martedì 20 luglio 2021

IL LENZUOLO NON HA TASCHE: GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO

 Con il termine “mafia” si indica un’organizzazione malavitosa che si configura come un sovrastato, cioè una sorta di stato indipendente all’interno dello stato nazionale. La mafia si è sviluppata in Sicilia dopo l'abolizione del sistema feudale nel 1812. Il trasferimento di gran parte della proprietà terriera alla borghesia ha infatti indotto i nuovi proprietari ad organizzare bande o squadre per il controllo territoriale. Le bande fungevano da mediatori tra ladri e derubati, tra contadini e nuovi proprietari e davano protezione agli affiliati. Dopo l'Unità d'Italia ci sono stati i primi esperimenti di coordinamento fra cosche. La sottovalutazione del fenomeno mafioso da parte del governo centrale ha permesso la penetrazione della mafia nelle istituzioni legali, legittimando ulteriormente il potere mafioso agli occhi dei siciliani.

Due magistrati, amici d'infanzia morirono in due attentati distinti nel 1992.

Giovanni Falcone a Capaci il 23 maggio e Paolo Borsellino il 19 luglio in via D'Amelio....


La Strage di Capaci 

Falcone raggiunge i numeri necessari per vincere l’elezione a superprocuratore. Ma il 23 maggio 1992 mentre torna da Roma a Palermo, dove lo aspetta Borsellino per festeggiare il suo nuovo ruolo di superprocuratore, viene ucciso in un attentato mafioso.
Delle cariche di tritolo vengono posizionate sull’autostrada, e Giovanni Brusca azionando un telecomando innesca l'esplosione. Insieme a Falcone e alla moglie muoiono anche tre uomini della scorta: Schifani, Montinaro e Dicillo. La strage viene chiamata Strage di Capaci, e più avanti il mandante viene identificato in Totò Riina.
Il fatto che gli attentatori sappiano l’ora dell’arrivo e della partenza di Falcone dimostra che qualcuno “vicino” a lui è probabilmente coinvolto in Cosa Nostra, come era stato paventato da alcuni pentiti.

La Strage di Via d'Amelio 

Borsellino viene avvisato già nel '91 da Vincenzo Calcara, un pentito di Cosa Nostra,che i piani per la sua uccisione sono già pronti. Per questa ragione il giudice sceglie di rinunciare a una protezione eccessiva, per timore che la mafia scegliesse di rivolgere la sua attenzione verso un membro della sua famiglia. Viene anche a sapere di possibili legami fra mafia e politica, e per questa ragione cerca di tenere segrete le indagini e le notizie che emergono dagli interrogatori.
Borsellino rilascia interviste e partecipa a numerosi convegni per denunciare l'isolamento dei giudici e l'assenza dello Stato e della politica nella lotta alla criminalità.
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli, il giudice insieme alla sua scorta va in via D'Amelio, dove abita sua madre.100kg di esplosivo vengono posizionati in un'auto, che nell'esplosione uccide Borsellino e cinque agenti della scorta. Proprio il giorno prima gli era stato comunicato che sarebbe stato lui il nuovo Superprocuratore.

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