I principali fattori che spingono a migrare
Le principali ragioni sono state negli anni e sono ancora oggi:
I conflitti tra Stati o i conflitti interni ad uno Stato.
I gravi squilibri economici tra differenti aree geografiche.
La presenza di sistemi antidemocratici fonte di persecuzioni e spregio dei diritti umani.
I cambiamenti del clima o del territorio, le catastrofi naturali.
Ultimo ma non per importanza, la spinta dell’essere umano ad assicurare un’accettabile sopravvivenza a sé e ai propri cari.
I gravi squilibri economici tra differenti aree geografiche.
La presenza di sistemi antidemocratici fonte di persecuzioni e spregio dei diritti umani.
I cambiamenti del clima o del territorio, le catastrofi naturali.
Ultimo ma non per importanza, la spinta dell’essere umano ad assicurare un’accettabile sopravvivenza a sé e ai propri cari.
L’incremento delle disuguaglianze
Nell’epoca storica che stiamo vivendo, gli squilibri socioeconomici, politici e climatici risultano diffusi e, in alcune aree del mondo, sono in deciso incremento. E con essi, inevitabilmente, gli spostamenti di popolazione.
Spostamenti che portano con sé la sofferenza di chi deve viaggiare a lungo e pericolosamente, superando frontiere respingenti e affrontando il rischio di subire abusi, tentando di sopravvivere e gradualmente entrare a far parte delle società dei Paesi riceventi nonostante gli ostacoli determinati da procedure legali inaffidabili, sistemi di accoglienza mal funzionanti, mancanza di politiche di coesione e la diffusione in molte aree di una cultura di separazione tra gruppi sociali e di ostilità verso le differenze.
Negli ultimi dieci anni vi è stato un incremento delle migrazioni in tutte le aree del mondo, soprattutto in Asia e in Europa. Nel 2020 una persona su 30 risultava vivere in un paese diverso da quello di nascita. Nello stesso anno il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani nel mondo ammontava, nonostante la pandemia, erano circa 281 milioni, il 3,6% della popolazione mondiale: di questi, circa 36 milioni sono minori.
Minori migranti e diritti
Tra le persone in fuga da guerre, crisi umanitarie, disastri naturali, povertà e regimi autoritari, una quota considerevole è costituita da bambini, bambine e adolescenti. Sono minori che si vedono privati del loro diritto al futuro, che lasciano i propri paesi d’origine con la famiglia o, spesso, da soli. Solo nel 2021, sul totale dei 24.147 minori arrivati in Europa, il 71% erano minori soli. Ma il numero potrebbe essere molto più alto, se si tiene conto dei tanti minori di cui vengono perse le tracce.
I minori rappresentano circa un terzo di tutti i rifugiati e migranti che arrivano in Europa. Nell'articolo Il fenomeno della migrazione dei minori facciamo chiarezza su quali sono le principali rotte migratorie, dai Balcani al Mediterraneo e come viene gestito l’ingresso nei centri di accoglienza in Italia.
In Italia, fino a metà giugno 2023, sono stati 6.000 i minori senza genitori e figure adulte di riferimento arrivati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo, che con il rinnovo del Memorandum Italia-Libia non pone nessun limite alle violazioni dei diritti delle persone migranti.
(Fonte https://www.savethechildren.it)
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