MONOTEISMO
Per monoteismo si intende la fede in una sola divinità identificata con il termine Dio.
Le religioni che propriamente hanno questa definizione sono, in ordine di apparizione storica:
Atonismo nell'antico Egitto (XIV secolo a.C.), considerato come la prima forma di monoteismo attestato.
Zoroastrismo (1000 a.C.-800 a.C.)
Ebraismo l'epoca dell'esilio babilonese è intorno al 550 a.C.
Cristianesimo (cattolicesimo/protestantesimo/ortodossia)
Islam (VII secolo, sunnismo/sciismo/ibadismo)
Sikhismo (XV secolo)
Bahaismo (XIX secolo)
Più propriamente, però, i monoteisti attribuiscono connotati di "personalità" al proprio Dio, tali da differenziarlo dalle altre divinità, che non sarebbero altro che semplice creazione umana (monoteismo esclusivo) o altre forme dello stesso Dio (monoteismo inclusivo).
Spesso si è avuta un'evoluzione: da un culto di tipo enoteistico, dove i fedeli accettano l'esistenza di altri dei stranieri, ma adorano solo ed esclusivamente il loro Dio, a quello monoteistico.
POLITEISMO
Nel politeismo può accadere che la pluralità delle divinità che lo rappresentano si riferiscano in forme di subordinazione a un'unica divinità, un numen dai superiori poteri diffusi negli elementi naturali e non necessariamente personificata in un dio preciso, come per esempio nel "padre degli dei"
È infatti da tenere presente che «Le pretese "tendenze monoteistiche" che si sono volute trovare in seno a varie religioni politeistiche — egizia, babilonese, assira, cinese, greca, ecc. — rappresentano tutt'al più uno pseudo-monoteismo, in quanto si riducono sia alla supremazia di una divinità sulle altre, sia all'assorbimento di varie divinità in una sola, ma sempre in modo che accanto alla divinità suprema ne sussistono altre (inferiori), e con ciò il politeismo non si può certo dire superato.»
Si tratta in questo caso dell'enoteismo, una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo, in cui è venerata in particolar modo una singola divinità, senza tuttavia negare l'esistenza di altri dei, di cui però di solito è sottolineata l'estraneità e/o l'inferiorità.
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