lunedì 25 dicembre 2023

25 DICEMBRE 2023 - SANTO NATALE!

UN UOMO TROPPO SOLO

 25 DICEMBRE 1945


Il Natale del 1945 fu, per la famiglia di Simone, quasi tragico. Erano a malapena riusciti a trovare un tetto sotto cui rifugiarsi, nei due mesi dal trasferimento, ma non si erano visti né soldi, né gli aiuti tanto decantati dal conte Alfonso.

Il convivio era mesto e desolante: quel giorno di Natale nei loro piatti non c'era nulla da mangiare!

Carlotta, come sempre, fu la prima a rendersi conto della realtà: dovevano ricominciare. Ciò significava tirarsi su le maniche e darsi da fare, aristocrazia o meno!

Così, comunicò a suo padre che aveva deciso di andare a lavorare. In quella zona, era stata riaperta una fabbrica, stavano assumendo e lei aveva fatto domanda.

Il conte Alfonso, come sempre, si mise a pontificare e concluse il discorso accennando alla sorte ria, che mai e poi mai glielo avrebbe permesso, che lui, il conte avrebbe provveduto alla sua famiglia, come sempre. Una nobildonna della sua famiglia mai e poi mai avrebbe lavorato, figurarsi sua figlia!

Simone cap che giorno di Natale, o meno, qualcosa avrebbero dovuto pur mangiare. Prese il coraggio a quattro mani e si avviò, aveva un'idea per procurarsi del cibo. Certo è che il conte non avrebbe approvato, quindi meglio non accennare nulla e fare i fatti. Se ne sarebbe sicuramente discusso dopo, ma con qualcosa nello stomaco!

Come Simone aveva previsto, suo padre non perse l'occasione per mortificarlo.

I suoi genitori erano vissuti sempre nella loro splendida gabbia dorata, erano impreparati ad affrontare una realtà così dura e feroce: erano spaventati ed insicuri, come tutta la gente del loro rango, che, da un giorno all'altro, si era trovata senza poteri né benefici.

Toccava, dunque, a loro, Simone e Carlotta, prendere in mano il timone della loro sconquassata nave e tentare di approdare su chissà quale terra ferma, inoltre erano i fratelli maggiori di Alice, Emilia ed Erminia.

Simone aveva allora undici anni e si sentiva il capitano della loro ipotetica nave. Aveva sempre amato il mare, e quello era l'unico sogno che gli era rimasto: il mare.

Lo sognava ad occhi aperti, era la sua unica possibilità di fuga da quella realtà che lo sopraffaceva, era un momento di relax, soprattutto, era l'unico legame rimasto fra lui ed il suo migliore amico, Ludovico, il figlio maggiore della marchesa donna Adalgisa.

Di loro, dopo la guerra, aveva saputo che si erano tutti salvati ed erano riusciti a salvaguardare la loro privilegiata posizione. Ora, Simone e Ludovico appartenevano a due mondi molto distanti, e non soltanto per i chilometri!

La passione per il mare costituiva l'unico legame che ancora li univa.

Edwin Hawkins/Anthony Brown - Oh Happy Day

SORELLE CHE PASSIONE!

Fu così che, Carlotta, a quattordici anni appena compiuti, fece il suo ingresso nel mondo operaio.

Dio! Quanto le era distante quel mondo! Lei, cresciuta fra privilegi e raffinatezze, ora, doveva districarsi in un mondo rozzo e volgare, fatto di quotidianità che lei non aveva mai lontanamente immaginato, nemmeno nei suoi peggiori incubi!

Il suo primo impatto con la fabbrica fu terribile. Ma, poco a poco, imparò che sotto la scorza, resa dura dai sacrifici e dalle privazioni, quelle persone, dai modi così diversi dai suoi, avevano un cuore grande e generoso. Le insegnarono il significato di parole come umanità, solidarietà, comprensione, generosità, e che il valore di una persona sta nelle sue idee, nel suo cuore e nella sua anima.

Erano cose che non avrebbe mai potuto imparare nei salotti eleganti e raffinati: là, ciò che contava era l'apparenza che si presentava vestita di elegante ipocrisia! E le nobildonne che un tempo avevano accarezzato l'idea di averla in nuora, quando avesse raggiunto l'età per maritarsi, ora, sarebbero inorridite all'idea che il pensiero le avesse sfiorate......

Alice aveva nove anni, i suoi modi stravaganti si erano via via acuiti e le rendevano difficile l'inserimento nella vita sociale di quel piccolo paese rurale. Guardava tutti dall'alto in basso, era sempre stizzita nei confronti di tutti, i suoi scherzi avevano sempre un fondo di cattiveria, e Carlotta, era per lei una rivale pericolosissima, cosa che col passare degli anni si sarebbe maggiormente accentuata, soprattutto, quando arrivò la stagione degli innamoramenti. I ragazzi che a lei piacevano...Gliela preferivano sempre!

Considerava con malanimo tutti coloro che economicamente stavano meglio di lei...Usurpatori, li chiamava. Il peccato dell'invidia trovò in lei terreno fertile, molto fertile!

Emilia si prefigurò da subito, la preferita di casa, e Carlotta assunse verso di lei un atteggiamento materno e protettivo e si adoperava in mille modi per darle qualunque soddisfazione o privilegio le loro modeste condizioni consentissero.

Erminia finì sotto l'ala protettrice, per così dire, di Alice, che per prima cosa l'aiutò a sviluppare l'invidia nei confronti delle altre sorelle, fisicamente e caratterialmente più dotate.

L'aristocratica indifferenza dei genitori non permise mai ai figli di stabilire rapporti armoniosi e solidali.

...Già, la solidarietà era sempre mancata nella sua famiglia, rifletté Simone, osservando la scena giù in strada: suo padre non aveva mai preso le sue difese, anzi, ogni occasione era stata buona per rimarcargli la scarsa opinione che aveva di lui, anche quando aveva soltanto undici anni e la benché minima idea di che cosa significasse affrontare la vita.

CARLOTTA

Cosa significava poi, affrontare la vita? Oggi, era un uomo maturo, eppure quel concetto ancora non gli era ben chiaro...Risolvere problemi, e lui ne aveva avuti proprio tanti...Sbrigare le questioni pratiche del vivere di tutti i giorni, eh...Lui sapeva bene, era solo, doveva farsi tutto, ma proprio tutto...Lo squillo del telefono interruppe la ridda di pensieri che affollava la sua mente.

Carlotta aveva telefonato per salutarlo e per scusarsi di non poterlo visitare personalmente: "...Né oggi, né durante la tua degenza...". Era in partenza per un viaggio con suo marito, era già tutto programmato da tempo..."Certo, dispiace, ma...".

Se non altro, Carlotta non era mai stata un'ipocrita... non esibiva dei sentimenti che non provava, perché poi in realtà...

Era stata, sempre, fin da bambina una persona coerente.

Simone ricordò, quando in quel lontano Natale del 1945, Carlotta disse al conte Alfonso quale era la loro nuova realtà e che lei sarebbe andata a lavorare in fabbrica.

L'aveva sempre ammirata, per il suo carattere estroverso, per la sua determinazione nel raggiungere un obiettivo, ma soprattutto per la decisione con cui prendeva di petto le situazioni...In quel caso, il conte, cosa che lui non avrebbe mai avuto il coraggio di fare...

La vita di Carlotta era degna delle migliori fiabe a lieto fine: da aristocratica damigella a povera operaia, e poi un colpo di scena, di nuovo ascesa fra i dorati fasti della società che conta. Come ci era riuscita?

Carlotta entrò a lavorare in fabbrica a quattordici anni, con un obiettivo preciso, guadagnare dei soldi e aiutare la famiglia a sbarcare il lunario. Il suo impatto col mondo operaio fu terribile, ma poi, quando comprese il perché di un atteggiamento rude e poco affabile, riuscì a vincere i suoi schemi mentali, inculcatigli da sempre. Li abbandonò con decisione, sentendosi moralmente migliorata e maturata come persona. Forse, fu proprio questo che le permise di diventare "grande". Non dimenticò mai le sue traversie e fu sempre comprensiva verso coloro che erano più sfortunati, ma volenterosi, al contrario, fu implacabile con gli arroganti, con i presuntuosi e con i vittimisti.

La fabbrica in cui lavorava produceva abbigliamento intimo e lingeria, si appassionò al suo lavoro! Faceva molte ore di straordinario, che a lei non pesavano per niente, ma in compenso le permettevano un maggior guadagno. Fu così che, nel giro di un anno, oltre a dare un sostanzioso aiuto alla famiglia, riuscì a risparmiare quanto le serviva per iscriversi alla scuola superiore serale. Lavorava e studiava alacremente, senza sosta né riposo, e nel giro di pochi anni, oltre al diploma, ottenne un importante riconoscimento professionale: aveva iniziato come semplice apprendista, poi era diventata operaia, poi responsabile di reparto, infine, era stata promossa responsabile alle vendite...Chiunque si sarebbe accontentato, non lei, decise che doveva ancora salire, più in alto, fino in cima...Si iscrisse all'università...una scelta quasi scandalosa per una donna, figurarsi poi una di condizioni così umili...Lei non se ne curò minimamente, andò avanti per la sua strada, sicura e determinata, raffinando sempre più la sua capacità di sdrammatizzare ed esemplificare, coniugando l'autocritica con una sagace ironia...Si laureeò in Economia e commercio nel 1960...110 e lode...Fu in Università che conobbe colui che sarebbe poi diventato suo marito...Valerio era un aristocratico, la cui famiglia vantava secoli di storia: nobili potenti e valorosi condottieri. Oggi, era una famiglia al passo con i suoi tempi: potenti industriali e grossi finanzieri. Strano binomio, il loro, pensò Simone...Certo per una donna è tutto molto più facile...Trova un marito che si innamora di lei, si sposano...e vissero felici e contenti...

Ma era proprio andata così?...No! E lui lo sapeva bene...

Come se stesse guardando un film, all'improvviso, davanti ai suoi occhi scorse l'immagine del giorno in cui Carlotta tornò a casa esaltata e felice...e disse: "Cara famiglia, ebbene sì, oggi, ho conosciuto il grande amore della mia vita...E, un giorno, lo sposerò, sapete?!... Non guardatemi come se fossi pazza, è vero, ve lo dico io, vi ho forse mai detto qualche cosa che poi non ho realizzato? E allora, credetemi!"

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