giovedì 25 settembre 2014

25 SETTEMBRE 2014

Continuiamo a conoscere le etnie presenti in Siria...


ARAMEI

Gli Aramei erano un popolo nomade semitico menzionato sei volte nella Bibbia ebraica, che abitava la Mesopotamia e nelle regioni vicine facenti parti dei moderni stati di Turchia, Siria, Iran, Iraq, Giordania e Libano.
Il termine "aramei" era utilizzato nell'antichità dagli Ebrei per distinguere i loro "cugini" più distanti, che abitavano ad oriente, Aram, dagli Arpachshadite, detti anche tribù dei Figli di Eber. Tuttavia, gli Aramei non formarono mai uno stato unito, piuttosto essi erano accomunati dall'uso della lingua aramaica che in origine era scritta utilizzando l'alfabeto fenicio. All'epoca degli imperi babilonese e persiano, l'aramaico divenne la lingua franca di tutto il Medioriente antico.
Di fatto, il concetto di "aramei" e di "aramaico" è essenzialmente linguistico, dal momento che solo in brevi periodi esistette un "regno arameo", peraltro lungi dal mantenere sotto la propria sovranità tutte le popolazioni di lingua aramaica.
A parte un primo enigmatico riferimento ad Aram in iscrizioni che descrivevano lo sfruttamento di Naram-Sin in Siria, viene generalmente accettato che gli Aramei si trovassero in quell'area fin dal XIV secolo a.C., e che fossero organizzati per case familiari, o Bet, come Bet Adini, la casa di Adin, oggi Tell Ahmar, o Bet Agusi, a nord di Aleppo.
Nell'odierna Siria esisteva una federazione di piccoli principati aramei, agli ordini di un re senza carattere divino che si avvaleva di una folta burocrazia, come Aram Damascus, oggi semplicemente Damasco, e Hamath. Comunque gli Aramei non divennero mai un impero veramente unito.
Questi regni vennero soggiogati da Adad-nirari II, da Assurnasirpal II e da suo figlio Salmanassar III, che distrussero molte delle piccole tribù e diedero il controllo della Siria, dei suoi commerci locali e delle sue risorse naturali agli assiri. Alcuni re assiri presero persino mogli aramee. Benché senza uno stato, gli Aramei continuarono ad essere presenti in Babilonia e Mesopotamia, dove vennero assimilati nelle società locali.
Gli Aramei ereditarono la cultura e la letteratura dai Babilonesi e da altri popoli mesopotamici.
Esempio della letteratura aramaica è la stele di Zakkur, la più antica di Kilamuwha. Questa stele parla di gesta di re con gli dei compresa la maledizione di chi l'avesse distrutta.
Le città aramaiche erano decorate da grandiose costruzioni monumentali, ricche di bassorilievi e di statue: si tratta di uno stile molto originale, con leggeri influssi dell'arte neoittita.
La religione dei principati aramei assomigliava molto a quelle cananea e babilonese, perché adoravano divinità come El Baal ed Astarte. Infatti gli Aramei ereditarono la cultura dei popoli dell'antica Mesopotamia, compresa la loro mitologia.
Gli aramei moderni, noti come aramaici, siriaci o siri, praticano prevalentemente la religione cristiana e parlano una versione dell'aramaico nota come siriaco. Per adottare i termini genealogici dell'antichità, si potrebbe considerarli come i discendenti di Aram, che era figlio di Sem, o, forse, di Nahor, fratello di Abramo, tramite suo figlio Kemuel, il padre di Aram.
Gli Aramaici sono considerati i veri discendenti degli antichi "siriani". Tuttavia, poiché ormai per "siriani" si intendono i moderni abitanti di lingua araba della Siria, costituenti la maggioranza della popolazione, si preferisce utilizzare il termine "siriaci" o "siri" per designare gli aramei odierni parlanti l'aramaico, "siriaco", e professanti la religione cristiana, i quali ormai in Siria costituiscono una minoranza rappresentante il 10% della popolazione totale. Nell'aramaico-siriaco il termine "siriaco" si traduce con Suryoye/Suryaye/Suroye/Suraye.



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