lunedì 21 aprile 2025

21 APRILE 2025 - PASQUETTA -

Ciao Papa Francesco

Mozart - Requiem


Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio, a Buenos Aires, 17 dicembre 1936 è morto a Città del Vaticano, 21 aprile 2025), è stato il 266º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 13 marzo 2013 fino alla morte.
Di cittadinanza argentina, è stato il primo papa proveniente dal continente americano. Apparteneva ai chierici regolari della Compagnia di Gesù (Gesuiti) ed è stato il primo pontefice proveniente da tale ordine religioso.
Nato nel quartiere di Flores a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da una famiglia di origine piemontese appartenente alla piccola borghesia, è il primogenito di Mario Bergoglio e di Regina Maria Sivori. Da parte di padre, il bisnonno Francesco era nativo di Montechiaro d'Asti, mentre il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro, ove è sopravvissuto un ramo della famiglia; la nonna Rosa era originaria di Piana Crixia in provincia di Savona. Da parte materna, il nonno era originario di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova; la nonna era originaria della frazione Teo di Cabella Ligure, in provincia di Alessandria.
Da ragazzo ebbe una fidanzatina alla quale un giorno si dichiarò dicendo "Se non mi sposo con te, mi farò prete", ma lei non gli rispose mai.
Studiò chimica presso una scuola tecnica argentina e ottenne un diploma di tecnico chimico, si mantenne per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica di calzini e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba.
All'età di 17 anni decise di intraprendere la vocazione sacerdotale. A 22 anni entrò nel seminario diocesano di Villa Devoto, un barrio di Buenos Aires allora retto da sacerdoti gesuiti e dopo qualche tempo decise di entrare nella Compagnia di Gesù. Nel 1960 venne inviato in Cile per completare il noviziato. L'anno successivo tornò in Argentina per continuare gli studi umanistici. Studiò filosofia e ottenne la laurea in teologia presso il Colegio Máximo de San Miguel. Imparò anche il francese, l'italiano, il tedesco, l'inglese, il latino e il greco.
Il 13 dicembre 1969 fu ordinato sacerdote dall'arcivescovo di Córdoba monsignor Castellano.
Tra il 1970 e il 1971, continuò la sua formazione in Spagna e il 22 aprile 1973 prese l'impegno solenne e definitivo all'interno dell'Ordine dei Gesuiti. Tornato in Argentina, divenne maestro di novizi, professore di teologia, consultore della provincia dei gesuiti e rettore del Collegio. Il 31 luglio 1973 venne nominato provinciale dei gesuiti dell'Argentina. Dopo sei anni, tra il 1980 e il 1986, tornò a lavorare nel settore universitario come rettore del collegio di San Giuseppe e parroco a San Miguel. Nel 1986 si recò in Germania per completare la sua tesi dottorale, ma poi venne mandato a Buenos Aires e successivamente a Córdoba, dove lavorò come direttore spirituale e confessore.
La teologia della liberazione nacque negli anni '60 come una risposta alla povertà e alle ingiustizie sociali in America Latina. Questa corrente di pensiero cristiano si concentrò sulla liberazione dei poveri e degli oppressi, adottando una visione radicale della giustizia sociale che prevedeva un cambiamento nelle strutture politiche ed economiche. Alcuni esponenti del movimento, come Gustavo Gutiérrez, rifiutavano l'idea di un cristianesimo "spiritualista" e ritenevano che la Chiesa dovesse impegnarsi direttamente contro le ingiustizie, talvolta associandosi con movimenti politici di sinistra.
Il rapporto di Bergoglio con la teologia della liberazione è complesso e articolato, segnato da una posizione inizialmente distaccata e cauta, ma anche da un impegno profondo nel campo sociale e religioso in Argentina, specialmente durante gli anni della dittatura militare.
Nel contesto argentino, Bergoglio, che all'epoca era un giovane sacerdote e successivamente provinciale dei gesuiti, non condivideva molte delle posizioni espresse dai più radicali sostenitori della teologia della liberazione. Assunse quindi una posizione più moderata, sostenendo un impegno per la giustizia sociale, ma senza abbracciare i metodi e le idee rivoluzionarie associate al movimento. Sebbene il suo approccio fosse più sfumato e prudente rispetto a quello di alcuni suoi confratelli, sottolineò l'importanza dell'attenzione ai poveri e agli emarginati, pur rifiutando la violenza come strumento di cambiamento. Uno degli aspetti centrali del suo atteggiamento fu dunque il rifiuto della politicizzazione della religione.
Durante la dittatura militare in Argentina (1976-1983), il regime perseguitò molti dei teologi e dei sacerdoti che si erano avvicinati alla teologia della liberazione. Alcuni membri della Compagnia di Gesù furono coinvolti direttamente in attività politiche, e ciò portò alla repressione del regime. Durante questo periodo, Bergoglio si trovò in una posizione difficile, cercando di proteggere i membri della sua comunità religiosa senza compromettere la sua posizione con il governo militare. Alcuni critici hanno insinuato che il suo impegno per la giustizia sociale fosse più cauto rispetto a quello di altri suoi confratelli gesuiti. È stato un tema di dibattito se Bergoglio fosse stato abbastanza attivo nell'affrontare le violazioni dei diritti umani commesse dal regime. In realtà Bergoglio si impegnò attivamente per proteggere i religiosi perseguitati associati alla teologia della liberazione.[35]
Quando partecipò nel 1979 a Puebla alla terza conferenza generale del Consiglio episcopale latinoamericano, fu tra i principali oppositori di questa corrente.

(Fonte Papa Francesco - Wikipedia)



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