Finalmente, riuscii a comporre un insieme che trovai soddisfacente. Ero abbastanza sexy. O meglio, speravo che così mi vedessero i suoi occhi. Dal modo in cui mi guardò quando entrai in salotto, capii di aver fatto centro. Anche se per poco non mi sentii mancare. Non lo avevo mai visto così bello, così seducente. Quel suo fisico atletico, e quel suo viso stupendo, un miscuglio di sensualità e dolcezza…. Il cuore mi batteva come un tamburo. Mi sembrava che nella stanza non ci fosse che lui… Gli sarei saltata al collo per riempirlo di baci. Per stringerlo e non lasciarlo più andare. Ma quel poco di autocontrollo che mi rimaneva mi aiutò a non farlo.
Il cenone andò benissimo. In quel clima di allegria ritrovata. Non ci sembrava vero. L’anno nuovo ci sorprese mentre ancora stavamo mangiando il secondo. Ci interrompemmo per stappare la classica bottiglia e per farci gli auguri. Che Loris mi fece con un appassionato bacio. Sotto il vischio, che premurosamente Loredana teneva sopra le nostre teste.
Terminammo la cena e ci unimmo ai vari artificieri dilettanti che la notte di San Silvestro illuminano a giorno il cielo di Sauze con fuochi d’artificio e affini. Da qualunque parte scorresse lo sguardo era un susseguirsi di stelle e scintille, mentre le povere orecchie, nostre, e soprattutto dei cani, impazzivano agli scoppi dei petardi.
Sparammo fuochi per un’ora. E ridevamo. Ridevamo di gusto.
Quando rientrammo continuavamo a ridere. Con una fetta di panettone in una mano e un bicchiere nell’altra incominciammo a ballare, al ritmo della musica sudamericana. Stavamo festeggiando per davvero. Eppure, solo il giorno prima sembrava impossibile. La festa continuò fino alle quattro. Quando Mirella e Giovanni gettarono la spugna. Lui aveva bevuto troppo e lei ballato troppo. A ruota li seguirono Gitte e Alberto, che dal loro atteggiamento lasciavano capire che intendevano continuare privatamente la festa. Speravo che anche a Loris fosse venuta un’intuizione del genere. Ma lui continuò a ballare. Andrea, Paolo e Giuliana defezionarono, perché non ce la facevano più. Loredana, che avrebbe continuato, ma per riguardo ritenne opportuno ritirarsi, propose un gioco di società. La bottiglia.
“Siiiii. Quanto mi piace”, ironizzò Paolo,
“Come quando eravamo ragazzini e non avevamo il coraggio di scambiarci un bacio”, rise Giuliana,
“Invece dei baci, facciamo le domande”, suggerì Andrea,
“Giusto. Molto giusto”, echeggiò Loris,
“Daiiiiiiii. Che ne ho di domande da farvi…”, scherzai.
Dopo mezz’ora, il gioco era esaurito e i primi accenni di sonno erano percettibili dagli occhi che iniziavamo a stropicciarci.
“Tutti a nanna, che domani ci alziamo presto e andiamo a sciare”, disse Paolo, prima di augurare la buonanotte a tutti e dirigersi in camera sua, dove discretamente lo seguì Loredana. Si accodarono anche Giuliana e Andrea, che quella notte condivisero il letto. Per scambiarsi confidenze e tristezze. Io e Loris rimanemmo in salotto da soli.
“Finalmente soli”, mi sussurrò in un orecchio,
“Già”, sorrisi,
“Andiamo a dormire anche noi?”, mi domandò,
“Si. Non è male l’idea di Paolo”, risposi.
Salimmo in silenzio. Ero un po’ delusa. Dopo il bacio appassionato Loris non aveva più fatto alcun tentativo di avvicinarsi a me. Feci per dirigermi nella mia stanza, ma lui mi prese per un braccio e mi attirò contro il suo petto. Mi diede un bacio sulla fronte, che mi fece perdere tutte le speranze. Mi aspettavo che mi desse la buonanotte… Ma così non fu. Mi seguì nella mia stanza e chiuse la porta.
Tratto da "Il Reporter & il Detective"
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