martedì 24 settembre 2019

Sud Sudan: Addio alle Armi

Si chiamava Mario, la sua età precisa non la conoscevo, ma non importa in Sud Sudan come in molti Paesi africani l'età anagrafica precisa non è così importante.
La prima volta che lo incontrai mi colpì subito la sua aria buona, forse un po' avvilita credo a causa della menomazione, con un sorriso aperto. Stava lì nel grande piazzale sterrato del compound, seduto dignitosamente sulla carrozzella, costruita con pezzi di fortuna.
Iniziammo a chiacchierare. Parlava bene inglese e non era troppo usuale nella foresta di Mupoi in quella parte di Western Equatoria ai confini con R.D.Congo e Repubblica Centrafricana.
Raccontava della sua vita passata. Era stato un soldato, poi la malattia l'aveva costretto a congedarsi, infine l'amputazione. Da Khartum era tornato al suo paese d'origine. Solo. La moglie se ne era andata e i figli cresciuti avevano iniziato a vivere la loro vita e parlando di un paese in guerra, quale è stato il Sud Sudan sino a un anno fa, quando i due capi, Salva Kiir e Al Machar, hanno firmato gli accordi di pace, si parla di una vita senza certezze e con infiniti imprevisti.
Mario era tornato a Mupoi, dove era molto amato  dai suoi amici che lo aiutavano e lo assistevano, dai più grandi ai più piccini. Al tempo, in più di un'occasione avevo visto dei bimbi arrivare per chiedergli se voleva tornare e avesse bisogno di essere spinto, perché muoversi su quello sterrato con una sedia a rotelle non era proprio la cosa più semplice della terra.
Veniva volentieri al compound e amava raccontare della sua vita, del suo paese...
Ci tenevo a ricordare Mario.
La malattia lo ha stroncato ieri sera...

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