UN UOMO TROPPO SOLO
Carlotta aveva sempre avuto molti corteggiatori, e ciò le aveva causato molti problemi con Alice, sua sorella, la quale la riteneva colpevole di "rubarle" i fidanzati. In realtà, lei non rubava proprio niente a nessuno, ma era bella, intelligente ed aveva una classe innata, per cui i ragazzi si sentivano inevitabilmente attratti da lei...Purtroppo, i guai nascevano quando lei veniva presentata dopo Alice! Inoltre, lei aveva poco tempo da dedicare all'amore, era troppo occupata a lavorare ed a studiare, e ciò la rendeva irraggiungibile e perciò ancor più desiderabile...
E come in una fiaba...o forse come nascono tutte le più grandi storie d'amore...Carlotta incontrò Valerio...Era il 1955, un freddo sabato mattina di dicembre, quando Carlotta, puntualissima, già seduta al suo posto in prima fila nell'aula magna, vide tra le persone che stavano entrando, un ragazzo alto, biondo e molto bello, i loro sguardi si incrociarono, lui si diresse verso di lei, ma non riuscendo a trovare posto accanto a Carlotta, si sedette qualche fila indietro...Alla fine della lezione, le si avvicinò e si presentò. I suoi modi erano eleganti e decisi, le domandò qualcosa circa l'argomento che il professore aveva loro poc'anzi spiegato...Iniziarono a parlare, e Carlotta per la prima volta in vita sua si distrasse dai suoi incalzanti impegni...E fu così distratta che non si accorse nemmeno del tempo che passava...Così tanto che quando Valerio la invitò a bere un caffè al bar dell'Università, lei accettò...
- Carlotta, come mai hai scelto questa facoltà?
- Vedi, mi piacciono molto le materie economiche, ma soprattutto, mi serve per migliorare nel mio lavoro...
- Tu lavori?
The Brooklyn Tabernacle Choir - Psalm 34
Il cuore di Carlotta si strinse, e pensò fra sé e sé, eh già, certo una ragazza di buona famiglia non dovrebbe lavorare, veramente seguendo questo tipo di mentalità nessuna ragazza o donna che sia dovrebbe lavorare...Peccato, mi era sembrato quasi il principe azzurro, si vede che mi sono sbagliata...
Anche lui è prigioniero di vecchi ed arcaici modi di pensare...Metterò subito i puntini sulle i, è chiaro, noi non apparteniamo allo stesso ambiente, non abbiamo nulla in comune, tolta l'Università, e poi i valori che contano sono altri... Su quelli una ragazza dovrebbe puntare per scegliere il suo principe azzurro...
- Sì, Valerio, io lavoro. Sono molto appassionata del mio lavoro...Ho iniziato a lavorare a quattordici anni...Vedi, dopo la guerra, la mia famiglia ha passato dei momenti terribili, e quando dico terribili, intendo la fame e la miseria...Ho altri quattro fratelli più piccoli...Così, ho incominciato a lavorare per aiutare la mia famiglia, poi il mio lavoro è diventato una passione, ma ciò che avevo ottenuto non mi bastava, sentivo di avere delle lacune...Voglio dire, mi mancava la cultura...per poter migliorare professionalmente e come individuo, quindi ho fatto le serali per diplomarmi, infine, sono approdata all'università...Oggi, ho un lavoro di responsabilità, ma ancora non sono soddisfatta...voglio arrivare in cima e voglio farcela di mio...Ho solo ventiquattro anni, sono giovane, e le difficoltà che dovrò professionalmente affrontare non mi spaventano...Il mondo del lavoro è fatto solo di uomini...ma sono sicura che un giorno le cose cambieranno...Tu non credi?
- Non ci ho mai pensato! Ho sempre creduto che l'obiettivo di una donna fosse il matrimonio. Mi spiego, il fatto, che una donna si erudisca, abbia delle passioni, degli interessi, che li coltivi anche, ritenevo fosse puramente utile ad un suo accrescimento personale, per essere una moglie al passo con i tempi, che ti accompagna nelle occasioni mondane...a te sembra sbagliato?
- No. Ma credo che una donna sia qualcosa di pi di un bell'oggetto di prestigio da esibire nelle occasioni importanti. Per esempio, non ti sembrerebbe bellissimo lavorare con tua moglie? Sarebbe certamente la persona...la collega più affidabile della terra...
Valerio non rispose, sorrise, mentre rifletteva fra sé e sé...Forse, in una famiglia diversa dalla sua, una donna avrebbe potuto lavorare come manager ed essere apprezzata...ma non con loro...
- Carlotta a me piace moltissimo parlare con te, e sono sicuro che ci saranno moltissimi altri discorsi interessanti da fare...Mi piacerebbe rivederti...Domani è domenica, potremmo incontrarci per fare una passeggiata in via Roma...
- Mi piacerebbe moltissimo, ma io non sono di Torino, abito a Bra...
- Bene. Allora, potremo andare a passeggio in via Roma a Bra...una via Roma vale l'altra quando si è in buona compagnia. Per te va bene?
- Si. Ti aspetto alle tre, davanti al municipio...
- Come davanti al municipio? Non vuoi che venga a prenderti a
casa?
- No. Per il momento preferisco così...
- D'accordo. Allora a domani, alle tre.
La loro amicizia si trasformò in amore in un batter d'ali...
Dopo un anno di felicità senza ombre, decisero di mettere al corrente del loro amore le rispettive famiglie.
...Si addensarono su di loro minacciosi presagi...
Era una domenica di dicembre, quando Valerio fu invitato a pranzo dalla famiglia di Carlotta.
La casa del conte era modesta ma dignitosa. Il pranzo imbandito fu molto raffinato. Non era certo per fare colpo sul giovanotto che si presentava a chiedere la mano di sua figlia, era semplicemente il suo stile, che non era mai venuto meno, nemmeno proporzionalmente alla nuova condizione sociale.
Il banchetto trascorse sereno. Dopo il caffè, fu data la notizia...Donna Eugenia si commosse, era sempre stata una donna romantica. I fratelli di Carlotta avvertivano sentimenti contrastanti, erano felici per la sorella, ma sentivano che entrare a far parte di una famiglia dal nome così altisonante, significava, per Carlotta, essere accolta in casa loro, come una moderna Cenerentola... Certo, quei signori non avrebbero desiderato avere dei contatti con gente così lontana, dal loro dorato mondo. Il conte Alfonso si rabbuiò... La sua razionalità non gli permetteva certo di cullare dolci sogni...Intuiva e prevedeva, con caparbia lucidità, quale sarebbe stato l'esito di un'unione così improbabile...Certo, la loro aristocratica discendenza aveva fornito loro i modi ed il linguaggio di una certa privilegiata casta, ma il loro dissesto economico li aveva esclusi...Se nemmeno i loro più cari amici di un tempo non volevano più saperne di loro, figurarsi degli estranei che né li conoscevano, né li avevano conosciuti!... No. La notizia del fidanzamento di Carlotta non lo rallegrava per niente!
Era sempre stata la figlia prediletta, ed ora doveva assistere impotente ad un avvenimento che avrebbe potuto distruggere la sua vita... Il conte, questa volta, colse nel segno...
La famiglia di Valerio apprese la notizia con sdegno...
Valerio tentò inutilmente per un paio d'anni di far accettare la sua fidanzata alla famiglia...Non ci fu niente da fare...Ruppe con loro ogni rapporto...anche quello lavorativo...
In fin dei conti, era laureato in ingegneria mineraria e di li a sei mesi si sarebbe laureato in Economia e Commercio...
Certo, ma nel frattempo come si sarebbe mantenuto? Come avrebbe potuto sposare Carlotta? Oh, beh! Questo non era un problema...Era sempre stato un ragazzo oculato e per tutto il periodo in cui aveva lavorato presso l'azienda paterna, aveva sempre risparmiato qualcosa...Ora i suoi risparmi gli sarebbero tornati utili per il matrimonio e per mantenersi fino a che avesse trovato un altro lavoro...Altrove! Trovare lavoro era una necessità, ma anche un punto d'orgoglio, voleva dimostrare alla sua famiglia di essere in grado di farcela anche da solo...E poi, non voleva essere da meno di Carlotta, per la miseria!
Celebrarono il matrimonio in una chiesetta di montagna, circondati dalla neve, dai suoni di campana e dal silenzio. Parteciparono solo i parenti più stretti di Carlotta ed i loro pochi veri amici che non li avevano abbandonati.
Si stabilirono a Moncalieri, era vicina a Torino, ma era molto meno cara...Scelsero un appartamentino piccino che sistemarono molto bene. Vivevano decorosamente, senza sprechi e senza lussi... Ciò era necessario, se volevano riuscire a terminare gli studi l'estate seguente...Come dire, univano l'utile al...dilettevole...si fa per dire!
Carlotta faceva molto straordinario e perciò iniziò a trascurare gli studi, tornava tardi e doveva occuparsi della loro casa...Fu così che l'estate seguente si laureò solo Valerio...ed un paio di mesi dopo trovò anche lavoro...Il lavoro era bello, qualificato, gratificante e remunerativo, ma lo portava spesso in viaggio, molto lontano da casa...
Carlotta ne approfittò per dedicarsi agli studi, ciò la distraeva dal pensiero di Valerio ed il tempo scorreva più veloce...
Lui tornò per le feste di Natale, con una grossa sorpresa che rese Carlotta molto felice; con ciò che ancora avevano da parte e ciò che lui guadagnava potevano iniziare a fare progetti per la loro vita...Nel giro di un anno, se le cose continuavano ad andare così, avrebbero potuto acquistare un appartamento con una stanza in più...Ciò che contava per loro era vivere insieme e condividere le gioie e i dolori, ma soprattutto alimentare di nuova energia e nuovo calore il loro amore...nonostante tutto!
Finalmente, giunse l'estate del 1960, ed anche Carlotta terminò gli studi...110 e lode...Il più bel regalo che ricevette in quell'occasione fu la scoperta di essere incinta...Valerio non stava più nella pelle dalla gioia...era rattristato dall'idea di poter essere poco presente nella vita di sua moglie, durante quei nove mesi...ma sicuramente sarebbe arrivato, per la nascita del loro primo figlio...Ora, lavorare era molto più indispensabile di prima...Arrivava un bambino ed avevano acquistato un appartamento a Cavoretto... La collina torinese è stupenda...in certe stagioni un po' scomoda, in certe altre poetica...Quell'alloggio, in particolare, era conveniente, "un vero affare", si inorgogliva Valerio...
Continuarono la loro vita innamorati, felici e sempre più uniti. Aumentarono di altri due figli il loro nucleo familiare, nel giro di quattro anni. Altresì salirono di gran carriera la scala del successo.
Carlotta, da responsabile alle vendite, divenne responsabile per le pubbliche relazioni della sua azienda e svolgeva il suo lavoro fra Torino, Bra e Milano.
Il successo più imponente lo ottennero con la famiglia di lui, che si riavvicinò loro, cospargendosi il capo di cenere.
Accettarono la nuora e le frequentazioni con la famiglia di lei...Perlomeno nelle occasioni di rigore! Non fu, poi, così male...
La loro inarrestabile ascesa portò Valerio e Carlotta ad essere due personaggi di primo piano nei salotti del bel mondo...Fu così che vissero felici e contenti...e molto ricchi...
...Questione di fortuna, pensò Simone, o di abilità?...
L'una e l'altra...Molti dicono che la fortuna si debba saperla afferrare...Io forse sono stato troppo cieco e troppo sordo ai richiami del mondo...Rifletté Simone andando a prepararsi un tè...
Mentre intingeva la bustina di tè nell'acqua bollente, ripensò al carattere di sua sorella...Era sempre stata piuttosto fredda e distaccata nei confronti dei suoi genitori e dei suoi fratelli. Non aveva mai avuto slanci di affetto verso di loro...Solo un grande senso del dovere l'aveva spinta a dar loro una mano...L'unica eccezione era stata Emilia, lei era per Carlotta quasi una figlia, l'aveva amata moltissimo, l'aveva sempre protetta, coccolata, viziata...
Le aveva dato tutto ciò che i genitori non potevano darle, i corsi di lingua e di danza, bei vestiti, piccole sorprese...
Ma per gli altri, se non c'era stata indifferenza poco ci mancava...Perché?...Eppure non era mai stata un'ipocrita, di ciò non aveva mai fatto mistero...Perché?
E lui, Simone, a chi aveva dimostrato qualche cosa? A nessuno, nemmeno a sé‚ stesso...
...Ricordò il giorno di Natale del 1952, Carlotta si era diplomata nell'estate ed aveva avuto la promozione sul lavoro. Ora, guadagnava benino, Simone lavorava già da cinque anni ed Alice da tre mesi. Il conte, suo malgrado, si era "abbassato" a lavorare...Aveva aperto un piccolo negozietto di mobili: era l'attività più decorosa che gli permettesse la sua mutata condizione.
Emilia ed Erminia andavano ancora a scuola e donna Eugenia faceva la massaia, senza perciò sentirsi sminuita nella sua dignità.
Le loro condizioni economiche erano notevolmente migliorate rispetto a sette anni prima, quando non avevano nulla da mettere nel piatto, il giorno di Natale. Certo è che ancora non navigavano nell'oro! Ciò probabilmente non sarebbe mai successo, o perlomeno non a loro come nucleo familiare...
Bene, quel giorno fu preparato un delizioso banchetto, nella piccola sala da pranzo si ergeva maestoso l'albero di Natale, un pino vero, pieno zeppo di palline colorate, nastro luccicante e candeline...Sotto vi erano i regali...uno a testa...
Il conte decise di dare una parvenza di solennità alla giornata ed iniziò a pontificare con uno dei suoi soliti, roboanti quanto inconsistenti, discorsi...Si sentiva come un paladino che aveva affrontato e sconfitto la sorte ria...Lui, e lui soltanto aveva permesso alla sua famiglia di sopravvivere in mezzo alle avversità ed a ritrovare il perduto decoro...Per il momento in forma ridotta...Ma con il tempo sicuramente le cose sarebbero andate a gonfie vele...
Eh sì, perché la sua attività stava ingranando, si sarebbe espansa e sarebbe diventato un industriale mobiliere nel giro di pochi anni...Come sempre si illudeva, povero conte Alfonso!...Come sempre sopravvalutava le sue capacità...
Carlotta, stufa di sentire discorsi ampollosi e privi di senso, decise di dare una svolta all'argomento, nelle sue intenzioni desiderava evitare che il padre si coprisse di ridicolo sbilanciandosi in dichiarazioni incaute, poiché, lei sapeva, che il discorso che teneva in famiglia era solo una prova generale del discorso, che avrebbe fatto al bar con gli amici...
"Papà…" esordì Carlotta "non credi, che forse sarebbe tempo di accettare la nostra situazione ed accontentarsi di quei piccoli miglioramenti di cui potremo ancora godere, senza costruire troppi castelli in aria?"
Fu baruffa. Il conte andò su tutte le furie...La sua figliola prediletta lo riteneva, dunque, un incapace?
"Tu, ragazzina, pensi che io non sappia ciò che dico?"
"Penso che tu ti stia illudendo, papà…!"
"Non credi ritroveremo gli antichi fasti?"
"No, papà…. Non lo credo. La società è cambiata e continuerà a cambiare. Il mondo sta andando avanti molto velocemente...Indietro non si torna..."
"Credi forse, che l'aver preso un diploma ti dia il diritto di mancare di rispetto a tuo padre?"
"Credo di avere il diritto, come chiunque, di esprimere la mia opinione e di dissentire su qualcosa che non condivido, perché vivo in un mondo libero...Perché credo nella democrazia...E per moltissime altre ragioni, che se anche ti spiegassi per mille anni, tu non capiresti mai, arroccato come sei nella tua torre d'avorio, prigioniero di un sogno illusorio che ti potrà soltanto distruggere."
Il conte Alfonso, paonazzo per la rabbia, si alzò di scatto e tutti temettero che volesse malmenare Carlotta, invece, uscì dalla stanza altezzoso e pieno di sdegno...Già, non avrebbe mai potuto capire!...
A quel tempo, nessuno capì. Tutti, unanimemente d'accordo, come sempre accadeva, quando si doveva criticare ed emarginare qualcuno della famiglia, sentenziarono che Carlotta aveva maturato un carattere prepotente ed arrogante. La sua personalità era dominata dalla presunzione e dalla boria, era una ragazza priva di sentimenti, di bontà e di dolcezza...Da quel giorno, tutti la trattarono con timore reverenziale, per soggezione e perché, in realtà, ne subivano l'appassionata quanto forte personalità...Non lo ammisero mai...Biascicavano a bassa voce critiche malevole sulla sua freddezza... Alice trovò lo spunto per farne il capro espiatorio di tutti i suoi fallimenti...
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