martedì 14 ottobre 2025

DALLA PARTE DELLE VITTIME: SANDRA CASAGRANDE LA PASTICCERA DI RONCADE


Roncade, un piccolo comune del trevigiano, si svegliò il 30 gennaio 1991 segnato da una tragedia inimmaginabile. Sandra Casagrande, conosciuta da tutti come "la pasticciera", fu trovata morta nel suo negozio di via Roma, un luogo che fino a poco prima aveva profumato di dolci e sorrisi. La sera del 29 gennaio, Sandra, 44 anni, stava lavorando al termine della giornata. La sua vita era un mosaico di fragranze zuccherate e ricordi affettuosi ma, quella notte, il destino aveva in serbo per lei un epilogo crudele.

Sandra era vedova da undici anni. Il marito, Luciano Vio, noto come Ciano, era tragicamente annegato. Venne trovato con le mani legate in un corso d'acqua prossimità della loro abitazione. il caso fu archiviato come suicidio. Una storia di dolore che aveva segnato profondamente la vita della donna. La sua vita era fatta di lavoro.Toni, un uomo sposato era il suo amante..


La sera fatale, il negozio era chiuso, ma la luce era accesa. Qualcuno bussò alla porta, un volto che forse conosceva. Gli avvenimenti che seguirono furono rapidi e terribili; l'assassino, dopo aver sorpreso Sandra, la colpì violentemente, sferrando coltellate letali e lasciandola esanime sul pavimento. Un'immagine straziante di un luogo un tempo pieno di vita, ridotto a un teatro di orrore, con il sangue che macchiava il pavimento e il corpo di Sandra coperto con una vestaglia, come se il suo assassino volesse un ultimo gesto di pietà.

Zeno Vettorello, il primo a scoprire il cadavere, descrisse la scena con immagini vivide: «L'odore di sangue forte… era come se qualcuno avesse pulito con la terra rossa». Le indagini, sin dall’inizio, furono inficiate da un clima di omertà. Ciò che sarebbe dovuto essere un caso da risolvere con rapidità si trasformò in un enigma avvolto nel silenzio complice degli abitanti. Le incertezze si accumulavano, i sospettati si moltiplicavano, ma nessun indizio concreto sembrava portare a un colpevole.

Le teoriche sulle motivazioni del delitto oscillavano tra l’omicidio passionale e ben altre intricate trame, ma il nome di Giuseppe Gentile, il maresciallo della stazione dei Carabinieri, emerse tra le ombre. A distanza di anni, continuava a negare ogni coinvolgimento, ma la comunità non riusciva a fare a meno di interrogarsi su ciò che realmente fosse accaduto quella notte. Un anonimato inquietante aleggiava su Roncade, mentre il caso di Sandra si chiudeva quasi con un sospiro, archiviato senza alcun colpevole identificato.

Nel 2010, un anonimato agghiacciante tornò a far parlare di sé. Una telefonata alla trasmissione “Chi l’ha visto?” insinuava che Sandra fosse stata uccisa da un uomo in divisa, generando un’ondata di sospetti intorno all’ex maresciallo. Questi, pronto a sottoporsi al test del DNA, non ottenne mai l’occasione di dimostrare la sua innocenza, mentre il mistero si stratificava, con le indagini sempre più incerte.

Oggi, il nome di Sandra Casagrande rimane scolpito nella memoria collettiva di Roncade, simbolo di una vita spezzata e di un mistero irrisolto. La sua storia continua a vibrare nel cuore di chi la conosceva, ricordando che dietro ad un omicidio violento si nasconde sempre una vita, un sogno infranto e una comunità in lutto. Il crimine non è mai risolto finché non viene fatta giustizia. In attesa di una verità che, finora, sembra sfuggire a ogni tentativo di luce.

(Fonti  Irene Vella )
(Altre Fonti il Nord Est)

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