martedì 11 dicembre 2018

Israele e Anp, dov'è la pace?

Conflitto israelo-palestinese. 

Questo conflitto è legato indirettamente alla decolonizzazione.
La Palestina era un territorio ottomano che divenne protettorato britannico, il quale avrebbe dovuto favorire l’autonomia del territorio; era un territorio a metà tra una colonia e un territorio indipendente.
Sino allo scoppia della seconda guerra mondiale vi fu un movimento migratorio contenuto di ebrei verso questa terra, sostenuto dalla teoria sionista della fine dell’ottocento.
Teoria sionista: voleva uno stato indipendente per gli ebrei, ed individuava nella Palestina il luogo dove sarebbe dovuto sorgere, senza contare la popolazione che era già insediata lì. Balfour politico inglese si dichiarò favorevole all'istituzione di uno stato ebraico in Palestina.
L’Occidente si sente corresponsabile di questo conflitto proprio per il consenso dato.
Durante la seconda guerra mondiale il flusso migratorio divenne più intenso.
Alla fine della guerra alcuni ebrei non vollero tornare indietro, e rimansero in quella terra.
La Gran Bretagna assistette a violenze tra ebrei estremisti e palestinesi, e subì attacchi terroristici,che la indussero a chiedere aiuto all’ONU, per risolvere la situazione, e si disimpegnò.

Cronologicamente

1947: l’ONU propone la spartizione del territorio in due aree:
- uno stato israeliano: a cui sarebbe spettato il 55% del territorio, con una popolazione di circa 600.000 abitanti,
- uno stato palestinese : a cui sarebbe spettato il 45% del territorio, con una popolazione di circa un milione di abitanti; questo stato non avrebbe goduto di continuità territoriale (Gaza e Cisgiordania ).

Lo stato palestinese è contrario alla spartizione dell’ONU per:
- la poca terra che gli è stata assegnata rispetto ai propri abitanti,
- l’esistenza dello stato di Israele.
1948: Ben Gurion proclama unilateralmente ( cioè senza un accordo con la controparte) lo stato di Israele,e fu riconosciuto dalle più gradi potenze del mondo; si scatena la guerra contro gli arabi.

La nascita dello stato di Israele provoca due tipi di conflitti:

- guerra contro gli arabi : cominciata nel 1948 per la proclamazione dello stato ebraico. La guerra riguarda i confini, e viene persa dai palestinesi. Gli israeliani delineano i loro confini includendo terre non previste dall’ONU, ed occupa Gerusalemme, che per l’organizzazione internazionale sarebbe dovuta essere divisa in due parti.
- tensioni con gli arabi in terra di Israele: a seguito della guerra i palestinesi si ritrovarono improvvisamente in terra di Israele, e per questo cominciarono a insediarsi lungo il confine, e subiscono episodi di violenza da parte degli stessi arabi (perché sono diventati profughi, e per questo sono andati anche in altre terre).
Si ebbero altre guerre israelo palestinesi nel:
- 1956: quando Israele affianca francesi e inglesi per il controllo del canale di Suez,
- 1967: una guerra durata sei giorni, a seguito della quale Israele occupa molti territori: Cisgiordania, Gaza, Golan e il Sinai. Compreso del Sinai, lo stato ebraico raggiunse la sua massima espansione. Mentre Golan e Sinai vennero restituiti, la Cisgiordania e Gaza no, e sono considerate dall’ONU terre occupate. Quando venne restituito il Sinai all’Egitto venne stipulato un patto, con il quale gli egiziani riconoscono la legittimità dello stato di Israele (i primi in Africa). Il politico egiziano che firmò il patto fu ucciso da un arabo, il quale considerava vergognoso l’accordo.

In puntata molto di più....

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