venerdì 3 gennaio 2025

3 GENNAIO 2025

 Mi svegliai quando Lina entrò in camera per farmi gli auguri. Stava andando via. Con gli occhi incollati mi alzai per abbracciarla e darle il regalo. Una borsa comprata a Parigi.

Quando uscì, mi preparai un caffè. Ero preda di fantasticherie per un uomo che non mi voleva. Il mio orgoglio non accettava che lui a me piacesse e io a lui no? La tensione era tale che lo squillo del telefono mi fece sobbalzare. Anche lui non aveva chiuso occhio. Non aveva fatto altro che pensare a me. Ai miei cambiamenti d’umore. Alle cose che non dicevo.

Leonard Cohen - My Oh  My


Torino era sotto un mantello candido. Adesso con gli occhi bene aperti vedevo i fiocchi, grandi come rose cadere. Avevo un problema. Non potevo uscire in macchina, perché la strada era bloccata e chissà quando sarebbero passati gli spartineve. Andrea mi aspettava…. Lo avvisai. Feci a piedi un tratto di strada per prendere l’autobus e raggiungere casa sua.

“Testa matta. Perché non hai voluto ti venissi a prendere?”, disse baciandomi, “E’ che…”,

“Lascia andare. Se non arrivano gli altri, non possiamo fare nulla. Allora, che ti è successo?”,

“Ieri pomeriggio sono uscita con Loris. Abbiamo cenato insieme…”,

“Quindi?”,

“Mi sento stupida, ma immensamente felice. Sono stata benissimo. E bada che non siamo andati oltre un casto bacetto. E…”,

“E…?”,

“Non dirmi che sono pazza. Me lo sono detto mille volte da ieri sera. Mi ha riaccompagnata, e quando l’ho invitato a salire, ha detto di no. Ho passato la notte sveglia a pensare. Capisci?”,

“Secondo te perché non ha voluto salire?”,

“E’ innamorato da sempre della stessa donna. Che non riesce a dimenticare. Per via di Paolo credo abbia preferito non complicare le cose con il sesso”,

“Secondo me, c’è un’altra opzione. Chi si metterebbe in competizione con un fantasma?”,

“Che vuoi dire?”,

“E’ pesante lo sguardo di chi ti piace e ti guarda pensando ad un uomo morto che amava”,

“Non ho avuto questa percezione”,

“O la paura. Chi ha già molto sofferto per amore, ha paura. Ci va con i piedi di piombo”,

“Gli piaccio, ma non più di tanto”,

“Sei sicura?”,

“Quando ci siamo scambiati il bacetto, è stato lui a tirarsi indietro”,

“Impara a guardare oltre le apparenze”,

“Che c’entra?”,

“Quindi, hai passato la notte in bianco a rimuginare…”,

“Ho visto l’alba. Poi, mi ha telefonato lui…”,

“E’ chiaro. Uno passa la notte in bianco a pensare a una di cui non gli frega niente…”,

“E’ innamorato da sempre di una donna, perché cambiare idea per me? Chissà com’era lei…”,

“Se questo lo dicesse un’altra, lo accetterei. Ma da te proprio no. Dimostra quello che provi”.

Scesi in giardino, quasi irriconoscibile sotto la neve. Andrea aveva messo le luci sul pino. Quelle bianche, piccoline che di notte risplendono come pioggia di stelle.

Per mandare via la tristezza appallottolai un po’ di neve e aspettai che Andrea si avvicinasse. Lo colpii ad una spalla.

“Aha, lo sapevo. E’ la guerra che vuoi?”, disse chinandosi a fare una palla di neve. Ci infradiciammo completamente e ci rotolammo nella neve soffice. Così ci trovarono Loris e Paolo. Che ridevamo come matti, con i capelli bagnati e la neve dappertutto. Dopo la doccia calda infilai la tuta di Andrea, mentre i vestiti asciugavano. Nel salottino piccolo il caminetto era acceso. Mi lasciai cadere su una delle poltrone, buttai la testa all’indietro e pensai che quella vigilia iniziava benissimo. Loris, mi accarezzò i capelli umidi. La sua mano indugiò sulla mia nuca, trasmettendomi un calore che mi fece sentire bene. Anche qualche brivido. Colsi nei suoi occhi una luce che non avevo notato nei precedenti incontri. Con un’emozione indefinibile. Qualcosa che prendeva al cuore e rimescolava tutto dentro. Mi voltai e gli sorrisi. Lo guardavo con gli occhi che brillavano e dal mio sorriso trasparì una dolcezza sconosciuta, come se tutti i muri, che avevo alzato per impedire alle emozioni di uscire, fossero crollati lasciando fluire tutto quanto di bello avessi. “Da fargli venire un infarto” rideva Paolo. Loris strinse la mia nuca più forte. Il ghiaccio che attanagliava il suo cuore si stava sciogliendo?

L’ingresso di Maria con te e pasticcini ruppe l’incantesimo. Paolo e Andrea, erano in vena di ricordi. Chissà com’erano diventate le nostre amiche? E loro come ci avrebbero trovati? Mirella e Giovanni tardavano. La neve paralizzava l’intera città. Sarebbero stati tutti in ritardo. Nel salotto bianco Andrea aveva preparato un albero di Natale gigantesco. Le palline tutte rosse, lucide e opache ammiccavano tra il verde scuro dei rami, i piccoli fiocchi scozzesi suggellavano patti con la catenella dorata e le piccole luci bianche scintillavano. Stelle di Natale e rami di pino nei vasi spandevano un sapore antico di Natale.

“Manca il Presepe”,

“Non l’ho fatto. Era Marco a prepararlo….”,

“Preferisci non farlo, oppure posso pensarci io? Dove vuoi metterlo?”,

“Nel salotto del camino. Vado a prendere la roba”.

Tornai nel salottino, dove Paolo e Loris stavano ancora parlando. Non so di cosa, perché il mio ingresso li interruppe. Andrea arrivò con due scatoloni. Un asse rettangolare piuttosto grande su un piccolo mobile bar come base. I fogli verdi con i fili d’erba per il prato, sul muro lo sfondo stellato delle notti arabe e le piccole luci. Anche a Loris piaceva fare il Presepe.

Arrivò la spesa e la cucina prese vita. Giovanni indossò il grembiule da cuoco e iniziò con l’arrosto. Paolo pensò ai contorni. Loris preparò bunet e zuppa inglese. Andrea, Maria ed io gli antipasti. Mirella sbucciava e tagliava ananas. Assaggia, prendi al volo e tante risate. La cena fu pronta molto prima dell’arrivo degli altri.

“Ho preso il treno”, disse semplicemente Giuliana. Aveva l’aria stanca e sofferente. Senza un filo di trucco. Occhiaie ingrigite e gonfie dal troppo piangere. Ogni fibra del suo corpo urlava non ce la faccio più. Strinse la mano a Loris, a cui sorrise tristemente. Poco dopo, arrivò Alberto. Cupo e triste. “Bel afé! Invece di portare allegria, sembro un becchino”.

“Andiamo bene”, commentò Mirella al mio orecchio,

“Ha dei problemi?” chiesi,

“Come tutti alla Nivica. Ma non possiamo recitare il de profundis. Tu e gli altri, problemi non ne avete? E allora? Mica li fate pesare a tutti… Non sopporto il vittimismo”,

Mi avvicinai ad Alberto indecisa se abbracciarlo o no. Temevo mi avrebbe respinta, tanto più che era molto teso. Mi abbracciò. Sul suo viso c’era un debole sorriso quando disse “Auguri”. Dopo una decina di minuti arrivarono altri.

Con Angela e Roberta ci fu commozione. Angela era irriconoscibile, appesantita di almeno venti chili, i capelli tinti di rosso e tanto buon umore, risollevò l’atmosfera. La sua autoironia era una potente arma di seduzione. Moglie appagata e felice. Senza figli, perché non potevano averne, in attesa di adottarli. Roberta, era l’opposto, magrissima, elegante e snob. Passava il tempo nei salotti vip di tutto il mondo che conta. Non troppo velatamente, fece capire a Loris che non disdegnava la compagnia di bei ragazzi. Il marito era un uomo noioso, dedito solo al lavoro. Loredana malignamente bisbigliò “Per forza, con una moglie così”.

Con Loredana le cose erano migliorate dall’ultima cena. Elisa e Giuditta erano le stesse di un tempo, capelli corti, aria scanzonata e sguardo innocente dei grandi ideali al servizio degli ultimi. In jeans e maglione, se ne scusarono. Dove stavano loro, per fare festa non servono bei vestiti, solo voglia di stare insieme. Loris era in disparte. Si era presentato e ci guardava ritrovarci dopo vent’anni. Si emozionò, perché i suoi occhi erano lucidi. Forse, ricordava altri amici. C’era con le emozioni. Lo presi per mano. A tratti si estraniava e a tratti partecipava.

“Già non è facile rompere il ghiaccio, se poi non hai nulla da condividere…”, disse Mirella,

“Non mi sembra il tipo che si perde in un bicchier d’acqua”, sottolineò Loredana.

L’aperitivo scaldò l’atmosfera. Loredana si avvicinò. Voleva parlare di Luca, il mio ex-marito. Erano stati amanti, ma la loro relazione era iniziata dopo la fine del nostro matrimonio. “Tu lo hai pensato, e lui lo ha lasciato credere. Con la mia reputazione... Era una tua collega, Anita. Con me iniziò un anno dopo. La sera della cena ho dato un taglio netto”,
“Che si dice di bello?”, ci interruppe Angela,

Loris tornò in silenzio ad osservarci. Che cosa aveva?

Si faceva scrupoli? Stupidaggini. Da allora, ero stata la moglie di Luca e avevo avuto un’altra relazione… No, non me la dava a bere …
“Senti se non vuoi dirmi la verità non importa, ma non raccontarmi balle, ok? E’ lei che ti manca, vero? In queste occasioni, ci si sente più soli…”,
“Forse, non ti ho detto tutto. Ma non ho mentito. E stasera lei non mi manca…”, disse guardandomi con tristezza. Mi fece sentire colpevole...
Lasciai cadere i discorsi e lo trascinai nella mischia. Cosa che fece piacere soprattutto alle donne. Riemerse dal blocco in cui sembrava essersi incastrato.
A tavola presi posto vicino a lui che ancora non era dell’umore descritto da Paolo, brillante ed esplosivo. Era simpatico e intelligente, ma tranquillo.

1 commento:

  1. Mi dispiace di aver pubblicato questo articolo online, ma non ho altra scelta che mantenere la promessa fatta al Dott. APATA, il potente incantatore che mi ha aiutato a riportare indietro il mio ex marito che era già andato via da due settimane senza salutarmi. Un'esperienza così dolorosa per me perché è il mio primo amore e la mia vita ruota attorno a lui, ma quando mi ha lasciato per un'altra donna ho versato lacrime e ho provato di tutto per dimenticarlo, ma nel profondo del mio cuore era così impossibile perché lo amavo così tanto nonostante il dolore che stavo soffrendo. Una sera fedele ho letto un commento sul Dott. APATA, un potente incantatore che può aiutare a riportare indietro un ex amante o a riunire una famiglia distrutta e altro ancora, all'inizio era come uno scherzo perché non ho mai creduto nella magia. E il Dott. APATA mi dimostra se stesso riportando a casa suo marito dopo due giorni del suo incantesimo d'amore su mio marito. Grazie Dr. APATA per avermi reso di nuovo una donna completa e aver riportato indietro il mio amante perduto, continuerò a condividere questo con chi potrebbe essere importante per sistemare tutto nel matrimonio, invece di condividere lacrime o passare attraverso un infarto, contatta gentilmente Dr. APATA al suo indirizzo e-mail di contatto qui sotto (drapata4@gmail.com), contattalo e vedi cosa può fare. Puoi anche chiamare WhatsApp tramite il suo numero +447307347648. Buona fortuna a te che mai farai questa prova. Saluti! Contatta gentilmente Dr. APATA al suo indirizzo e-mail di contatto qui sotto (drapata4@gmail.com), contattalo e vedi cosa può fare., Puoi anche chiamare WhatsApp tramite il suo numero +447307347648, buona fortuna

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