lunedì 28 luglio 2014

28 LUGLIO 2014

Concludiamo la visita in Madagascar....


BETSIMISARAKA

I Betsimisaraka sono un popolo della costa orientale del Madagascar, il secondo più grande gruppo etnico del Madagascar dopo i Merina, circa il 15% della popolazione totale. Sono diffusi su un tratto di costa di circa 640 km, dal fiume Mananara a sud fino al fiume Bemarivo, nella regione di Antalaha, a nord.
Sono in effetti un gruppo di diverse etnie che per motivi storici sono state unificate sotto una denominazione comune; il nome "Betsimisaraka" significa infatti "coloro che sono stati uniti", o "numerosi e inseparabili". Oggi vengono principalmente distinti tre gruppi, denominati Betsimisaraka del nord, Betanimena, eBetsimisaraka del sud. Sono principalmente mercanti, navigatori, pescatori e agricoltori.
Fino all'inizio del XVIII secolo, i Betsimisaraka erano suddivisi in tre gruppi etnici principali: gli Tsikoa, o Betanimena, al sud, i Varimo al centro e gli Anteva al nord. Ciascuno di questi popoli aveva le proprie peculiarità culturali e linguistiche e manteneva relazioni conflittuali con i suoi vicini. L'ostilità fra questi gruppi era incoraggiata dai commercianti di schiavi che trafficavano con gli Europei. La presenza europea diede anche origine nella zona a un quarto gruppo etnico, gli Zana-Malata, di sangue misto europeo e indigeno. A questo gruppo apparteneva Ratsimilaho, figlio di un pirata inglese e di una principessa Anteva, il sovrano a cui si deve l'unificazione dei Betsimisaraka.
Grazie all'appoggio militare dei suoi numerosi alleati europei, nel 1710 Ratsimilaho riuscì a respingere un tentativo di invasione da parte delle forze Tsikoa e Anteva guidate da re Ramanano. Ricacciati gli avversari, Ratsimilaho intraprese un'opera di unificazione della costa orientale usando sia la forza militare che una serie di matrimoni politici. Il nome "betsimiraka", "coloro che sono stati uniti", venne scelto proprio per denotare la vasta coalizione che si formò sotto la corona di Ratsimilaho. Il Regno Betsimisaraka includeva importanti città come Toamasina, Fenerive e Maroansetra.
Dopo la morte di Ratsimilaho, il regno Betsimisaraka si disgregò rapidamente, cadendo sotto il dominio della dinastia Merina di Radama I.



TSIMIHETY

Gli Tsimihety sono un'etnia del Madagascar centrosettentrionale. Sono circa un milione. Il nome Tsimihety, in malgascio, significa "quelli che non si tagliano i capelli".
Rispetto al malgascio ufficiale, il dialetto parlato dagli Tsimihety presenta un maggior numero di influenze arabe e francesi.
Gli Tsimihety sono principalmente agricoltori. La società Tsimihety è fortemente egualitaria e l'insofferenza degli Tsimihety per qualsiasi forma di autorità ha costituito storicamente un motivo di attrito con i Merina e con il governo nazionale. Gli Tsimihety sono stati sostanzialmente indipendenti fin dai tempi della dinastia dei Maroansetra, nel XVI secolo.
All'etnia Tsimihety apparteneva Philibert Tsiranana, primo Presidente del Madagascar.


SAKALAVA

I Sakalava sono una popolazione malgascia originaria della regione di Isaka, costa sudorientale del Madagascar. Insieme ai Bara e ai Betsileo, sono fra le popolazioni malgasce di origine più chiaramente africana. A causa del loro passato storico, che vide un largo periodo di predominio sugli altri gruppi tribali malgasci, i Sakalava sono fra le etnie più geograficamente diffuse del Madagascar.
Il nome Sakalava deriva dall'arabo saqaliba e indirettamente dal latino esclavus, "schiavo".
L'origine dell'identità del popolo Sakalava risale al XVI secolo. I rapporti commerciali con gli Europei contribuirono al rapido sviluppo di diversi grandi regni malgasci, fra cui il Regno di Menabe, fondato dal re Andrianahifotsy, che giunse a controllare gran parte della costa occidentale dell'isola. Come capitale del proprio regno, Andriamisara I, successore di Andrianahifotsy, scelse Bengy, sulle sponde del fiume Sakalava. Dal Regno di Menabe si scisse in seguito il Regno di Boina, il secondo grande regno Sakalava. Complessivamente, i due regni controllavano un territorio corrispondente circa alle odierne province di Antsiranana, Mahajanga e Toliara.
I Sakalava di Menabe e Boina furono estremamente attivi nel commercio di schiavi. Scambiavano bestiame e schiavi con gli europei in cambio di armi da fuoco, che usavano per rafforzare il loro predominio sulle altre popolazioni locali, molte delle quali erano tenute a pagar loro tributi. Erano ottimi navigatori, e con le loro flotte di canoe con bilanciere razziavano le Comore e le coste dell'Africa orientale, ma neanche l'entroterra veniva risparmiato. Il loro predominio fu in seguito gradualmente eclissato dall'ascesa dei Merina e poi definitivamente cancellato dalla colonizzazione francese.
I Sakalava sono un popolo di pastori; soprattutto nelle regioni interne del Madagascar il loro sostentamento è centrato sull'allevamento di zebù. Sono anche coltivatori di manioca, riso e mais.
Molti elementi della cultura Sakalava rivelano le origini africane di questo popolo. Come altre popolazioni malgasce, venerano i defunti; reliquie come pezzi d'osso sono considerati oggetti magici. Le tombe Sakalava sono costruite principalmente in legno e spesso decorate con sculture lignee con soggetti erotici.
Ogni dieci anni il popolo dei Sakalava celebra le proprie origini comuni riunendosi a Belo, sulle sponde del fiume Tsiribihina, per celebrare il rito del fitampoha, "bagno delle reliquie dei re". Durante questo rito vengono rievocati gli spiriti degli antichi re, in particolare Andrianahifotsy e Andriamandisoarivo, fondatore del regno di Boina. Ci sono due diversi tipi di "medium", attraverso cui parlano gli antenati: gli mpisoro, che significa "maestro di cerimonia" ma anche indovino, e i sazoky, "posseduto dai re".
La società Sakalava è fortemente gerarchica. I riti funebri sono radicalmente diversi fra i nobili, le persone comuni e i discendenti degli schiavi, la casta più bassa.


Soweto Gospel Choir - African Dream



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