Capita spesso di leggere post o vignette che esprimono il desiderio di arrivare al 7 gennaio. Cioè il giorno che segue l'Epifania. Perché?
Perché l'arrivo delle festività natalizie prelude ad un incontro ravvicinato con i parenti, con persone che vedi raramente o che senti solo quando hanno bisogno. Spesso e volentieri queste persone sono anche quelle più polemiche e pretenziose e sanno bene come avvelenare l'atmosfera dovunque si trovino.
Come neutralizzare queste persone, se l'amore non basta?
In puntata ascolteremo i suggerimenti di Fabio De Nunzio, Annamaria Militano e Giorgio Fattor.
Secondo i dati del censimento 2002 la popolazione slovena si ripartisce in: Cristiani: 60,9%;Cattolici: 57,8%; Ortodossi: 2,3%; Protestanti: 0,8%; Atei e agnostici: 10,2%; Musulmani: 2,4%; Altre: 0,2%; Credenti non aderenti a religioni riconosciute: 3,5% Nessuna risposta o sconosciuto: 22,8%.
Lingue
La lingua ufficiale su tutto il territorio è lo sloveno. Ad essa si affianca l'italiano nei quattro comuni litoranei di Ancarano, Capodistria, Isola d'Istria e Pirano, e l'ungherese in tre comuni di Oltremura (Dobrovnik/Dobrónak, Hodoš/Hodos e Lendava/Lendva). I locutori di madrelingua italiana sono 3 762 (lo 0,18% della popolazione), mentre la lingua italiana è parlata, come lingua straniera, dal 15% della popolazione (309 400 persone). Sloveno, italiano e ungherese sono le lingue elencate come ufficiali nella Costituzione. Come tali, tutte le leggi e i documenti di interesse nazionale sono redatti in tutte e tre le lingue, così come i passaporti. Inoltre i cittadini sloveni di lingua italiana e ungherese hanno diritto ad almeno un seggio nel Parlamento sloveno. Gli altri atti pubblici sono redatti in lingua slovena, mentre vengono redatti anche in italiano e in ungherese nelle zone dove queste hanno, a fianco dello sloveno, lo status di lingua ufficiale.
Il Protovangelo di Giacomo, composto tra il 140 e il 170, contiene l'idea che Maria fosse una persona "speciale" sin dal concepimento. Il testo presenta il concepimento di Maria come una grazia divina, anticipata da un angelo ai suoi genitori (cc. 1-5). L'infanzia di Maria (cc. 6-8) è estremamente pia, ella viene allevata nel tempio di Gerusalemme dai 3 ai 12 anni, dove "riceveva il vitto per mano di un angelo".
Nonostante il Protovangelo, per la sua tardività e il suo stile agiografico e leggendario, difficilmente possa basarsi su fondati elementi storici, esso sembra rappresentare «una prima presa di coscienza intuitiva e mitica della santità perfetta e originale di Maria nella sua stessa concezione».
Sulla base della narrazione del Protovangelo, la liturgia e la devozione della Chiesa greco orientale ha attribuito dall'antichità a Maria il titolo di Παναγία, Panaghìa, "tutta santa".
Gli Italiani di Slovenia rappresentano una minoranza residuale di quelle popolazioni italiane autoctone che abitarono per secoli ed in gran numero, le coste dell'Istria e le principali città di questa, che erano territori della Repubblica di Venezia. In Istria, secondo i censimenti austriaci che raccolsero le dichiarazioni relative alla lingua d'uso nel 1880, 1890, 1900 e 1910, nella regione geografica istriana gli italofoni contavano dal 37,59% (1910) al 41,66% (1880) della popolazione totale, concentrati nella aree costiere occidentali dove raggiungevano anche il 90%. Hanno subito una drastica riduzione dovuta all'esodo giuliano dalmata, che è stato causato dall'occupazione del territorio da parte dell'esercito jugoslavo durante la seconda guerra mondiale e dalle persecuzioni perpetuate da questo nei confronti della popolazione italiana, che sono conosciute come "massacri delle foibe". Secondo il censimento sloveno del 2002 in Slovenia ci sono 3 762 abitanti di nazionalità italiana, che sono organizzati nell'Unione Italiana. La lingua italiana viene insegnata in tutte le istituzioni statali nella zona del Litorale. Le maggiori comunità italiane sono a Ancarano, Capodistria, Pirano e Isola d'Istria che sono tutti e quattro comuni bilingui sloveno-italiani. Inoltre alla comunità italiana è garantito un seggio al Parlamento sloveno, occupato ininterrottamente da Roberto Battelli dal 1990 al 2018, al quale è succeduto Felice Žiža con le elezioni del 2018.[20]
La presenza autoctona di ungheresi
La comunità ungherese è concentrata soprattutto in tre comuni dell'Oltremura che sono bilingui sloveno-ungheresi. Anche alla comunità ungherese è garantito un seggio al Parlamento sloveno.
Nei comuni dove vige il bilinguismo ufficiale, sono istituite scuole di madrelingua italiana, dove l'italiano è utilizzato come lingua veicolare, mentre lo sloveno è insegnato come lingua obbligatoria. Da notare come, in seguito alle leggi del 1996 sulle istituzioni prescolari, sulle scuole elementari e sulle scuole superiori, nelle scuole di madrelingua slovena operanti sul territorio dei comuni bilingui, l'italiano sia parimenti insegnato come lingua obbligatoria.
In base a quanto indicato dall'ultimo censimento sloveno (2002) i residenti appartenenti al gruppo etnico italiano sono 712, cioè pari all'1,6% della popolazione totale del Comune. I residenti di madrelingua italiana sono leggermente più numerosi: 1.059, cioè il 2,2% sul totale (prima dell'esodo ne rappresentavano circa i quattro quinti). La comunità italiana autoctona vive non pochi problemi, data la scarsa consistenza numerica e il lento declino dovuto sia all'emigrazione che all'immigrazione nelle zone di insediamento storico di persone di altra nazionalità, che al basso tasso di natalità. La residua comunità italiana gode di svariate tutele, storicamente derivanti dal Memorandum di Londra del 1954, che dividendo l'allora Territorio Libero di Trieste fra Italia e Jugoslavia obbligava i due stati ad instaurare delle forme di tutela delle rispettive minoranze. Tra i diritti riconosciuti, vi è quello di esporre la propria bandiera nei contesti pubblici, a fianco di quella slovena, e di avere scuole di lingua italiana. Secondo la legge slovena lo status giuridico della minoranza può essere mutato solo con il consenso della stessa. Il Consiglio comunale attualmente ha 32 seggi, tre dei quali sono eletti direttamente dalla minoranza italiana, mentre i restanti 29 sono nominati dal resto della popolazione. Uno dei tre vice-sindaci è inoltre designato dalla minoranza degli Italiani locali. L'Unione Italiana rappresenta ufficialmente gli italo-sloveni, mentre il quotidiano La Voce del Popolo pubblicato in lingua italiana a Fiume (Croazia) rappresenta, anche se limitatamente, la principale espressione giornalistica della comunità italo-slovena.
La principale località abitata dagli Italo-sloveni è Capodistria, attualmente sede di una Comunità degli italiani abbastanza numerosa ed attiva. Secondo il censimento austroungarico dell'anno 1900, a Capodistria vivevano 7205 italiani, 391 sloveni, 167 croati e 67 tedeschi. In parte del territorio comunale di Capodistria oggi vige un bilinguismo ufficiale sloveno-italiano. Il bilinguismo riguarda tutti gli ambiti della vita pubblica, compresa la toponomastica. Sono bilingui la città di Capodistria e gli insediamenti di Barisoni/Barizoni, Bertocchi/Bertoki, Bossamarino/Bošamarin, Cerei/Cerej, Crevatini/Hrvatini, Campel/Kampel, Colombano/Kolomban, Prada/Prade, Premanzano/Premančan, Sallara/Šalara, San Canziano/Škocjan e inoltre la località di Valmarin (Albaro Vescovà di Sotto/Spodnje Škofije), corrispondenti all'area storica di insediamento della popolazione italiana. La minoranza italiana è riunita in tre diverse comunità: la comunità degli italiani di Capodistria (916 iscritti), la comunità degli italiani di Crevatini-Ancarano (147 iscritti) e la comunità degli italiani di Bertocchi (103 iscritti).
The Mississipi Mass choir - When I rose this morning
La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2024, conosciuta anche come COP29, è stata la XIX Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, organizzato dall'Azerbaigian e si è tenuta presso lo Stadio Olimpico di Baku dall'11 al 24 novembre 2024 ma era previsto che si sarebbe conclusa il 22 novembre.
In base alla prassi della rotazione tra i gruppi regionali delle Nazioni Unite, l'organizzazione della Conferenza del 2024 spettava al Gruppo Europa orientale. In conseguenza dell'opposizione della Russia nei confronti dei paesi dell'Unione europea, nel corso della COP28 di Dubai veniva decisa la candidatura dell'Azerbaigian con l'accordo dell'Armenia, nell'ambito della normalizzazione delle relazioni tra i due Stati.
La lingua ufficiale su tutto il territorio della Slovenia è lo sloveno. Ad essa si affianca l'italiano in parte dei quattro comuni litoranei (Ancarano, Capodistria, Isola d'Istria e Pirano) e l'ungherese in tre comuni dell'Oltremura (Dobrovnik, Hodoš e Lendava). Il bilinguismo ufficiale italiano-sloveno, come quello ungherese-sloveno, è garantito costituzionalmente dall'articolo 64 della Costituzione slovena. In particolare, la lingua italiana viene insegnata in diverse istituzioni statali: 9 asili, 3 scuole elementari, 3 scuole medie ed un liceo (tutti localizzati in Istria, principalmente a Capodistria).
La popolazione che si è dichiarata di nazionalità italiana nella Repubblica Socialista di Slovenia prima e nella Slovenia indipendente poi, nei censimenti jugoslavi dal 1961 al 1981 e in quelli sloveni del 1991 e del 2002, è passata da 3 072 del 1961 a 2 258 del 2002. I precedenti censimenti del 1948 e del 1953, nei quali si erano dichiarati italiani rispettivamente 1 458 e 854 persone, non tenevano conto del capodistriano (o Istria slovena) in quanto fino al 1954 faceva parte della zona B del Territorio Libero di Trieste; se fosse stato conteggiato anche il distretto di Capodistria il numero di italiani nei territori che costituiscono l'odierna Slovenia sarebbe salito rispettivamente a circa 25 000 e 15 000 unità. Dal censimento 2011 la Slovenia ha deciso di non rilevare più lingua e nazionalità dei suoi cittadini. Secondo l'ultimo censimento del 2002 gli Sloveni dichiaratisi di nazionalità italiana erano 2 258, concentrati in grande maggioranza nei 3 Comuni costieri della regione Carsico-litoranea di Capodistria, Pirano ed Isola d'Istria. Sempre secondo tale censimento, gli Sloveni dichiaratisi di madrelingua italiana erano pari a 3 762, anch'essi concentrati in massima parte nei Comuni citati.
Con la fine della seconda guerra mondiale ed il trattato di pace del 1947 Capodistria fu compresa nella zona B del "Territorio Libero di Trieste" (TLT), amministrata dall'esercito jugoslavo, ostile alla popolazione italiana. Fino al 1954 i maggiori centri abitati del Capodistriano rimasero a maggioranza italiana, nonostante l'esodo di parte della popolazione per sottrarsi al regime di Tito e alle persecuzioni anti-italiane (tra il 1947 e il 1954 vi furono 8 496 tra "trasferiti, deceduti, scappati" dal Capodistriano). La fase conclusiva dell'esodo degli italiani dal distretto di Capodistria ebbe inizio nell'ottobre 1953, a causa delle misure repressive adottate dalle autorità di occupazione in conseguenza dell'acuirsi delle tensioni con l'Italia per la questione triestina, e si intensificò ulteriormente dopo il 5 ottobre 1954, con la firma del Memorandum di Londra che assegnò la zona B alla Jugoslavia: se negli ultimi mesi del 1953 e nel 1954 erano partiti dal capodistriano rispettivamente 2 252 e 3 141 italiani, l'esodo raggiunse il picco nel 1955 con 6 761 italiani esuli, numero ridottosi a 1 728 nel 1956. In totale, tra il 5 ottobre 1953 e la fine del 1956, esodarono dal capodistriano 13 882 italiani. Solo una modesta minoranza (intorno alle 3 000 persone) decise di rimanere. Le città spopolate dall'esodo furono ripopolate con l'afflusso di jugoslavi (soprattutto sloveni) da altre zone della Jugoslavia. Per quanto riguarda il numero di italiani censiti nel Capodistriano dalle autorità di occupazione titine, secondo il censimento jugoslavo - peraltro largamente inattendibile - del 1945 (il cosiddetto "Cadastre") vi erano 27 982 italiani nell'Istria slovena, numero che si ridusse a 23 993 nel 1947. Secondo il censimento ufficioso del 1954, nel capodistriano risultavano risiedere 12 539 italiani, numero che si ridusse a 3 340 nel 1956 e a 3 311 nel 1957 per via dell'esodo.
Nell'Ottocento, durante gli anni della riscoperta del sentimento nazionale italiano, Capodistria fu il punto di riferimento del movimento unitario dell'Istria. Qui infatti era concentrato il principale nucleo del Comitato istriano, dove si riunivano i patrioti italiani più ardenti e che, dopo il 1857, operava come sede della Società Nazionale. Capodistria diede all'Italia patrioti come Carlo Combi e Antonio Madonizza, annoverabili tra le figure più importanti del Risorgimento in Istria. Uno dei precursori del movimento risorgimentale italiano fu il capodistriano Gian Rinaldo Carli, che già nel 1765 pubblicava articoli prospettanti una futura indipendenza dell'Italia. A seguito del mancato arrivo delle truppe italiane nel 1866 si sviluppò un forte sentimento irredentista rappresentato, fra gli altri, da Tino Gavardo, Pio Riego Gambini, ma soprattutto Nazario Sauro che, dopo esser fuggito nel 1915 a Venezia per arruolarsi nella Regia Marina, fu catturato dagli austriaci durante un'incursione italiana e giustiziato a Pola il 10 agosto 1916. Ad un patriota capodistriano, il generale Vittorio Italico Zupelli, già distintosi nella Guerra italo-turca (1911-1912), fu affidato il ministero della guerra italiano durante il primo conflitto mondiale (1915-1918).
Tra il 1848 e il 1918 l'Impero Austroungarico - in particolar modo dopo la perdita del Veneto a seguito della Terza guerra d'Indipendenza (1866) - favorì l'affermarsi dell'etnia slava per contrastare l'irredentismo (vero o presunto) della popolazione italiana. Nel corso della riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore Francesco Giuseppe delineò compiutamente in tal senso un piano di ampio respiro:
«Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.» (Francesco Giuseppe I d'Austria, consiglio della Corona del 12 novembre 1866.) Questa seconda area ha risentito per molti secoli dell'influenza della Repubblica di Venezia, tanto che in tutte le località principali costiere - e segnatamente Capodistria, Pirano e Isola - in tutti i censimenti del periodo austriaco si registrò sempre una maggioranza assoluta di italofoni. Il loro numero è calato drasticamente dopo la drastica riduzione dovuta all'esodo giuliano dalmata causato dall'occupazione del territorio da parte dell'esercito jugoslavo e dalle persecuzioni perpetuate da questo nei confronti della popolazione italiana, che sono conosciute come massacri delle foibe.