Dopo la prima guerra mondiale e la caduta dell'Impero austro-ungarico, la maggior parte dell'attuale Slovenia entrò nel neonato Regno di Jugoslavia ("Regno dei serbi, dei croati e degli sloveni"); mentre un'altra parte, corrispondente alla Valle dell'Isonzo, alle zone di Idria e di Postumia ed alla parte carsico-istriana, dove era presente una popolazione d'etnia slovena (minoritaria lungo le coste e nei centri maggiori, maggioritaria nell'interno), fu attribuita al Regno d'Italia. La linea di confine stabilita dal Trattato di Rapallo (1920) iniziava sul monte Forno, passava per il Monte Gialuz, e per il monte Tricorno, sfiorava pendici occidentali del monte Blegos e le falde orientali del monte Nevoso per terminare sul confine dello Stato libero di Fiume. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1941, la Jugoslavia venne invasa dagli eserciti dell'Asse, e la Slovenia fu divisa fra l'Italia (con la creazione della Provincia di Lubiana), la Germania e l'Ungheria. In quello stesso periodo, la popolazione tedesca dell'isola linguistica di Gottschee fu in larga parte espulsa, e l'area ripopolata con sloveni provenienti dalla zona sotto occupazione ungherese. Dal settembre 1943 anche la zona precedentemente annessa dall'Italia fu occupata dal Terzo Reich, e divenne parte della Zona d'operazioni del Litorale adriatico.
Nel X secolo diverse cittadine e vallate della zona furono aggregate, seppur distanti, a Principati vescovili dell'area tedesca, mentre nel 1071 anche la Carniola fu sottoposta alla giurisdizione secolare dei Patriarchi di Aquileia. Questi la diedero in feudo alla casata di Babenberg, iniziando così il legame storico e statuale fra la Slovenia e l'Austria. Nel 1245, Federico II di Babenberg, duca d'Austria e di Stiria, ottenne il titolo di Ducato anche alla Carniola. Nel 1278 la città di Capodistria e la zona costiera istriana a lei vicina, fino a quel momento appartenuta al Patriarcato, si unì alla Repubblica di Venezia.
Seguì un periodo di governo della casa di Carinzia e Tirolo, che erano già signori anche dell'area di Gorizia, ma alla morte di Enrico di Carinzia e Tirolo nel 1335 la Carinzia, la Carniola, la Stiria ed altri possedimenti furono assegnati dall'Imperatore Ludovico il Bavaro a Ottone IV d'Asburgo. Dal 1335 pertanto iniziò il lungo periodo di dominio asburgico dell'attuale Slovenia, terminato solo dopo sei secoli nel 1918.
L'odierna Slovenia è stata abitata fin dalla preistoria. Sono stati ritrovati nella nazione dei fossili databili a circa 250 mila anni fa. il flauto di Divje Babe, trovato nel 1995 nella grotta di Divje Babe vicino Circhina, è probabilmente lo strumento musicale più antico mai reperto nella storia. La storia del territorio della Slovenia e quella del popolo sloveno si intrecciano con le vicende delle potenze vicine nel corso dei secoli. Lo sviluppo nel tempo della storia slovena si segue facendo riferimento alle sue province storiche: la Carniola al centro, la porzione meridionale della Stiria a oriente, e l'area alpino-litoranea a ovest. Durante l'Impero romano, il territorio dell'odierno Stato era suddiviso fra la regione della Venetia et Histria a occidente, e la provincia della Pannonia a oriente, separate da una linea di confine lungo le Alpi Giulie ed il Carso che ritornerà più volte nella vicenda storica. Dopo la caduta dell'Impero, il paese entrò a far parte del regno di Odoacre e poi di quello ostrogoto, mentre nel VI secolo si insediarono nell'area le genti slave meridionali, cui si possono ricondurre gli attuali sloveni. Nell'VIII secolo la zona passò sotto il dominio dei Franchi e dal 753 la Carniola fu cristianizzata dal monaco irlandese san Modesto inviato nella regione come corepiscopo di Carantania dal vescovo Virgilio di Salisburgo e dai missionari irlandesi o di scuola irlandese susseguiti dal vescovato di Salisburgo e dal Patriarcato di Aquileia. Sotto Carlo Magno, la Carniola fece parte della Marca del Friuli, ma poi divenne un margraviato autonomo, governato da un margravio di etnia slava con sede a Kranj, soggetto ai duchi di Carinzia. L'area occidentale alpino-litoranea invece continuò a far parte del Friuli storico.
La Slovenia, ufficialmente Repubblica di Slovenia, è uno Stato sovrano dell'Europa centrale. Confina a ovest con l'Italia (Friuli-Venezia Giulia), a nord con l'Austria, a est con l'Ungheria e a sud con la Croazia, affacciandosi a sud-ovest sul mare Adriatico (golfo di Trieste). La sua capitale è Lubiana. Dal 1º maggio 2004 la Slovenia è uno stato membro dell'Unione europea; dal 1º gennaio 2007 l'euro è diventato la valuta nazionale, sostituendo il tallero sloveno, adottato nel 1991 dopo l'indipendenza; precedentemente la moneta era il dinaro iugoslavo. Nella regione istriana del Paese vive una comunità autoctona italiana, mentre nella zona di confine orientale si trova quella ungherese; crescente è l'immigrazione serba e bosniaco-erzegovina. Dal 2000 la Slovenia è membro dell'Iniziativa Adriatico Ionica, che ha lo scopo di favorire il processo di integrazione dei paesi balcanici all'interno dell'Unione Europea. La Festa nazionale slovena, così come quella croata, ricorre il 25 giugno, anniversario della dichiarazione d'indipendenza del 1991 dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Dolci tipici slovacchi sono le torte a base di pasta lievitata e pasta frolla, lo strudel ai semi di papavero, alle noci o al quark oppure i buchteln con marmellata, semi di papavero, quark o noci. Le tagliatelle ai semi di papavero al forno (opekance s makom) vengono preparate soprattutto a Natale perché, tra le altre cose, il papavero simboleggia la ricchezza nella tradizione popolare slovacca. Alcune specialità includono il trdelník della città slovacca occidentale di Skalica e i rotoli dolci di Bratislava (bratislavské rožky). Sono popolari anche i pagáče e le torte con crauti come dolci salati. I formaggi tipici del paese sono preparati con latte di pecora e includono, oltre al bryndza, parenica, oštiepok e korbáčik.
Tipi specifici di alcolici slovacchi sono la borovička (brandy al ginepro) e hriatô (miscela di pancetta fritta, alcool e miele o zucchero). Oltre alla sliwowitz (slivovica), conosciuta in altri Paesi europei, si producono anche grappe alla frutta come la marhuľovica (grappa all'albicocca), la jablkovica (grappa alla mela) o la hruškovica (grappa alla pera). Un tipico liquore alle erbe slovacco è il Demänovka di Liptovský Mikuláš. La birra è popolare anche in Slovacchia, con marchi locali come Corgoň, Kelt, Smädný mních, Stein, Šariš, Topvar e Zlatý Bažant, ora di proprietà di aziende produttrici di birra internazionali. Inoltre, soprattutto dalla fine degli anni 2000, sono emersi numerosi piccoli birrifici: all'inizio del 2020 si contavano complessivamente 76 piccoli birrifici, oltre a quattro birrifici di medie e grandi dimensioni. Anche la viticoltura è praticata, soprattutto nell'ovest e nel sud del paese; i Piccoli Carpazi sono conosciuti come una regione vinicola, così come la parte slovacca della regione nei pressi di Tokaj, dove si produce l'omonimo vino, molto conosciuto in tutto il mondo. L'azienda Hubert produce spumante dal 1825 come prima cantina di spumanti fuori dai confini della Francia. Le bevande analcoliche più famose includono la bevanda al succo d'uva Vinea e Kofola. Una bevanda tradizionale slovacca viene ricavata dal siero del latte utilizzato per la produzione del formaggio e si chiama žinčica.
Simile alla cucina ceca, la cucina slovacca è sostanziosa e ricca. Gli ingredienti principali nei piatti tipici del Paese sono il latte, le patate, i crauti e la carne. Le zuppe tipiche slovacche includono, ad esempio, la zuppa di crauti (kapustnica), la zuppa di bryndza (demikát), la zuppa di aglio, la zuppa di fagioli e salsicce e la zuppa di manzo e pollo. Il piatto nazionale della Slovacchia si chiama bryndzové halušky (gnocchi di bryndza), dove gli gnocchi vengono serviti con formaggio di pecora e pancetta. Un altro piatto di gnocchi comune è chiamato strapačky o kapustové halušky (gnocchi di crauti), con diverse varianti in tutto il Paese. I pierogi (pirohy) con ripieno dolce o salato sono particolarmente presenti nella Slovacchia orientale. Tipici della Slovacchia sono anche le frittelle di patate (lokše), i piatti di carne come l'oca arrosto e il sanguinaccio (jaternica), la salsiccia pressata (tlačenka) e l'aspic (huspenina). Tradizionalmente si preparano anche vari piatti a base di porridge con cereali, come il semolino al latte (krupicová kaša). Storicamente un piatto popolare preparato durante il lavoro agricolo erano le uova strapazzate, così come altri piatti a base di uova erano parte integrante dei piatti festivi. Per ragioni storiche la cucina slovacca è stata influenzata, oltre che da quella ceca, in particolare da quella austriaca e da quella ungherese: per cui, ad esempio, il controfiletto (sviečková), la cotoletta alla viennese (viedenský rezeň) e il gulasch (guláš) sono popolari in Slovacchia. Come in Cechia, lo street food comprende il formaggio impanato (vyprážaný syr), così come l’insalata treska v majonéze (merluzzo e maionese), diffusa quasi esclusivamente in Slovacchia e divenuta una sorta di piatto nazionale. Tra i diversi tipi di carne quelli più usati sono il maiale, il manzo e il pollo, mentre la carne di selvaggina è meno frequente. Nonostante la tradizione contadina alpina, la carne di agnello e di pecora non è attulamente molto diffusa, mentre in passato lo erano. La carpa e la trota sono tra i pesci più utilizzati nei piatti di questo tipo.
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Una letteratura slovacca vera e propria si afferma nel XIX secolo con Ľudovít Štúr, linguista e poeta, Pavol Országh Hviezdoslav, il maggior poeta slovacco e Ján Hollý, autore di Svätopluk (1833), il poema epico eroico nazionale slovacco . basato anche sul valore della libertà nazionale e l'umanità del popolo slovacco. Nel XX secolo prevale una forma di scrittura di impatto storico e sociale sulla situazione slovacca durante la seconda guerra mondiale. Nel XXI secolo si distinse,tra gli altri, Pavol Rankov, primo scrittore slovacco ad aggiudicarsi il Premio letterario dell'Unione europea,nel 2009, col romanzo Stalo sa prvého septembra (alebo inokedy).
In ambito cinematografico possiamo ricordare registi come Paľo Bielik, anche noto attore, celebre protagonista del film Janosik (1936), e, ancora, Juraj Jakubisko, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali.
Scienza e tecnologia
La Slovacchia nello spazio20 febbraio 1999: Ivan Bella è il primo slovacco ad andare nello spazio 23 giugno 2017: viene lanciato SkCUBE, il primo satellite slovacco
A causa dello sviluppo geologico del paesaggio, in Slovacchia si sono formate molte grotte carsiche e un numero minore di grotte di altra origine (ad esempio come grotte fessurate in andesite, basalti, graniti, ardesie). La maggior parte delle grotte carsiche si è formata in calcarimesozoici del medio Triassico, e meno in travertini più recenti. Alcune si trovano in rocce che sono poco solubili in acqua. Il Slovacchia si conoscono più di 7 100 grotte; la maggior parte di esse si trova nel carso slovacco, nella pianura di Murán, nella Grande Fatra e in tutte le sottocatene montuose dei Tatra. Circa 20 grotte sono gestite come grotte turistiche, 12 delle quali da un apposito ufficio governativo, l'Amministrazione slovacca delle grotte (Správa slovenských jaskýň, SSJ). Tra queste ci sono le cinque grotte che fanno parte del patrimonio mondialeUNESCO col nome di “Grotte del Carso di Aggtelek e del Carso slovacco”: il complesso Baradla-Domica, la grotta di Jasovská, la grotta di Gombasecká, grotta di aragonite di Ochtinská e grotta di ghiaccio di Dobšiná. Nel sistema di grotte Demänová sono aperte al pubblico la grotta della libertà e la grotta di ghiaccio. Le altre grotte gestite dalla SSJ sono la grotta di Belianska, di Brestovská, di Bystrianska, di Harmanecká, di Važecká e la Driny.
Le tre grotte più lunghe includono il sistema di grotte Demänová nei Bassi Tatra (41 km), la Mesačný tieň negli Alti Tatra (32 km) e la Stratenská diera nel Paradiso slovacco (22 km). Le grotte più profonde sono la Hipmanove jaskyne nei Bassi Tatra (495 m), la Mesačný tieň (451 m) e la Javorinka (374 m) negli Alti Tatra.
Aree protette
Il Paese fu uno dei primi al mondo ad adottare una norma per la protezione della natura e del paesaggio, nel 1955. Qualche anno prima, nel 1949, venne istituito il primo parco nazionale, quello del Tatra. La conservazione della natura in Slovacchia si articola su 5 livelli: al primo corrisponde il più basso livello di protezione, al quinto il più alto. La Slovacchia ha 23 aree protette su larga scala, con 9 parchi nazionali, e centinaia di aree protette su piccola scala.
Ci sono circa 13 100 specie di piante in Slovacchia, tra cui circa 3 000 alghe e alghe blu-verdi, 3 700 funghi, 1 500 licheni, 900 muschi e 4 000 piante vascolari. Secondo l'inventario forestale del 2004-2007, la percentuale di foreste sulla superficie ammonta al 44,3% della superficie nazionale. Il clima divide il paese in diversi livelli di vegetazione. Le pianure sono in gran parte paesaggistiche, con solo pochi resti delle foreste originarie. Le foreste ripariali (di salici e pioppi) sono diminuite notevolmente; i migliori esempi si trovano lungo il Danubio. Fino a circa 550 m di altitudine (pianura e bassa montagna) nello Záhorie si trovano soprattutto querce e carpini; faggi e abeti crescono più in alto, fino a 1 100-1 250 ms.l.m. (basse catene montuose), mentre gli abeti rossi si trovano fino alla linea degli alberi (1 450-1 700 m). Sui monti Tatra si trova anche il pino. Al di sopra della linea si può trovare il fenomeno noto come Krummholz, mentre la conformazione prettamente alpina è limitata alle vette più alte dei Tatra. Nel complesso le foreste sono costituite per il 60% da latifoglie e per il 40% da foreste di conifere, le più comuni sono di faggio (con una quota superiore al 33%), abete rosso e quercia.
L'emittente pubblica si chiama Slovenská televízia a rozhlas (STVR), in sostituzione di Rozhlas a televízia Slovenska (RTVS). STVR è stata istituita il 1° luglio 2024 ed è stata accusata dall'opposizione al governo Fico e dai media internazionali di essere un mezzo di propaganda dell'esecutivo e di limitazione della libertà di stampa.[143][144][145][146][147] Nel 2019TV Markíza è stato il canale televisivo più visto con il 40% di share, seguito da TV JOJ con il 28% e Jednotka con il 19%. Altri canali televisivi includono TA3 (canale di notizie), TV Doma e TV Dajto (entrambi di proprietà di CME), TV WAU, Plus e TV Jojko (canale televisivo per bambini) di proprietà di JOJ Group. Esistono circa 50 stazioni televisive commerciali, alcune delle quali trasmettono solo a livello regionale o locale. Le stazioni radio più ascoltate nel 2019, secondo un sondaggio di Median SK, sono state le seguenti: Rádio Expres (22%), Rádio Slovensko (21%), Fun Rádio (12%), Rádio Vlna (8%), Rádio Európa 2 (7°%), Rádio Jemné (7%) e Rádio Regina (6%). Altre stazioni rappresentavano il 22% degli ascoltatori. Ci sono un totale di 32 stazioni radio commerciali.
Dal 1995 il prelievo di acque superficiali e sotterranee è diminuito in modo significativo. Mentre nel 1995 i rispettivi valori erano di 808 miliardi di m³, nel 2018questi valori erano di 234 miliardi di m³. Nel 2018 l’89,25% della popolazione e 2 416 comuni su 2 890 erano serviti dalla rete pubblica di distribuzione idrica, anche se con alcune differenze regionali. Mentre a Bratislava e nell'area circostante e in alcune parti della Slovacchia centrale e settentrionale più del 95% delle famiglie erano collegate, in alcune parti della Slovacchia meridionale e orientale la percentuale era inferiore all'80%. Nel 2018 sono stati prodotti quasi 292 milioni di m³ di acqua potabile e le perdite nella rete di distribuzione sono state pari a circa il 24%. Nello stesso anno il consumo domestico di acqua per persona al giorno è stato di quasi 78 litri, mentre nel 2013 il consumo annuo di acqua per abitante era di 118 m³.
La percentuale di residenti collegati a una rete fognaria pubblica era del 68,4% nel 2018. Si tratta di un valore basso rispetto ad altri paesi dell’UE. Anche in questo caso la proporzione varia a seconda della regione: mentre nelle grandi città di Bratislava e Košice oltre il 90% delle utenze domestiche e nelle parti della Slovacchia sud-occidentale, centrale e settentrionale oltre il 70% delle utenze domestiche erano collegate, in alcuni distretti della Slovacchia meridionale la quota scendeva a meno del 50% o anche del 40%. Nel 2018 esistevano complessivamente 706 impianti di depurazione con una capacità totale di 2,42 milioni di m³ di acqua al giorno. Nello stesso anno sono stati scaricati 597 milioni di m³ di acque reflue, di cui il 93% è stato trattato in impianti di depurazione. Gli impianti di trattamento delle acque reflue hanno prodotto 55 929 tonnellate di fanghi di depurazione, di cui quasi l'80% è stato compostato o utilizzato per produrre energia.