martedì 6 maggio 2025

3 MICROFONI PER LA CRONACA DI MAGGIO: CUM CLAVE, CONCLAVE

Il conclave è la riunione del collegio cardinalizio della Chiesa cattolica per l'elezione del nuovo papa, nonché la sala dove avviene tale riunione.



Il termine deriva dal latino cum clave, cioè "(chiuso) con la chiave" o "sottochiave". L'evento storico che diede questo nome all'elezione dei pontefici risale al 1270, quando gli abitanti di Viterbo, allora sede papale, stanchi di anni di indecisioni dei cardinali, li chiusero a chiave nella sala grande del palazzo papale e ne scoperchiarono parte del tetto, in modo da costringerli a decidere al più presto chi eleggere come nuovo pontefice, ruolo che andò a papa Gregorio X, che istituisce il conclave nel 1274, con la costituzione apostolica Ubi Periculum, mentre il primo conclave ufficiale sarà quello del 1276, quindi il conclave del 2025 sarà il 76⁰ strutturato nella forma stabilita dalla costituzione apostolica Ubi Periculum; tale fatto è stato ricordato nel capoluogo della Tuscia con l'inaugurazione nel 2016 di un nuovo allestimento che ricorda quelle vicende.
Tuttavia il primo pontefice eletto cum clave fu papa Gelasio II, eletto il 24 gennaio 1118 all'unanimità dei cardinali riuniti nel monastero di San Sebastiano sul Palatino, luogo segreto e chiuso al pubblico scelto appositamente per evitare interferenze esterne sulla scelta del successore di Pietro (si era in piena lotta per le investiture).
Le procedure da seguire per lo svolgimento del conclave sono cambiate nel corso dei secoli: dall'assise del 2005 in poi sono regolate dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da papa Giovanni Paolo II nel 1996 e parzialmente emendata dai suoi successori.

Arrivo dei cardinali elettori e loro sistemazione

Nei giorni precedenti l'inizio del conclave si svolgono le congregazioni generali, ovvero delle riunioni dei cardinali già presenti a Roma in cui si iniziano a definire i preparativi per il conclave, nonché a decidere la data dell’inizio dello stesso.
Spetta al cardinale decano convocare i cardinali elettori e invitarli a raggiungere la Città del Vaticano per il conclave imminente. Quando tutti i cardinali elettori hanno raggiunto Roma si provvede al loro alloggio: fino ai conclavi del 1978 venivano loro riservati dei dormitori posticci ricavati nei locali del Palazzo Apostolico, sovente angusti, poco confortevoli e privi dei più basilari servizi alla persona, quali ventilazione, acqua corrente e gabinetti privati.
Per risolvere gli inconvenienti che questo aspetto comportava, dal 2005 è prevista la sistemazione degli elettori nella Domus Sanctae Marthae, struttura costruita allo scopo, negli anni 1992-1996, sotto il pontificato di papa Giovanni Paolo II. La necessità di reperire ulteriori alloggi non è però stata del tutto eliminata, segnatamente in occasione del conclave del 2025, allorché le stanze della Domus si sono rivelate insufficienti per gli oltre 130 cardinali aventi diritto al voto: alcuni di essi, pertanto, sono stati ospitati in altri edifici.

La Missa pro eligendo Romano Pontifice e l’ingresso nella Cappella Sistina

Il giorno fissato per l'inizio dell'assemblea, tutti i cardinali si riuniscono nella basilica di San Pietro e vi celebrano la Missa pro eligendo Romano Pontifice, presieduta dal cardinale decano. Il pomeriggio stesso i cardinali elettori, in abito corale, si ritrovano presso la Cappella Paolina e, cantando le litanie dei santi e il Veni Creator Spiritus, si avviano in processione verso la Cappella Sistina, dove, nei giorni dell'interregno, si è proceduto a installare un pavimento sopraelevato (di 70 cm, in linea con i gradini dell'altare) in legno rivestito da moquette, con uno scopo sia pratico (proteggere il pavimento cosmatesco, facilitare la deambulazione e il posizionamento degli arredi del conclave) che simbolico (il pavimento infatti "livella" tutti i cardinali elettori, evitando che qualcuno si posizioni più o meno in alto degli altri, e idealmente li "distacca" dal mondo esterno). Sopra di esso, nella zona corale, sono stati allestiti i banchi per la votazione: fino al conclave del 1963 ciascun elettore disponeva di una seduta con scrittoio individuale sormontata da un baldacchino, che al momento dell'avvenuta elezione si sarebbe abbassato insieme a tutti gli altri, con la sola eccezione di quello sopra lo scranno del nuovo pontefice. Tale prassi fu dismessa a partire dal conclave dell'agosto 1978, in quanto non vi era abbastanza spazio per allestire i baldacchini per tutti i 111 cardinali elettori; nondimeno, la calura estiva romana suggerì di adottare un arredo più funzionale, con dodici lunghi tavoli e semplici sedie. A rafforzare la dimensione di clausura, le finestre del tempio sono state sigillate e tutto l'ambiente è stato ripetutamente perquisito e bonificato da qualsiasi sistema di trasmissione sonora e visiva verso l'esterno. Oltre la cancellata marmorea del presbiterio è stata montata la stufa nella quale verranno bruciati appunti e voti degli elettori per produrre i segnali di fumo previsti: una fumata nera per ogni avvenuta votazione in cui non verrà raggiunto il quorum previsto e una fumata bianca per la votazione in cui invece verrà eletto il nuovo pontefice.
Nel conclave del 2013, per garantire il "colore" delle fumate, alle carte e al combustibile (tipicamente paglia) sono stati addizionati dei fumogeni costituiti:per la fumata nera, da perclorato di potassio, antracene e zolfo;
per la fumata bianca, da clorato di potassio, lattosio e colofonia.[30]

Giunti nel coro della cappella, il cardinale decano (oppure nell'ordine seguente, il vice decano o il più anziano dei cardinali elettori secondo l'ordine cardinalizio consueto di precedenza, se uno o più dei precedenti sia assente o impedito o sia un cardinale non elettore) pronuncerà per tutti gli elettori il giuramento...

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