venerdì 3 maggio 2024

3 MAGGIO 2024

  EUROPA PARTE 1384 - Stati dell' Europa Parte 1278

RUSSIA  CX

Popolazione P 74 - GE

Mansi P 29

La lingua mansi (o vogula) è una lingua obugrica, appartenente alla famiglia linguistica uralica. Viene scritta in alfabeto cirillico ed è divisa in vari dialetti. Le lingue da cui ha subito maggiore influsso sono quella komi e quella russa.
Tra i mansi le religioni più diffuse sono lo sciamanesimo ed il cristianesimo ortodosso. Un primo tentativo di convertire i mansi all'ortodossia fu compiuto dal vescovo di Perm' Gerasim, ucciso dai mansi nel corso di un assedio nel 1447. La conversione di massa dei mansi avvenne solo nel XVIII secolo. Il compito fu affidato al monaco Fëdor tra il 1714 ed il 1722. In precedenza solo alcuni principi avevano ricevuto il battesimo. Nonostante la conversione i culti sciamanici sopravvissero.

Nel XIX secolo furono avviati dei tentativi volti a creare la lingua letteraria mansi. G. Popov tradusse in lingua mansi il Vangelo secondo Matteo nel 1868. Qualche decennio dopo, nel 1903 il vescovo Nikonor pubblicò un sillabario, ma gli sforzi dei missionari non bastarono a sviluppare una lingua letteraria.
Dopo la rivoluzione, come avvenuto per altri popoli indigeni della Russia settentrionale, le autorità sovietiche decisero di stimolare la creazione di una letteratura nazionale mansi, riguardante però principalmente il presunto progresso apportato ai mansi dalla rivoluzione. Il più importante rappresentante della letteratura mansi fu lo scrittore Juvan Šestalov, il quale dopo la dissoluzione dell'URSS si convertì allo sciamanesimo e si fece propagandista della teoria che vede nei Sumeri gli antenati delle popolazioni ugriche. La lingua letteraria mansi si basa sul dialetto "sos'va".
Insieme ai khanty, i mansi hanno sviluppato una ricca mitologia obugrica.

Le occupazioni tradizionali dei mansi comprendono la pesca, la caccia nella taiga e l'allevamento di renne.


Pino D'Angiò - Perdoni tenente

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