Paradigmi che dominano il dibattito nelle relazioni internazionali:
- Realismo (Hans Morgenthau, Edward Carr, Reinhold Niebuhr) e Neorealismo (Kenneth Waltz, Robert Gilpin). Lo Stato è considerato l'attore principale delle relazioni internazionali e il conflitto, specie (ma non solo) nella sua declinazione bellica, come il carattere predominante della realtà internazionale. I rapporti fra i vari attori del sistema internazionale si baserebbero soprattutto sul potere. L'alto livello di bellicosità riscontrabile in tali rapporti sarebbe dovuto al fatto che gli attori, essenzialmente mossi per un verso dalla lotta per il predominio, per l'altro dal dilemma della sicurezza generato dalla condizione anarchica della politica internazionale, si trovano in una condizione analoga allo stato di natura hobbesiano. Al Realismo Classimo (Hans Morgenthau, Edward Carr) è succeduto, come approccio realista dominante, il neo-realismo, o realismo strutturalista, i cui principali esponenti sono Kenneth Waltz - fondatore del neo-realismo con il suo Teoria della Politica Internazionle nel 1979 - John Mearsheimer e Stephen Walt. A partire dalla fine degli anni '90, alcuni studiosi hanno tentato di sviluppare un approccio realista allo studio della politica estera che ha preso il nome di Realismo Neoclassimo.
- Idealismo (Immanuel Kant, Woodrow Wilson, Alfred Zimmern) e Neoliberalismo (Robert Keohane, Stephen D. Krasner). Viene posto l'essere umano al centro delle relazioni internazionali e si considera la pace perpetua come un fine possibile (ad esempio attraverso la creazione di regimi internazionali, o grazie all'interdipendenza economica fra le nazioni). Secondo il punto di vista di idealisti e neoliberali, il conflitto non è un dato immutabile, giacché fra gli attori del sistema internazionale è riscontrabile una sostanziale comunanza di interessi.
- Marxismo (Lenin, Teoria della dipendenza) e Neomarxismo (Immanuel Wallerstein). Il sistema internazionale è considerato come diviso tra Stati che hanno (capitale e conoscenza) e Stati che non ne hanno e che vengono sfruttati. Tre sono stati i contributi fondamentali di questa teoria:
- Riorientamento dall'asse Est/Ovest all'asse Nord/Sud delle relazioni internazionali
- Riscoperta del lungo periodo nello studio delle radici dell'economia-mondo capitalista
- Rilettura delle relazioni tra conflitti interni e conflitti internazionali
- Postmodernismo, Teoria critica. Questi tre approcci non formulano teorie per la lettura del sistema internazionale, ma muovono una critica radicale ai precedenti approcci: in particolare il Postmodernismo critica le metodologie positivistiche di Realismo, Liberalismo e Marxismo; la Teoria critica si sviluppa sulla base della Scuola di Francoforte e afferma che qualsiasi teoria sia viziata da un pregiudizio ideologico.
- Il Costruttivismo afferma che molto aspetti significativi delle relazioni internazionali siano costrutti storici e sociali, invece che inevitabili conseguenze della natura umana o della struttura del sistema internazionale. Dai suoi inizi, alla fine degli anni 1980', il costruttivismo ha subito una spaccatura tra la sua variante "convenzionale" (positivista) e quella critica (post-positivista) che riflette la posizione epistemologica degli studiosi. Costruttivisti della variente convenzionale sono considerati dai primi anni 2000' parte del canone della disciplina e hanno profondamente influenzato le tendenze più recenti degli altri paradigmi.
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