venerdì 3 ottobre 2014

3 OTTOBRE 2014

Oggi, entriamo in Arabia Saudita...


ARABIA SAUDITA

L'Arabia Saudita, ufficialmente conosciuta come il Regno di Arabia Saudita, è il più grande Stato arabo dell'Asia occidentale per superficie, circa 2,25 milioni km², che costituiscono la maggior estensione della penisola arabica, e il secondo più grande del mondo arabo, dopo l'Algeria. Confina con la Giordania, l'Iraq, il Kuwait, il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, l'Oman, lo Yemen, il mar Rosso e il golfo Persico. La sua popolazione è di circa 16 milioni di cittadini e ulteriori 9 milioni di stranieri registrati come espatriati e 2 milioni di immigrati illegali.
Il Regno di Arabia Saudita è stato fondato nel 1932 da ʿAbd al-ʿAzīz b. Saʿūd, noto per la maggior parte del suo regno come Ibn Saʿūd, anche se le conquiste che infine hanno portato alla creazione del Regno presero l'avvio nel 1902, quando conquistò Riyad, la sede ancestrale della sua famiglia, la casa di Saud. Sin dalla sua nascita, il governo dell'Arabia Saudita è stato una monarchia assoluta e segue le linee guida islamiche. L'Arabia Saudita è il luogo di nascita dell'Islam e il regno è talvolta chiamato "la terra delle due sacre moschee" in riferimento all'al-Masjid al-Ḥaram, a Mecca e all'al-Masjid al-Nabawī, a Medina, i due luoghi più sacri dell'Islam.
L'Arabia Saudita ha le più grandi riserve di petrolio al mondo che sono concentrate in gran parte nella provincia orientale. Il petrolio rappresenta più del 95% delle esportazioni e il 70% delle entrate del governo, anche se la quota di economia non-oil è stata recentemente in crescendo. Questo ha facilitato la trasformazione di un regno deserto sottosviluppato in una delle nazioni più ricche del mondo. Vasti proventi del petrolio hanno permesso una rapida modernizzazione, come ad esempio la creazione di uno stato sociale. Ha inoltre la sesta più grande riserva di gas naturale al mondo. L'Arabia Saudita è l'unico paese al mondo che vieta alle donne di guidare veicoli.
Fino agli anni sessanta, la maggior parte della popolazione era nomade o semi-nomade. A causa del rapido sviluppo economico e urbano, più del 95% della popolazione ora è sedentarizzato. All'inizio degli anni novanta la distribuzione della popolazione variava notevolmente fra le città delle zone costiere a est e a ovest del paese, le oasi interne densamente abitate e la maggioranza delle aree interne desertiche quasi totalmente disabitate. Alcune oasi hanno una densità di popolazione di più di 1.000 abitanti per chilometro quadrato.
La maggior parte dei sauditi è di etnia araba. Alcuni hanno un'origine etnica mista e sono discendenti di turchi, iraniani, indonesiani, indiani, africani e di altre etnie, la maggioranza delle quali immigrò come pellegrina dell'hajj, fissando la propria residenza nella regione del Ḥijāz, lungo il litorale del mar Rosso. Molti arabi dei paesi vicini lavorano nel regno saudita. Ci sono inoltre numerosi asiatici, immigrati per lavoro principalmente dall'India, dal Pakistan, dal Bangladesh, dall'Indonesia e dalle Filippine. I filippini in particolare rappresentano il maggior gruppo etnico straniero, con oltre 1.000.000 di immigrati. Gli occidentali sono meno di 500.000 in tutta l'Arabia Saudita.


ARABI

Nel 632, alla morte del profeta Maometto nella Penisola Arabica le opposizioni interne erano state sconfitte ed era stata raggiunta l'unità religiosa degli Arabi. I territori circostanti erano controllati in gran parte dall'impero bizantino e dalla dinastia persiano-sasanide.
Vari furono i motivi che spinsero gli arabi alla successiva campagna di conquiste, da un lato scontri passati con le forze persiane avevano dimostrato la superiorità della cavalleria leggera araba sui catafratti e si era quindi diffusa la convinzione di poter battere l'impero persiano; dall'altro lato una serie di rivolte interne affrontate dal primo successore del profeta Maometto, Abū Bakr, suo cognato,(632-634), che ebbe il titolo di califfo, cioè di vicario del profeta, spinsero a dirigere la combattività verso obiettivi esterni.
Tutto il governo del primo califfo fu infatti impegnato nella cosiddetta "guerra della ridda", per domare le tribù beduine che pensavano di poter recuperare la loro libertà d'azione precedente alla loro conversione o alla loro sottoscrizione di un accordo con la Umma islamica di Medina.
Le truppe arabe, comandate dal successivo califfo ʿUmar b. al-Khattāb (634-644) riuscirono con una serie di vittorie sui pur agguerriti eserciti bizantini guidati dall'imperatore Eraclio I a occupare Damasco, fatale ai bizantini fu la battaglia del Yarmuk in cui una serie di errori da parte dei comandanti dell'esercito provocarono la disfatta e il ritiro delle truppe bizantine. Nel 638 gli arabi conquistarono anche Gerusalemme e, nel 642, conquistarono l'impero persiano. Dopo la morte di ʿOmar, sotto la guida del terzo califfo elettivo ʿOthmān ibn ʿAffān (644-656) l'espansione continuò verso l'Armenia, e lungo la costa africana del Mediterraneo fino alla Tunisia.
Tramite contatti con le popolazioni semitiche siriane e con quelle cristiane copte d'Egitto, gli arabi avevano ulteriormente migliorato le loro già buone tradizioni marinare, iniziarono quindi a inoltrarsi nel Mediterraneo dove, battuta la flotta bizantina, occuparono Cipro dando inizio alla talassocrazia araba, almeno nel quadrante centrale e occidentale del Mediterraneo, in quello orientale il controllo dei mari fu sempre aspramente conteso ai Bizantini che coi loro dromoi, navi, conservarono un'eccellente capacità dissuasiva.


Richard Wagner - Lohengrin - Prelude

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