CONFLITTI ARABO-ISRAELIANI
La guerra con l'Egitto del 1956
Il 25 luglio 1956, Gamāl ʿAbd al-Nāṣer nazionalizzò la Compagnia del Canale di Suez, di proprietà anglo-francese, scatenando così l'intervento di Francia e Gran Bretagna, che vedevano messi in pericolo i loro interessi economici e strategici, e dello stesso Israele che si disse minacciato dalla nuova alleanza militare inter-araba, prefigurata dal Presidente egiziano, con la Siria e la Giordania. Israele reagì al proposito del presidente egiziano Gamāl ʿAbd al-Nāṣer d'impedire a Israele la navigazione attraverso il Canale.
Francia e Gran Bretagna furono in fretta costrette a rinunciare al conflitto per la minaccia di un intervento sovietico e statunitense ma, anche in tale occasione, la migliore organizzazione militare consentì agli israeliani di prevalere sugli avversari: gli Arabi furono costretti alla ritirata dalla brillante condotta delle operazioni da parte del generale israeliano Moshe Dayan che riuscì a conquistare il Sinai, solo successivamente restituito all'Egitto per l'intermediazione dell'Onu, da Rafah a al-Arīsh.
A partire dal 1962 una lunga serie di scaramucce di confine tra Egitto e Israele preparò il terreno per una nuova guerra. Il 21 maggio 1967 su richiesta egiziana la forza di interposizione Onu venne ritirata da Gaza e da Sharm al-Shaykh. Il 23 maggio 1967 l'Egitto chiuse la navigazione alle navi israeliane attraverso gli Stretti di Tiran, questa azione fu considerata come casus belli da Tel Aviv.
La Guerra dei sei giorni del 1967
Il 5 giugno 1967 un attacco preventivo delle forze aeree israeliane avviò la "III Guerra arabo-israeliana o Guerra dei sei giorni", con la distruzione al suolo della quasi totalità dell'aviazione di Egitto, Siria e Giordania, con le forze corazzate e di terra di quei paesi che, senza copertura aerea, furono letteralmente decimate.
Con questa fulminea vittoria Israele occupava l'intera penisola del Sinai e la striscia di Gaza che fino ad allora era rimasta sotto amministrazione militare egiziana, oltre a inglobare l'intera Cisgiordania, Gerusalemme compresa, e le alture del Golana nord-est, sottratte invece alla Siria.
Sono questi, tranne il Sinai poi restituito all'Egitto in seguito agli accordi di Camp David del 1978, i cosiddetti "Territori siro-palestinesi occupati", nei confronti dei quali una parte degli Israeliani cominciò a nutrire propositi di definitiva annessione, favorendo l'istituzione di colonie agricole in grado di presidiare il territorio palestinese occupato della Cisgiordania, nelle quali operano spesso coloni armati, molti dei quali vicini alle posizioni della destra nazionalista israeliana, fra cui il movimento del Gush Emunim, La gente comune, tanto da indurre gli arabi di tali zone a trovare rifugio all'estero.
Le Nazioni Unite intervennero nella questione con la risoluzione 242, prospettando il ritiro di Israele dai "Territori Occupati" in cambio del riconoscimento dello Stato ebraico da parte degli Stati arabi confinanti; in sostanza, la risoluzione delineava quella politica di "pace in cambio di territori" che da allora ha ispirato tutti i tentativi di soluzione della questione palestinese.
La cosa non si prospettava semplice perché, se all'interno di Israele una corposa pressione politica era espressa dai gruppi di estremisti nazionalisti che rifiutavano qualsiasi possibile dialogo con la parte araba, e in alcune frange giungevano addirittura a proporre la creazione di una biblica "Grande Israele" che si estendesse dal Nilo fino all'Eufrate, nel 1964 nasceva in ambito arabo palestinese una nuova organizzazione, dapprima direttamente sotto il controllo della Lega Araba, che si proponeva di rappresentare gli interessi diretti del popolo palestinese. Tale organizzazione, che si svincolerà poi dalla Lega Araba per divenire l'unica rappresentante internazionale del popolo palestinese, era l'Olp, Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che, dopo un breve periodo di presidenza di Ahmad al-Shuqayri, sarà poi guidata fino alla sua morte dal leader Yasser Arafat.
A testimonianza degli squilibri che la situazione palestinese comportava per tutta l'area medio-orientale, vanno ricordate le guerre di Libano prima (1969) e quella cosiddetta "d'attrito" con l'Egitto, nonché quella con la Giordania (1970). Tutte furono provocate dall'impossibilità araba di accettare una situazione di totale sottomissione allo strapotere militare d'Israele e dalle attività di guerriglia dell'Olp che sperava potesse essere un giorno formato uno Stato indipendente palestinese. In quel periodo l'organizzazione di guerriglia più attiva fu forse il Fronte Nazionale per la Liberazione Palestinese Flp, che in quei paesi aveva insediato le proprie basi operative.
La guerra del Kippur o Yom Kippur
L'intervento dei "caschi blu" dell'Onu giunse a evitare ulteriori radicalizzazioni del conflitto e l'alterazione dei già delicati equilibri regionali. Gli accordi fra Egitto e Israele, seguiti più tardi dal riconoscimento dello Stato d'Israele da parte del Cairo, imitato più tardi dalla Giordania, avviarono una nuova fase politica, tendenzialmente meno incline al confronto armato come strumento di risoluzione delle controversie. Nel 1973 si ebbe una nuova crisi medio-orientale che porterà in breve tempo alla IV guerra arabo-israeliana, detta anche "del Kippur", da una festività religiosa ebraica. In questa occasione furono gli eserciti dell'Egitto e della Siria ad attaccare a sorpresa Israele, che perse il controllo del Canale di Suez, inutilmente presidiato con la cosiddetta "linea Bar-Lev", pur dimostrandosi in grado di reagire con efficacia, organizzando un'abile controffensiva con sue unità corazzate, guidate dal generale Ariel Sharon, che riuscirono ad attraversare il canale di Suez e a porre sotto assedio, sia pur teoricamente, l'intero III Corpo d'armata egiziano, rimasto al riparo delle sue postazioni missilistiche anti-aeree che, nelle prime fasi della guerra, avevano decimato l'aviazione di Israele.
Si chiuse così la fase del coinvolgimento diretto degli Stati arabi in guerre dichiarate contro Israele, mentre nella lotta per la liberazione della Palestina assunse un peso sempre più rilevante l'Olp.
Enigma -Shadow in Silence
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