Nel 2010 ha assunto un'ampia notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti statunitensi secretati, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra; per tali rivelazioni ha ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d'oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.
Ad inizio dicembre 2020 il relatore ONU sulla tortura, Nils Melzer, oltre a rinnovare l'appello per l'immediata liberazione di Assange, chiede che - in attesa della decisione sull'estradizione prevista per gennaio 2021 - questi venga almeno trasferito dal carcere a un contesto di arresti domiciliari.
Il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese nega l'estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale poiché alto è il rischio di tendenze suicide.
Il 10 dicembre 2021 l'Alta corte di Londra ribalta la sentenza che negava l'estradizione.
Un ulteriore passo verso la consegna di Assange ai tribunali americani avviene il 14 marzo 2022: la Corte Suprema del Regno Unito respinge il ricorso presentato dai legali dell'australiano, lasciando l'ultima decisione al ministro dell'interno Patel.
Il 21 aprile 2022 la Westminster Magistrates’ Court di Londra ha emesso l’ordine formale di estradizione negli Usa per Julian Assange, durante l’udienza a cui l’attivista australiano ha assistito in videocollegamento.
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