lunedì 18 settembre 2017

18 SETTEBRE 2017

VENEZUELA PARTE 42

Popolazioni 


                            Caribe Parte 5                         

Aspetti culturali

 Antropofagia

Le cronache dei primi storici li descrivono come un popolo praticante l'antropofagia:
« Vedrai come molti popoli antropofagi aprono - o aprivano - il cranio dei loro nemici per mangiare parte del loro cervello, in un intento di impossessarsi così della loro sapienza, dei loro miti e del loro coraggio »
(Fernando Savater.)
Dal loro nome: "Karib", i conquistadores spagnoli chiamarono questa condotta "caribelismo", che finì per evolversi nella parola spagnola: "caníbal" presto esteso ad altre lingue ("cannibalismo" in italiano).
La pratica del cannibalismo e altre caratteristiche come la diffusione per via marittima e fluviale, sostengono alcuni autori, mettono in relazione gli Ana-Zasi o Yuma (penetrati dal Golfo della California) con i linaggi dei caribe in America del Nord, che navigando attraverso l'Oceano Pacifico raggiunsero la Baja California e successivamente l'intera costa occidentale del continente americano.
Le loro modalità espansionistiche li condussero a conquistare gli abitati che permettevano l'esogamia pacifica. Nei villaggi dove questa non era loro consentita arrivarono a compiere stragi di inaudita violenza. Oltre a eliminare i maschi adulti uccidevano gli anziani. Risparmiavano solo le giovani donne e le bambine, mentre persino i bambini maschi erano massacrati senza pietà. Molti antropologi sono discordanti rispetto alla veridicità ed estensione di questi comportamenti.
Molti ricercatori si domandano quali fossero gli strumenti utilizzati da queste etnie per i sacrifici, alcuni pensano che usavano coltelli in selce, teoria ritenuta da molti come priva di fondamento. In effetti nei musei esiste un grande inventario di strumenti per il taglio, fabbricati dalle etnie karibe, costruite in oro, come quelle fabbricate dalla cultura Pijao della Colombia.
Nel manico recano la figura zoomorfa connessa al cacicco proprietario dell'utensile. Alcuni attrezzi, di grosse dimensioni erano utilizzati nei sacrifici umani tramite sgozzamento. Lo sgozzamento si realizzava partendo dal basso in alto, con la vittima immobile inginocchiata o in piedi, senza decapitazione. Spesso tramite studi di archeologia forense nell'area dei Caraibi si sono osservate le tracce lasciate dalla lama nelle prime vertebre cervicali.
Le vittime più frequenti nei sacrifici umani Caribi erano i bambini maschi dei popoli sconfitti. Quando non erano trucidati insieme agli altri, i bimbi venivano presi prigionieri. Dopo alcuni giorni venivano fatti inginocchiare, nudi e immobili, e poi erano sgozzati o strangolati. Altre volte, dopo essere stati denudati, erano colpiti alla testa e poi lasciati morire dissanguati, poco a poco.

Lingua caribe

Sicuramente esiste un'appropriazione delle lingue straniere tra le etnie caribe. L'uso di stranierismi con la frequente appropriazione dei vocaboli, molto comune al giorno d'oggi, nel corso dei secoli è stato potenziato dalla familiarità nata da unioni matrimoniali, le quali hanno consentito un grande intercambio culturale, non escludente la lingua, ma nonostante ciò queste famiglie hanno mantenuto una riserva di vocaboli di grande antichità, che spesso si è stimato (e calcolato per deriva fonetica) appartenenti ad una lingua ipotizzata come paleoamericano (o paleoindio) antica da 5.000 a 8.000 anni, caratterizzata dalle oronimie peculiari Ima, Gua e Ana.
Le lingue caribe formano una famiglia linguistica che attualmente comprende circa 30 lingue derivate dal proto-caribe. La stima di antichità del proto-caribe lo colloca a circa 3.700 anni fa. Questa famiglia è una delle maggiori dell'America se ci atteniamo alla sua estensione geografica all'arrivo di Cristoforo Colombo. Alcuni autori raggruppano distintamente queste e altre lingue dentro una famiglia più ampia che chiamano Yê-tupí-caribe basandosi su alcune evidenze indirette, ma questa parentela è ancora oggetto di indagine.

Fonologia

Le vocali sono: /i, i, e, a, o, u/ (i, è una vocale alta, chiusa, centro-posteriore, non arrotondata). La lingua yukpa possiede vocali orali e nasali, ma manca della /i/.
 I fonemi senza parentesi si riscontrano in tutte le lingue caribe, i fonemi tra parentesi son presenti soltanto in alcune di queste lingue.
La formula sillabica e più complessa rispetto a quella che si osserva in altre famiglie delle lingue amazzoniche: (C)(C)V(V)(C).


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