martedì 17 luglio 2018

Immigrazione ed Emigrazione, due Facce della stessa Medaglia

Si possono includere le migrazioni di popolazioni tra diversi paesi e i movimenti interni ad un paese; l'immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori (principalmente le nazioni cosiddette sviluppate o in via di sviluppo), i problemi che si pongono riguardano la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e della permanenza.
L'immigrazione può contribuire a risolvere problemi come sovrappopolazione, fame, epidemie e povertà nei Paesi di origine. A livello politico, i Paesi di origine e di destinazione possono stringere accordi bilaterali che prevedono flussi migratori programmati e controllati, per rispondere a esigenze di manodopera del Paese di destinazione, a problemi di sovrappopolazione del Paese d'origine, compensati da altri aspetti come uno scambio di materie prime ed energia. Un accordo di questo tipo può prevedere la fornitura di materie prime e manodopera in cambio di prodotti finiti ed investimenti nell'industria e in infrastrutture nel Paese fornitore.
Secondo il parere di alcuni studiosi, soprattutto in riferimento all'Europa e all'Italia, l’immigrazione può avere ripercussioni positive anche per i Paesi di destinazione. Il processo di invecchiamento della popolazione è un fenomeno demografico che sta interessando l’intera Europa, come conseguenza del generale miglioramento della qualità della vita e del declino della natalità in vari paesi. L’Italia rappresenta uno dei paesi più longevi al mondo e, al contempo, uno dei più colpiti dal calo delle nascite, aggravato dalla crescente precarietà occupazionale delle famiglie. I dati ISTAT del 2015 stimano l’età media italiana in aumento, giunta a 44,6 anni. L’anno 2016 mantiene inalterato questo trend, superando il record negativo delle nascite del 2015: nel 2016 sono nati 474.000 bambini, contro i 486.000 dell’anno precedente. Di conseguenza, con la diminuzione della popolazione attiva, emergono problematiche legate alla sostenibilità della spesa previdenziale. Grazie al miglioramento dei servizi sanitari e dello stile di vita l'età media si è alzata, uno scenario che si ripresenta anche a livello europeo. Ma questa grande conquista sociale e sanitaria pone pressanti problemi ai sistemi previdenziali dei paesi europei. L’altra faccia della medaglia è infatti che ci si attende una riduzione delle persone in età lavorativa.
Un incremento massiccio dell’immigrazione potrebbe costituire il fattore decisivo per il riequilibrio della spesa pensionistica, dato che la gran parte degli immigrati si trova in età lavorativa. Gli effetti positivi dell’immigrazione in Italia sono già tangibili secondo “Openmigration”, la quale stima che nel 2009, grazie agli immigrati, 520.000 italiani hanno potuto ricevere la pensione. Tale numero è aumentato a più di 600.000 nel 2013, ed è destinato a crescere nuovamente nel corso degli anni, parallelamente all’aumento dei contributi previdenziali degli stranieri.
Dal versante opposto, altri sostengono che l'immigrazione possa essere una delle cause dell'alto tasso di disoccupazione tra gli italiani e gli europei, poiché gli immigrati troverebbero più facilmente lavoro. Prima della crisi , il lavoro degli immigrati poteva essere considerato complementare a quello dei nativi e non sostitutivo. Gli stranieri hanno occupato per la maggior parte posti di lavoro dequalificati, per i quali l’offerta di lavoro degli italiani non era sufficiente. Ma dal 2010-2011 si registra un aumento dell’occupazione degli italiani nelle professioni a bassa qualifica: ciò significa che sta venendo meno la complementarità della forza lavoro italiana e straniera; quindi sempre più italiani e stranieri si contendono gli stessi posti di lavoro. Non sorprende dunque il risultato del sondaggio Demos per “La Repubblica” del settembre 2016, secondo il quale l’83% degli italiani sarebbero favorevoli al ripristino delle frontiere nell’area Schengen.

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