EUROPA PARTE 1009 - Stati dell' Europa Parte 903
PAESI BASSI F
Geografia
La superficie totale dei Paesi Bassi è di 41 543 km² (paragonabile alla superficie della Svizzera 41 285 km²). La principale caratteristica della geografia olandese è la piattezza del territorio: circa metà del territorio si trova a meno di un metro sopra il livello del mare ed una parte consistente (27% della superficie totale, in cui risiede il 21% della popolazione) è sotto il livello del mare. Una catena di dune e dighe lungo le coste e le rive dei fiumi principali impediscono che queste zone vengano inondate, mentre numerose stazioni di pompaggio provvedono a rimuovere l'acqua piovana in eccesso.La lotta per strappare il territorio al mare ed ai fiumi è uno dei temi ricorrenti della storia e della geografia olandese. Infatti buona parte del territorio è costituito da polder, ovvero da terreni strappati al mare, a lagune o a paludi costiere.
Il punto più elevato dei Paesi Bassi "continentali" è il Vaalserberg (321 m s.l.m.), nell'estremo sud-est del paese; ma è il Monte Scenery (840 m s.l.m.), un vulcano spento situato sull'isola di Saba nei Caraibi olandesi, a detenere il primato per l'intero Stato.
La rete idrografica olandese ha caratteristiche peculiari. I Paesi Bassi sono divisi in due parti principali da un intricato sistema di fiumi che ha origine dalla Schelda (Schelde), e soprattutto dalla Mosa (Maas) e dal Reno (Rijn), che in territorio olandese formano un complicato delta, i cui rami principali sono noti come Waal, Lek, IJssel e Amstel.
Questa divisione è rilevante anche dal punto di vista culturale, come evidenziato dai differenti dialetti parlati nel nord e nel sud, ed ancor più dalla predominanza cattolica nella regione a sud dei fiumi e protestante calvinista nel nord, in particolare nelle province frisone a nord dell'IJssel.
La geografia olandese ha subito consistenti evoluzioni in età storica. Nel 1287 una grande tempesta travolse le dune costiere e permise al mare di riversarsi nell'interno del Paese, formando il golfo noto come Zuiderzee (Mare del Sud) ed allargando il Mare dei Wadden; si stima che questa inondazione abbia provocato almeno 50.000 vittime.
Un'altra regione particolarmente soggetta a inondazioni è quella del delta (in particolare la Zelanda). Questa regione fu al centro di un'alluvione che si verificò il 5 novembre 1530, provocando la morte di 100 000 persone. Gran parte delle Fiandre e della Zelanda furono allagate, compresa quella che ora è chiamata Verdronken Land (terra affogata), intorno all'antica città di Reimerswaal che, già seriamente danneggiata dall'alluvione del 1287, decadde rapidamente fino al definitivo abbandono del 1632 (quando fu ricostruita più a sud). La stessa regione fu la più colpita dall'ultima inondazione catastrofica del Paese: nella notte tra il 31 gennaio e il 1º febbraio 1953 una combinazione di alta marea e di vento molto forte da Nord-Ovest si abbatté sui Paesi Bassi allagando i polders, distruggendo vaste aree del paese e provocando la morte di 1 835 persone. L'inondazione interessò il 9% del terreno agricolo olandese e 1 365 km² di territorio furono invasi dalle acque del mare. A causa del sale i campi inondati furono inutilizzabili per diversi anni.
Queste catastrofi spinsero il governo olandese a prendere provvedimenti. L'iniziativa più importante furono i cosiddetti Zuiderzeewerken, iniziati nella prima metà del XX secolo, che non si limitarono alla difesa dalle inondazioni, ma permisero di reclamare buona parte del territorio invaso dal mare nel 1287: infatti la costruzione (1932) della cosiddetta Afsluitdijk (diga di sbarramento) fra la Frisia e l'Olanda Settentrionale tornò a separare lo Zuiderzee dal mare, trasformandolo nel lago IJsselmeer; il lago fu poi parzialmente prosciugato, formando la provincia di Flevoland. Più recentemente il cosiddetto piano Delta (intrapreso a seguito dell'inondazione del 1953) ha messo in sicurezza la regione del delta e la Zelanda. I lavori furono terminati nel 1997 con il completamento della barriera di Maeslantkering, nel Nieuwe Waterweg, presso Rotterdam.
Il clima dei Paesi Bassi è oceanico temperato, dunque è definibile perlopiù come atlantico sulle coste e verso l'interno continentale freddo. Gli inverni non sono eccessivamente freddi e le temperature medie di gennaio sono comprese tra i +2/+2,5 °C della costa atlantica nord-occidentale e i +1/+1,5 °C delle zone sud-orientali al confine con la Germania. In pieno inverno si possono alternare giornate piovose, nuvolose o variabili, da temperature massime anche oltre i 10 gradi sopra lo zero, e periodi in cui invece predominano masse d'aria di origine artica, con forti gelate che possono perdurare anche nelle ore diurne e portare al congelamento dei numerosi canali; in questi periodi non sono rare le nevicate, ma la persistenza della neve al suolo è in genere piuttosto breve. Ricorrenti i venti occidentali, soprattutto in autunno e in inverno, che solitamente portano maltempo e a volte possono essere molto forti. L'estate è fresca e moderatamente piovosa, con temperature medie di luglio comprese tra i +16 °C del litorale Atlantico settentrionale e i +19 °C delle zone sud-orientali. Le precipitazioni sono abbondanti (quasi ovunque comprese tra 600–1000 mm) e sono ben distribuite in ogni mese dell'anno, con un massimo relativo in autunno (ottobre-novembre) e un minimo, anch'esso non troppo pronunciato, in primavera (aprile).
James - Sometimes
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