatura, alla nevralgia, ad un disagio corporeo diffuso. Quando si
parla di perdita d'anima tra gli aymara, si può quindi intendere la
sottrazione del juchchui ajayo, che permette alla vittima di rimanere in
vita, anche se colpiti da malattie più o meno gravi.
Musica e danza
La danza e la musica
hanno sempre avuto notevole rilevanza tra i popoli andini, così come
tra gli Aymara. La musica andina che conosciamo oggi è comunque
differente dall'antica musica del periodo pre-colombiano. Non erano
infatti presenti gli strumenti a corda, come il charango, ora molto diffusi. Quest'ultimo è uno strumento della famiglia dei liuti costruito originariamente con la corazza di armadillo. Sembra sia stato realizzato per la prima volta a Potosí nel XVII secolo ispirandosi alla vihuela, molto diffusa tra la nobiltà spagnola.
Nel XVI secolo, il missionario gesuita Ludovico Bertonio, nel suo vocabolario della Lingua aymara riportava ben 13 vocaboli distinti relativi al verbo ballare.
Le numerose danze tradizionali aymara vengono divise in:
Danze native. Si riferiscono all'epoca pre-colombiana e sono praticate solamente dalla popolazione rurale. Alcune di esse sono: Sikuris, Pinkillus, Chaqallus, Lawa K'umus, Chuqilas, K'usillos.
Danze meticce. Sono quelle di origine successiva alla conquista spagnola e contengono elementi sia aymara che europei. Alcune di esse come la diablada, la tuntuna (o tundiqui) e la morenada (originarie di Oruro ed ora diffuse anche nella zona del Lago Titicaca) hanno elementi nei fasti e nei vestiti che ricordano la corrida.
Danze meticce. Sono quelle di origine successiva alla conquista spagnola e contengono elementi sia aymara che europei. Alcune di esse come la diablada, la tuntuna (o tundiqui) e la morenada (originarie di Oruro ed ora diffuse anche nella zona del Lago Titicaca) hanno elementi nei fasti e nei vestiti che ricordano la corrida.
Patata
La patata è probabilmente uno degli apporti maggiori all'umanità della cultura aymara. Quando gli Spagnoli conquistarono l'Impero Inca, trovarono la coltivazione della patata diffusa ovunque con oltre 200 varietà.
Gli antichi Aymara inventarono il procedimento di disidratazione della patata ai fini di conservazione e stoccaggio. Questa patata disidratata (nota con il nome di ch'uñu o chuño)
viene tuttora prodotta e consumata. Il procedimento si basa sulle
condizioni climatiche della zona del Lago Titicaca. Ad altezze vicine ai
4000 m sul livello del mare i raggi solari sono particolarmente forti e
ricchi di radiazioni ad alta energia, e le notti molto fredde. Le
patate sono esposte alla luce solare ed al freddo notturno per due
settimane così da essere completamente disidratate; il ch'uñu ottenuto si conserva per anni.
Daniele Silvestri - A Me ricordi il Mare
Nessun commento:
Posta un commento