sabato 29 novembre 2014

2 NOVEMBRE 2014

Domenica. Giorno di riposo. Siamo in "gita" a Tamboura.
Dopo un altro lungo nastro di terra rossa, circa 30 chilometri con tempo di percorrenza di un'ora, attraverso la foresta, si vedono alberi altissimi puntellare il cielo. Indicano l'ingresso in città. Tamboura.
Gli alberi lasciano il posto ai bassi fabbricati con il tetto in lamiera, più ci avviciniamo al cuore di questa città e più questi sono spazi commerciali, negozi o store.
Fermiamo la macchina, da cui scendono anche i ragazzi che sono venuti giù con noi, perché trovare un bus è possibile, ma i tempi si possono dilatare in modo incredibile.
La via principale è quella dove ci sono i negozi più belli, come quello delle stoffe, ci sono i "bar", qualche "ristorantino", davanti a cui sfrecciano moto e jeep targate UN.



Dietro ai fabbricati, in legno e cemento, alcuni dipinti di fresco e con l'insegna nuova, si srotola il mercato. Il suk, come lo chiamano in arabo, Si trova di tutto. Basta incrociare il posto giusto.
Il mercato è, per così dire, organizzato a settori, per cui in uno stesso spazio si trovano i venditori di un determinato tipo di merce. In uno di questi spazi, sotto alti platani ci sono almeno otto donne, disposte in semicerchio, con al loro fianco dei secchi. Vendono roba da bere. Non riesco a capire cosa sia. E' di colore bianco con la densità dello yogourt. Sono sempre curiosa di scoprire gusti nuovi, ma questa volta mi trattengo e non assaggio. Eppoi magari è buonissimo...
In mezzo a tutti questi colori e questi profumi, ogni tanto qualche nota della canzone di un gruppo emergente sudsudanese prende il sopravvento con un andan festante.
Il tempo scorre veloce aggirandosi fra negozi e venditori. Ci fermiamo da buona parte di loro, per cercare ciò di cui abbiamo bisogno, per chiedere un prezzo e qualche volta anche per il piacere di scambiare due parole in Zande (ormai ho sempre con me il mio personale vocabolario Italiano-Zande fatto da me).
E' una bella giornata di sole, e sono contenta di essere riuscita fare un po' di foto, anche se servono e non servono. Perché in realtà ciò che rimane impresso è ciò che si "cattura" con gli occhi e nessuna foto potrà mai riprodurre quell'"atmosfera".


Marillion - Market Square Heroes

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