mercoledì 20 agosto 2014

19 AGOSTO 2014

Continuiamo con lo Stato d'Israele...

La guerra d'indipendenza

Lo stesso 15 maggio 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Libano, Iraq e Transgiordania, attaccarono l'appena nato Stato di Israele. L'offensiva venne bloccata dall'esercito israeliano, e le forze arabe vennero costrette ad arretrare. Israele distrusse centinaia di villaggi palestinesi, concausa dell'esodo degli abitanti. La guerra terminò con la sconfitta araba nel maggio del 1949, e produsse 711 000 profughi arabo-palestinesi. Alcuni hanno rivelato che numerosi palestinesi seguitarono a credere che gli eserciti arabi avrebbero prevalso ed affermarono pertanto di voler tornare nelle loro terre d'origine. Analogamente, circa 600 000 profughi ebrei dovettero abbandonare le loro case nei paesi arabi.
In seguito all'armistizio ed al ritiro delle truppe ebraiche l'Egitto occupò la striscia di Gaza, mentre la Transgiordania occupò la Cisgiordania, assumendo quindi il nome di Giordania. Israele si annesse la Galilea e altri territori a maggioranza araba conquistati nella guerra. Negli anni immediatamente successivi, dopo l'approvazione, 5 luglio 1950, della Legge del ritorno da parte del governo israeliano, si assistette ad una nuova forte immigrazione ebraica, che portò al raddoppio della popolazione di Israele. In gran parte, inizialmente, si trattò di profughi ebrei sefarditi provenienti dai paesi arabi, espulsi dai loro paesi di origine dopo la nascita dello Stato.
Per il suo ruolo nel negoziare gli armistizi del 1948 e 1949, Ralph Bunche ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1950. Israele mantenne la legge militare per gli arabi israeliani fino al 1966.


La crisi di Suez, la guerra dei sei giorni e la guerra del Kippur

Nel 1956 scoppiò la seconda guerra arabo-israeliana: preoccupati del riarmo egiziano sostenuto dalla Cecoslovacchia, gli Israeliani, appoggiati dal Regno Unito, Francia e USA, sferrarono un attacco preventivo contro l'Egitto riportando numerosi successi e annettendo la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai. Il conflitto si risolse tuttavia grazie ad una trattativa tra USA e URSS, che aveva addirittura minacciato l'utilizzo del nucleare in difesa dell'Egitto. Il 23 luglio 1952 un gruppo chiamato "Liberi Ufficiali" depose l'allora sovrano d'Egitto Re Faruk e salì al potere il loro leader Gamal Abd el-Nasser, conosciuto in occidente semplicemente come Nasser. Egli procedette ad un progressivo distaccamento dal Regno Unito stipulando con esso degli accordi secondo i quali avrebbero sgombrato il canale di Suez a patto che l'Egitto chiedesse loro aiuto in caso di minacce esterne. Nei tre anni seguenti vennero smantellate tutte le vecchie istituzioni, e nel 1955 le truppe egiziane subentrarono a quelle del Regno Unito nel controllo del canale. Il Regno Unito interruppe immediatamente i rifornimenti di armi e i finanziamenti per la costruzione della diga di Assuan, e in tutta risposta, nel 1956, Nasser nazionalizzò il canale di Suez e lo chiuse alle navi commerciali di Israele, iniziando al contempo un avvicinamento all'URSS. Israele, alleato a Francia e Regno Unito, paesi degli azionisti della società di costruzione e gestione del canale, intervenne militarmente.
Per il suo ruolo nell'imporre una soluzione pacifica, Lester Pearson ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1957.
Nel 1967, scoppiò un nuovo conflitto, il terzo, fra Israele e i vicini Paesi arabi, denominato guerra dei sei giorni per la sua esigua durata. Constatato che Egitto, Siria e Giordania stavano ammassando truppe a ridosso dei propri confini, Israele decise nuovamente di optare per un attacco preventivo. Sotto il comando dei generali Ytzhak Rabin, Capo di Stato Maggiore, e Moshe Dayan, Ministro della Difesa, dal 5 giugno 1967, in sole 6 ore Israele ridusse al silenzio le forze aeree nemiche, e in soli sei giorni sconfisse gli eserciti dei tre paesi arabi, conquistando la Cisgiordania con Gerusalemme Est, che erano sotto l'amministrazione giordana, la Penisola del Sinai, le Alture del Golan, la Striscia di Gaza, la Cisgiordania,
 Giudea e Samaria, occupando così vaste aree di territorio al di fuori dei propri confini originari.
Dopo la guerra, Israele annesse non solo la città di Gerusalemme, 6 km², ma anche i villaggi cisgiordani circostanti, 64 km². I palestinesi residenti nei territori annessi, ed a Gerusalemme Est, non ottennero i pieni diritti dei cittadini israeliani, ma solo quelli riconosciuti ai 'residenti permanenti' nello Stato di Israele; partecipano alle elezioni amministrative, ma non alle politiche per la Knesset, Parlamento.
Nel 1973 Egitto e Siria attaccarono a sorpresa Israele nel giorno della festività ebraica dello Yom Kippur. Nei primi giorni di conflitto, denominato oggi appunto guerra del Kippur, i due paesi arabi ebbero la meglio ma, dopo una fase di stallo, le truppe israeliane riuscirono a riprendere il controllo della situazione e a rovesciare le sorti del conflitto, ricacciando egiziani e siriani al di là delle posizioni iniziali. Fu la quarta guerra arabo-israeliana.
In seguito, nel 1978, con gli accordi di Camp David, Israele si impegnava a restituire la Penisola del Sinai, mentre l'Egitto si impegnava al riconoscimento dello Stato di Israele affiancandosi agli USA, e uscendo, espulso, dalla Lega Araba. Con il trattato per la prima volta si crearono normali relazioni diplomatiche fra Israele e uno dei Paesi confinanti.



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