ARABI
La jahiliyya, età preislamica
I beduini, abitanti delle steppe arabe, erano invece dediti al piccolo e grande nomadismo a causa del loro speciale modo di produzione che si legava strettamente all'allevamento di ovini e del dromedario, arabo jamal, collettivo ibil, e assaltando altri gruppi nomadi o le carovane dei mercanti. Erano politeisti e il santuario della Mecca era forse il più importante centro di incontro sia religioso sia commerciale, quanto meno nella regione del Hijāz.
All'inizio del VII secolo, Maometto riuscì a fare degli Arabi una Nazione, fondando uno Stato teocratico.
Il profeta Maometto
(570-632)
Il profeta Maometto, con una serie di battaglie e di conversioni, conquistò dapprima ampie parti del Hijàz e infine nel 630 Mecca. Maometto morì nel 632.
Gli Arabi elaborarono l'istituto califfale e scelsero come primo califfo Abū Bakr, che rinsaldò la struttura politica e sociale del nuovo stato.
Con il secondo califfo ʿUmar ibn al-Khattāb cominciò poi l'età delle conquiste, Siria, Palestina, Egitto, Mesopotamia e Persia occidentale.
Già per disposizione del primo califfo, Abū Bakr, ma assai più per volontà del terzo califfo ʿUthmān b. ʿAffān, furono raccolte le tradizioni orali e i pochissimi appunti scritti relativi al Corano, il libro sacro dell'Islam, ma anche la sua legge, perché nello Stato islamico la sovranità appartiene a Dio. Il Corano, tra i tanti altri precetti etici, autorizzava, e in certi casi ordinava, la "guerra santa", il jihād, per difendersi dai propri nemici ma anche per diffondere la religione di Allāh.
I successori politici del profeta Maometto, i califfi, avviarono una fortunata e rapida espansione territoriale, occupando Gerusalemme e Damasco e annientando l'Impero persiano sasanide.
Al 717 risale l'assedio di Costantinopoli, nel corso del quale fu però distrutta la flotta araba, impedendo temporaneamente l'espansione verso la penisola balcanica.
Nel 711, gli Arabi conquistarono la Penisola iberica, ponendo fine al regno visigoto, e passarono i Pirenei, ma nel 732 furono fermati nella battaglia di Poitiers dai Franchi di Carlo Martello. Nel Mediterraneo gli Arabi, detti talora Saraceni, conquistarono la Sicilia e si spinsero con continue scorrerie verso le coste della Sardegna e della Corsica, oltre che verso un tratto della costa provenzale e parte della Calabria, della Puglia e della Campania.
La diffusione del dominio arabo-musulmano non fu solo dovuta ai successi militari ma fu favorita dal fatto che molte popolazioni, soggette ai Bizantini o ai Persiani sasanidi, preferirono sottomettersi agli Arabi, piuttosto che pagare le fortissime tasse richieste dai dominatori. Secondo la legge coranica, inoltre, i convertiti ottenevano i pieni diritti civili ed erano tenuti solo al versamento dell'elemosina legale, zakāt, mentre coloro che, come gli Ebrei, preferivano restare fedeli alla propria religione erano tenuti a pagare tasse non esorbitanti mantenendo libertà assoluta di culto e, con qualche limitazione, di commercio, seguitando autonomamente a gestire il proprio statuto personale (matrimonio, divorzio, eredità).
Un importante tramite fra mondo islamico e cristiano latino furono gli ebrei. Se non si è ancora ben certi di chi fossero in realtà i Radaniti che operarono fra al-Andalus e le regioni franche al di là dei Pirenei, siamo però ben documentati circa l'azione intermediatrice svolta da un po' tutti gli ebrei spagnoli che, sfruttando la benevolenza dei governi islamici, si avvalsero della loro possibilità di aggirare la norma coranica che vieta il cosiddetto “commercio di denaro” ai musulmani e, in definitiva di lucrare sulle plusvalenze.
In al-Andalus gli Ebrei sefarditi costituirono una fondamentale classe mercantile che godeva in qualche misura del vantaggio di un analogo statuto giuridico concesso loro dal mondo cristiano che conosceva un identico divieto di conseguire interessi economici su un capitale, importando ed esportando le preziose merci prodotte nell'area islamica e trafficando sui beni che riusciva a produrre il mondo cristiano latino, un esempio è rappresentato dal panno di lana, oltre a tutte le materie prime, specialmente ferro e legname, che difettavano in al-Andalus.
Bombino - Azamane Tiliade
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