Il suo mercato dipende pesantemente dal settore agricolo dato che coinvolge quasi il 70% del popolo ivoriano. Ne consegue un'economia altamente e sensibile alle fluttuazioni dei mercati internazionali su questi prodotti e alle condizioni meteorologiche.
Dall'indipendenza del 1960 fino ai primi anni ottanta il paese godette di un lungo periodo di notevole sviluppo economico, conquistandosi in tal modo un posto tra i paesi in via di sviluppo a medio reddito. Negli anni successivi l'economia subì un forte arresto a causa del crollo dei prezzi dei principali prodotti d'esportazione e subì ulteriori danni a causa della siccità che interessò il paese. Fu inaugurato un programma di privatizzazione e il governo tentò, senza successo, di differenziare l'economia nazionale. Nonostante tutti questi sforzi, la Costa d'Avorio continuò a dipendere ancora in gran parte dall'agricoltura e dalle attività a essa collegate; a tutt'oggi quelle stesse attività danno lavoro a circa il 68% della popolazione del paese. Oltre a caffè, cacao e olio di palma, lo stato produce ed esporta grandi quantità di banane e ananas, noci, canna da zucchero, cotone, sesamo, copra, arachidi e caucciù. Ma è anche produttore di manioca, riso, mais, miglio, patate dolci e sorgo, destinati soprattutto al consumo locale. Molto sviluppata è la pesca, soprattutto per quanto riguarda il tonno, lavorato ed esportato anche all'estero.
Un altro settore di notevole rilevanza divenne, a partire dal 1977, quello manifatturiero, grazie alla scoperta di giacimenti di petrolio al largo della costa, notevolmente incrementati dagli anni 2000. Il principale legname destinato all'esportazione è il mogano e, per quanto riguarda le estrazioni minerarie, ci sono notevoli quantità di diamanti, manganese, nichel, bauxite e oro.
In puntata molto di più...
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