giovedì 21 dicembre 2023

21 DICEMBRE 2023 - UN UOMO TROPPO SOLO

 E' questa la storia che vi voglio raccontare. Dal sapore retrò, come sfogliare un album di foto color seppia... 

Buona lettura

UN UOMO TROPPO SOLO

L'ultima estate felice

Alla vigilia del suo sessantaduesimo compleanno, Simone decise di sedersi con calma, per la prima volta nella sua vita, sul suo balcone. Voleva godersi il caldo sole della primavera inoltrata e riflettere, fare un bilancio completo della propria esistenza.

Che cos’era che non gli aveva permesso di vivere come avrebbe voluto? La sua salute precaria? La decadenza della sua aristocratica famiglia? La sfortuna? Che cosa?

All'improvviso sentì il rumore di una frenata, un'automobile aveva inchiodato a pochi millimetri da un bambino che inseguiva il suo pallone in mezzo alla strada. Quel pallone di cuoio marrone gli ricordò un altro pallone di cuoio di tanti anni fa!

Era il 1939, aveva cinque anni, viveva in un palazzo signorile, immerso nel grande e secolare parco. Quel giorno era una domenica pomeriggio, la contessa donna Clarissa e la marchesa donna Adalgisa erano venute a far visita alla mamma con i loro figli. Mentre le signore bevevano il te e chiacchieravano sotto il gazebo, i bambini, cinque maschi, giocavano con la palla. E lo ricordava con grande soddisfazione! Lui aveva due sorelle, almeno fino ad allora, così quando poteva giocare con altri maschi era una gran soddisfazione. Niente giochi tranquilli, niente cavalleria, niente modi controllati.

Giocavano con una palla di cuoio marrone e correvano tutto il pomeriggio a perdifiato, ed ognuno dava il meglio di sé. Simone era felice di poter dare sfogo a tutte le sue energie che normalmente reprimeva...si sa le bambine sono delicate...ed il conte Alfonso, sulla questione della cavalleria insisteva parecchio.

Blu Note Gospel Choir

La sua era una bella famiglia, il papà era un nobile piemontese e la mamma una ricca borghese campana, si erano conosciuti a Torino ad uno dei balli di palazzo reale, si erano innamorati e poco dopo erano convolati a nozze. Nel 1930, si erano trasferiti a Caserta, il papà era il Segretario del Re ed aveva avuto l'incarico di occuparsi di molte regie proprietà site in Campania. Lì, nacquero i suoi sei figli: Carlotta, Ottavio, Simone, Alice, Emilia, Erminia.

La loro vita era agiata e felice, almeno così appariva ai suoi occhi di bambino!

Carlotta, la primogenita, era una bambina estroversa e vivace, aveva un solo difetto era la "preferita" di papà, almeno così parve a Simone, finché non nacquero le sorelline minori.

Infatti, alla nascita di Emilia, il privilegio fu diviso fra fra lei e Carlotta. Emilia era minore di dieci anni della sorella, e proprio per questa ragione, non costituì in realtà, serio pericolo alla sua supremazia.

Ottavio era il più bello dei maschi di famiglia, biondo con gli occhi azzurri, ma benché non avesse superato il suo sesto mese di vita, aleggiò fra loro per molti e molti e molti anni.

Simone era bruno con gli occhi marroni, bello e timido; al contrario di Carlotta era un bambino sensibile ed introverso.

Alice era considerata bizzarra, e crescendo questa sua caratteristica si fece sempre più palese. Cresceva rancorosa e piena di rabbia, viveva il confronto con Carlotta con un forte senso d'inferiorità, poiché le veniva sempre portata ad esempio, come modello da ammirare ed a cui conformarsi.

Emilia era bellissima, capelli castani, occhi verdi, lineamenti eleganti, crescendo la sua classe e la sua raffinatezza furono le doti che indussero il marchese Filippo a chiederla in moglie.

Erminia, l'ultimogenita, non era bella, ma era simpatica, era un "maschiaccio", ma aveva un cuore grande e generoso con un'unica debolezza, aveva una forma viscerale di competizione con Emilia!

Un vociare concitato riportò Simone al presente, l'automobilista inveiva contro il bambino e suo padre, ringhiando sull'educazione dei moderni fanciulli. Simone si ricordò che doveva preparare la sua valigetta per la degenza che avrebbe dovuto affrontare in ospedale.

Perché, dopo aver vissuto una vita piena d'insoddisfazione, ora, doveva anche concluderla così tristemente?

La mente ritornò indietro nel tempo...

Quando nacque Alice, nel 1936, Simone aveva due anni, Carlotta cinque ed il fantasma del piccolo Ottavio si aggirava nella loro famiglia dal 1933. Il papà, infatti, continuava a rimpiangere il figlioletto, morto prematuramente per una malformazione cardiaca, e non perdeva occasione per farlo pesare agli altri componenti della famiglia, soprattutto a Simone, che aveva deluso le sue aspettative di padre, nel tentativo di procreare un altro pargolo di sesso maschile ad immagine e somiglianza di Ottavio, o meglio, di sé stesso! Vedeva frustrato il suo desiderio di immortalità che si protrae nella progenie. Fu per questa ragione che dopo la nascita di Simone ritentò altre tre volte prima di arrendersi al fato avverso: nascevano solo più femmine!

La loro vita scorreva nel lusso, nelle feste, nell'ozio raffinato dei ricchi. I ricchi! Simone scorse un passerotto che si era appoggiato sulla ringhiera del suo balcone. Pensò a quanto fosse insulsa la parola ricchi, che cosa significava ricchi? E poi, ricchi di cosa?

Ripensò a suo padre in una di quelle domeniche, nell'estate del 1939, in cui godevano la frescura del parco secolare, sempre in compagnia di amici. Il padre, Alfonso, era un bell'uomo, alto, atletico, biondo con gli occhi azzurri, e nonostante fosse un uomo sposato, riscuoteva grande ammirazione; il conte Alfonso era un uomo raffinato, edonista, amava la conversazione elegante, i toni pacati ed il bon ton costituiva per lui caratteristica essenziale per poter trasformare una conoscenza in amicizia. Questa apparente superficialità non offuscava minimamente la sua indiscussa intelligenza, semmai evidenziava le sue debolezze!

Una di queste stava nella parzialità con cui trattava i suoi figli, Simone era sempre il "capro espiatorio" di tutto ciò che succedeva: se le sorelle combinavano dei guai, gira e rigira, la colpa ricadeva su di lui, e con essa la punizione.

Un giorno, di quell'ultima estate felice, vi era fermento fin dal primo mattino, alla sera vi sarebbe stato il Gran Ballo d'Estate, che la sua famiglia teneva tutti gli anni, nel mese di luglio.

Simone e le sue sorelle erano elettrizzati dal fervore dei preparativi. Simone non vedeva l'ora che arrivassero i suoi amici, con cui avrebbe potuto fare quei giochi che amava tanto, per esempio, costruire la capanna nel luogo più fitto di vegetazione del parco e poi andare a caccia, come faceva il Re!

Carlotta, invece, faceva impazzire le cameriere per scegliere l'abito che avrebbe indossato per la cena. D'altronde lei aveva ormai otto anni, era la sorella maggiore e doveva cominciare ad occupare il suo posto in società! Perlomeno alla cena, visto che dopo, i bambini sarebbero andati a letto prima dell'inizio del ballo.

Che peccato, tutta quella fatica per scegliersi l'abito e non poterlo nemmeno far volteggiare una sola volta nel vortice delle danze!

Alice aveva tre anni e farle indossare quei candidi abitini con bermudine di pizzo risultava sempre un'impresa stoica, lei voleva degli abitini pratici, per la miseria, tutta così agghindata avrebbe dovuto stare ferma e seduta senza potersi sporcare nemmeno un po'...e poi, misericordia, non volevano mica farla crescere ad immagine e somiglianza di Carlotta!?

In quella famiglia il culto dei doppioni era un po' troppo diffuso!

Subito dopo pranzo, cominciavano ad arrivare i primi invitati e l'agitazione dei domestici, affannati nell'assegnazione delle stanze e nel fornire un'impeccabile ospitalità, saliva ad un livello elettricamente definibile come scintillante. I maschietti venivano mandati fuori a giocare, mentre le femminucce dovevano rinfrescarsi, per poi ritrovarsi con le altre bambine per la merenda. Le signorine in età da marito occupavano le loro stanze e si premunivano di fotografie e piccoli doni che avrebbero scambiato all'ora del te.

Le signore ricapitolavano mentalmente ciò che avrebbero dovuto dire o non dire, in fin dei conti era un'occasione piuttosto importante, si potevano contrarre nuove vantaggiose opportunità di crescita sociale!

I signori ed i giovanotti si riunivano nella biblioteca dove discorrevano di politica, fumando la pipa o il sigaro.

Il momento politico era cruciale: nell'aprile del 1939, l'Italia aveva occupato l'Albania, nel maggio, Mussolini aveva fatto presente ad Hitler che l'Italia non sarebbe stata pronta ad entrare in guerra fino al 1943. Ma Hitler premeva...e la discussione politica s'infervorava, ma non oltrepassava mai i limiti previsti dal bon ton, di cui il conte Alfonso era, al di là di tutto, uno strenuo sostenitore.

E quel giorno, ai maschietti, capitanati da Simone, venne in mente un goliardico scherzo...

All'ora del te, erano tutti raccolti sotto il gazebo, dove si raccontavano avvenimenti mondani e si facevano confidenze piccanti, tutt'intorno vi era il cinguettio degli uccelli, l'atmosfera era, praticamente idilliaca, quando tutto ad un tratto, un boato terrificante la squassò: il terrore si dipinse sui volti diventati terrei, il panico originò un frenetico andirivieni, erano tutti preda di un convulsivo affannarsi. Che cosa era stato?

Il conte Alfonso, noto sostenitore del pensiero illuminista e razionale fino al midollo, iniziò a teorizzare una serie di ipotesi. Gli altri signori tentavano invano di apportare il loro contributo. Dopo un'ora, nessuno era in grado di dire cosa fosse successo. Infinite le ipotesi avanzate con seria preoccupazione, tono serioso e volti sbigottiti....I bambini, increduli, di fronte a tante assurdità, scoppiarono in un'eclatante risata, fra lo stupore generale. Sui visi degli adulti si dipinse una maschera a metà fra il sollevato e l'infuriato, lentamente, la seconda metà prendeva il sopravvento sulla prima, e con essa la consapevolezza che non si trattava di nessuna delle ipotesi avanzate nel primo momento!

Esattamente, che cosa era successo? Bene, i maschietti avevano pensato di giocare ai fuochi d'artificio per inaugurare il Gran Ballo. Sfortunatamente, avevano esagerato nel comporre la miscela esplosiva, cosicché, anziché udire lo scoppiettio festante dei fuochi d'artificio, avevano provocato un tremendo boato, che, per pura combinazione, aveva raggiunto la sua apoteosi, proprio vicino al gazebo!

La repressione si abbatté fulminea sui responsabili. Si sentirono sonori ceffoni, urla selvagge e strepiti. Il conte Alfonso volle dimostrare a tutti la sua dirittura di uomo tutto d'un pezzo, cosicché decise che il suo pargolo dovesse subire un trattamento che suonasse come monito al trattenersi da eventuali future prodezze!

Simone, per tutta la settimana, avrebbe fatto parte dei domestici come sguattero, e...naturalmente avrebbe ricevuto lo stesso trattamento. Così fu detto e così fu!

...Simone, seduto sul suo balcone, rimuginò, tra sé e sé, che suo padre era sempre stato parziale e prevenuto nei suoi confronti. Perché?

...Quella sera del '39, la cena fu, come era prevedibile, raffinatissima, gli ospiti gongolavano fra trine e pettegolezzi, le bambine si facevano dispettucci, dettati dalla tipica vanità femminile che già faceva capolino nella loro infantile personalità. E fu così, che per gioco o per invidia, Carlotta versò con non-chalance la brocca del vino sul vestitino azzurro cielo di Virginia.

Virginia era alta, bionda e con gli occhi azzurri, bellissima e raffinata e minacciava il suo indiscusso primeggiare, che però non superò mai per troppa generosità d'animo, la bellezza di Virginia era soprattutto interiore!

Il conte Alfonso intervenne, come era uso, e anziché punire l'esuberante figliola, sdrammatizzò l'incidente, e le consentì di assistere all'apertura delle danze! ...Lì seduto, Simone pensava e si chiedeva il perché di questa disparità di trattamento. Allora, qualunque cosa Carlotta facesse era giustificata, al contrario, Simone veniva punito anche per la più piccola inezia, anche se in quella lontana occasione proprio di inezia non si era trattato!

... Carlotta si pavoneggiava nel suo abitino di seta giallo pastello che evidenziava la sua carnagione ambrata, i suoi capelli corvini e gli occhi marroni dallo sguardo appassionato. Era una bambina bella e vivace, sempre in perfetta sintonia con l'ambiente e le persone che lo componevano. Gli sguardi di ammirazione ed i complimenti per lei si sprecavano!

Il suo entusiasmo e la sua naturale predisposizione alle relazioni sociali ne mitigavano l'altezzosità tipica degli appartenenti al suo rango.

Quella sera, tutti ebbero modo di constatare la sua gioia effervescente nel presenziare all'inaugurazione del Gran Ballo e spandere luminosi auspici riguardo al roseo futuro che sicuramente l'attendeva.

... Simone si sporse dal suo balcone, l'alterco fra l'automobilista ed il padre del bambino si era nuovamente acceso ed infervorava più che mai.

Già, pensò Simone rivedendo quegli anni scorrere in poche frazioni di secondo, quale roseo futuro avrebbe atteso Carlotta? E lui? E tutti gli altri? Con rassegnazione, sospirò...

Ritornò col pensiero a quell'ultima estate felice.

Lo scorrere della loro vita era piuttosto eccitante e frenetico, l'estate, poi, diventava incandescente e non soltanto per ragioni climatiche!

Dopo il gran Ballo, una volta congedati parenti ed amici, iniziavano i preparativi per le vacanze.

Quell'anno, Simone e la sua famiglia sarebbero andati in Grecia, il piroscafo li avrebbe portati ad Atene e di lì avrebbero raggiunto le isole dell'arcipelago con la barca dei loro amici. Le vacanze sarebbero state straordinarie.






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