Fino al XVIII secolo le arti figurative svizzere sono rimaste confinate - con qualche pregevole eccezione - all'ambito domestico. Pittori e scultori svizzeri portarono la loro arte all'estero, fra costoro si distinse Johann Heinrich Füssli (che operò soprattutto in Inghilterra con il nome di Henry Fuseli). Nell'Ottocento si fecero largo Arnold Böcklin, Albert Ankel, Vincenzo Vela e Ferdinand Hodler. Il Novecento vide una maggiore interazione dell'arte svizzera con quella europea. Accanto a Paul Klee, esponente dell'astrattismo, Alberto Giacometti è forse la figura di maggior rilievo: a Parigi, fra le due guerre, si accostò al movimento cubista per arrivare al surrealismo, dopo la seconda guerra mondiale, ritornò a Parigi e influenzato dall'esistenzialismo sviluppò un personalissimo stile di figure molto allungate in bronzo composte da piccoli ammassi di materia, stile che sviluppò anche in pittura e soprattutto in stampe litografiche. E ancora da ricordare l'artista Sophie Taeuber-Arp. Altra figura di spicco, attivo soprattutto negli anni '60/'80 del '900, Jean Tinguely, scultore appartenente al "Nouveau Réalisme", marito di Niki de Saint Phalle. Sempre nel secondo dopoguerra, il pittore, designer e scultore HR Giger sviluppò il proprio universo distopico, xenomorfo e biomeccanico, in cui la creatura più celebre è il mostro alieno del film Alien e seguiti, animato da Carlo Rambaldi con il quale l'artista elvetico vinse l'Oscar ai migliori effetti speciali nel 1980.
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