lunedì 14 gennaio 2019

14 GENNAIO 2019

BRASILE PARTE 196

POPOLAZIONE PARTE RM


Popoli indigeni del Brasile P6


Protezione del governo

Nel XX secolo, il governo brasiliano adottò una politica più umanitaria, ed offrì protezione ufficiale alle popolazioni indigene, includendo lo stabilimento delle prime riserve indigene. La fortuna girò dalla parte degli indigeni quanto Cândido Rondon, un uomo di origini miste portoghesi e Bororo, esploratore ed ufficiale nell'esercito brasiliano, cominciò a lavorare per ottenere la fiducia degli indigeni e stabilire la pace. Rondon, il cui compito era di aiutare a portare le comunicazioni via telegrafo nella regione amazzonica, era un esploratore nato. Nel 1910, contribuì a fondare il Serviço de Proteção aos Índios(Servizio di Protezione degli Indios) (SPI) (oggi FUNAI, Fundação Nacional do Índio, Fondazione Nazionale dell'Indio), la prima istituzione vocata a proteggere gli indigeni e preservare la loro cultura.
Nel 1914, Rondon accompagnò Theodore Roosevelt nella famosa spedizione di quest'ultimo in Amazzonia alla scoperta di nuove specie. In questi viaggi, Rondon rimase sgomento nel vedere come i coloni trattavano gli indigeni, e divenne loro fedele amico e protettore. Nel 1952 stabilì il Parco Nazionale Xingu, nello Stato di Mato Grosso, la prima riserva di indios brasiliani. Rondon, che morì nel 1956, è un eroe nazionale in Brasile. Lo Stato brasiliano di Rondônia porta il suo nome. Comunque, lo sfruttamento della gomma, e di altre risorse naturali dell'Amazzonia portò a nuovi cicli di invasioni, espulsioni e massacri.
Dopo il lavoro di Rondon, l'SPI fu rigirato nelle mani di burocrati ed ufficiali militari. Non mostrarono lo stesso impegno del loro predecessore nei confronti degli indios. La tentazione delle ricchezze naturali presenti nelle terre degli indios provocò nuovi assalti da parte di agricoltori e coloni alle terre dei nativi, e l'SPI addirittura li agevolò. Fra il 1900 e il 1967, si stima siano scomparse 98 tribù indigene.
I resoconti dei maltrattamenti degli indios finalmente raggiunsero i centri urbani del Brasile negli anni sessanta, e nel 1967 un rapporto scritto dal giudice Jader de Figuereido Correia, e commissionato dal Ministero dell'Interno brasiliano, svelò i crimini commessi contro le popolazioni indigene dai latifondisti e dallo SPI. Le 7.000 pagine del rapporto documentavano dettagliatamente assassini di massa, torture, guerre batteriologiche, casi di schiavitù, abusi sessuali e furti di terre nei confronti delle popolazioni indigene del Brasile[10]. Per effetto di questi crimini decine di tribù furono completamente sterminate e molte altre furono decimate. In seguito alle denunce del rapporto fu promossa un'inchiesta giudiziaria che portò all'incriminazione di 134 funzionari governativi, accusati di oltre 1.000 crimini diversi. Lo SPI fu sciolto e sostituito dal FUNAI, l'odierno Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni.
Le scoperte di Figuereido scatenarono l'indignazione internazionale. Basandosi sul rapporto, nel 1969 il giornalista britannico Norman Lewis scrisse un articolo pubblicato sul Sunday Times dal titolo "Genocidio". L'articolo spinse un piccolo gruppo di cittadini preoccupati a fondare, qualche mese dopo, Survival International, il movimento globale per i diritti dei popoli indigeni.
Ancora nel 1967, i militari brasiliani presero il controllo del governo ed abolirono tutti i partiti politici. Nei due decenni seguenti, il Brasile fu governato da una serie di generali. Il motto del paese divenne "Brasile, lo Stato del Futuro", ed il governo militare lo usò per giustificare una gigantesca spinta nell'Amazzonia per lo sfruttamento delle sue risorse, che portò il Brasile alla sua notevole posizione tra le principali economie mondiali. Cominciò la costruzione di un'autostrada transcontinentale che attraversava il bacino dell'Amazzonia, e intendeva incoraggiare la migrazione nella regione, e una sua maggiore apertura al commercio. Ricevendo fondi dalla Banca Mondiale, enormi aree di foresta vennero rase al suolo senza riguardo per le aree di riserva. Dopo il progetto per l'autostrada vennero giganteschi progetti idroelettrici, tutto a scapito delle riserve indigene. I lavori pubblici attrassero pochi immigranti, ma quei pochi, portarono ulteriori malattie e devastazioni alla popolazione nativa.



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