La Festa nazionale svizzera (detta "Natale della Patria") ricorre ogni 1º agosto. Essa ricorda la nascita della Confederazione avvenuta nei primi giorni d'agosto dell'anno 1291 sul praticello del Grütli. Con la stipulazione del Patto confederale i primi tre cantoni (Uri, Svitto e Untervaldo, detti Cantoni primitivi) davano vita a un'alleanza per contrastare le pressioni degli Asburgo d'Austria attraverso l'amministrazione dei balivi. La mattina del 1º agosto si tiene la tradizionale festa sul praticello del Grütli (o Rütli). Vi partecipano il Presidente della Confederazione, oltre ad altre personalità di spicco, e l'avvenimento è trasmesso dalle televisioni nazionali. A mezzogiorno le radio trasmettono il discorso del Presidente della Confederazione, nelle tre lingue. La popolazione è solita festeggiare in maniera piuttosto sobria davanti a un falò, esponendo le bandiere sui balconi o sparando fuochi artificiali. In questo giorno, alle 8 di sera, tutte le campane della Svizzera suonano a festa. Inoltre, la sera, un Comune svizzero scelto con rotazione delle regioni linguistiche ospita i festeggiamenti ufficiali, trasmessi a reti unificate. Una seconda festività comune a tutti gli Svizzeri la Festa federale di ringraziamento o, più semplicemente "Digiuno federale". Inizialmente celebrato solo nei cantoni protestanti, a partire dal 1643 anche i cantoni cattolici introdussero prescrizioni riguardanti la preghiera e il digiuno. Nel 1796 la Dieta Federale dichiarò l'8 settembre 1796 festa federale di preghiera. Infine, nel 1832 la Dieta Federale dispose che cattolici e protestanti in tutti i cantoni celebrassero una giornata di preghiera, digiuno e ringraziamento la terza domenica di settembre.
Dal 1855 sono considerati sport nazionali la lotta svizzera (in tedesco Schwingen o Hosenlupf, in francese lutte suisse), il lancio della pietra (in tedesco Spounsteinwerfen), il tiro di campagna federale (in tedesco l'Eidgenössisches Feldischiessen) diffuso dal 1850, e l'Hornussen che si svolge su un grande campo dove un giocatore tira l'Hornusse (una pallina ovale di caucciù) su una rampa scaraventandola in alto con una frusta di ferro rigida nel mentre gli avversari, anche a 3-500 metri, cercano di prenderla prima che tocchi terra con una specie di pala di legno anche lanciandola in alto. Queste discipline venivano già disputate nel basso Medioevo, e si svolgevano durante sagre, feste di tiro o feste di mezza estate. Solamente a partire dal 1850 questi sport si diffusero tra la popolazione, all'inizio erano giochi da pastore. Un'altra competizione tradizionale è la Walliser Kuhkampf ad Aproz, in cui due vacche si affrontano in un duello.
La Festa di Unspunnen del 1808. La Festa di Unspunnen ha luogo a intervalli irregolari, ogni otto o dodici anni, a Interlaken: vi si disputano gli sport tradizionali e si cantano gli jodel.
Corsa d'orientamento
Sempre negli sport individuali, la Svizzera si è proclamata la nazione più forte al mondo nella corsa d'orientamento, grazie a Simone Niggli, Matthias Merz, Daniel Hubbman e tanti altri.
Giochi olimpici
Il primo campione olimpico svizzero della storia fu Louis Zutter, nella ginnastica, che vinse l'oro alle Olimpiadi di Atene del 1896. Zutter, precedentemente, aveva vinto la medaglia d'argento (prima medaglia olimpica per la Svizzera) nel volteggio, sempre ai Giochi olimpici di Atene 1896. Gli atleti svizzeri più medagliati dei Giochi olimpici moderni sono Georges Miez ed Eugen Mack, nella ginnastica artistica, con 8 medaglie ciascuno.
Altri sport
Nel pattinaggio artistico annovera tra i suoi atleti Stéphane Lambiel, due volte vincitore del campionato mondiale. La Svizzera ha inoltre una delle migliori squadre al mondo di curling sia in ambito maschile sia femminile e si trova al primo posto nel medagliere olimpico del bob. Inoltre, il Governo ha iniziato a sovvenzionare la danza nel 2012 con i Premi svizzeri di danza.
La prima ascensione dell'Aconcagua
Il 14 gennaio 1897 è opera di un alpinista svizzero, Matthias Zurbriggen, la prima ascesa dell'Aconcagua, il monte più alto del continente Americano.
Il patrimonio culturale della Svizzera è testimoniato dalla presenza di siti (oltre 10), che sono stati iscritti nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, di cui 8 dei quali rientrano nel patrimonio culturale e 3 sono patrimonio naturale.
Nell'ambito della gastronomia svizzera prevalgono tradizioni diverse per quanto concerne quella francofona, quella germanica e quella italiana, prevalentemente del Nord Italia.
31 luglio 1992: Claude Nicollier, in seguito alla missione spaziale STS-46, è il primo svizzero ad andare nello spazio 23 settembre 2009: viene lanciato SwissCube, il primo satellite svizzero
Il principale teatro del paese è lo Schauspielhaus di Zurigo che figura fra i maggiori teatri di lingua tedesca. Fondato nel 1892, ha visto andare in scena per la prima volta numerosi drammi di Bertold Brecht e i lavori di Friedrich Dürrenmatt e Max Frisch. Accanto allo Schauspielhaus, il Cabaret Voltaire è l'altro grande ritrovo zurighese che ha visto nascere al suo interno il movimento dadaista. Il teatro italofono è limitato alla Svizzera italiana. Qui vi sono tracce teatrali almeno a partire dal Seicento (convento dei Gesuiti di Bellinzona, Convento dei Somaschi a Lugano), con realizzazioni anche di un certo rilievo (traduzioni inedite dal francese, in special modo di Molière e Corneille, per opera dell'abate Gian Pietro Riva). Nell'Ottocento l'attività teatrale è specialmente incentrata sull'importazione di spettacoli dall'Italia (e più raramente dal resto della Confederazione elvetica): sono sorti i teatri di Lugano, Bellinzona (un raffinato edificio architettonicamente affine alla Scala di Milano), Locarno e Chiasso. La produzione autoctona ha tardato però a manifestarsi, se non nelle forme del teatro amatoriale e dialettale (senza testi scritti fino alla fine dell'Ottocento) e nelle manifestazioni folkloristiche (come le Sacre Rappresentazioni - o Processioni storiche - di Mendrisio, nel Sottoceneri, tradizione tuttora esistente). Nel 1932 è nata la prima compagnia teatrale professionistica, per opera di un'attrice ticinese nata a Londra, Maria Bazzi (l'iniziativa è però rapidamente fallita). Nel 1932, inoltre, è nata la Radio della Svizzera Italiana (detta anche Radio Monteceneri) che ha formato una prima generazione di attori e registi: Guido Calgari, Romano Calò, Giuseppe Galeati. Sono subentrati in seguito, come registi, Vittorio Ottino e Carlo Castelli. Grazie alla radio, gli attori hanno cominciato anche a calcare i palcoscenici in modo professionistico e sono nate alcune compagnie indipendenti: Teatro Prisma (diretto dall'italiano Franco Passatore, 1956-59), Teatro La Cittadella (1961-66) e Teatro La Maschera (1984-93), compagnie dirette da Alberto Canetta (1924-87), forse uno dei più importanti uomini di teatro nella Svizzera italiana del Novecento. Nel 1981 nasce il Teatro della Svizzera Italiana, che promuove vaste tournée sul territorio cantonale e la cui esperienza si esaurisce nel 1987. Nello stesso anno nasce inoltre il TASI (Teatri Associati della Svizzera Italiana) che raggruppa le nuove compagnie indipendenti, nate nel corso degli anni settanta-ottanta. Un ruolo notevole, in questo contesto, è svolto dalla Scuola e dal Teatro Dimitri di Verscio, da cui sono usciti molti degli artisti attivi a partire dagli anni novanta. Nell'attuale scena, estremamente composita dal profilo sia organizzativo sia stilistico (teatro di parola, teatro di marionette, teatro-danza, teatro-multimediale) si possono ricordare: il Teatro Pan, il Teatro Sunil (il cui regista Daniele Finzi Pasca lavora con il Cirque du Soleil in grandi realizzazioni internazionali), Luganoteatro, la Markus Zohner Theater Compagnie, il Teatro Paravento, il Teatro delle Radici e il Teatrodanza Margit Huber.
Il principale evento musicale su suolo elvetico è forse la Street Parade, la parata di musica techno che si tiene annualmente nelle strade di Zurigo, solitamente il secondo sabato di agosto. La prima edizione della manifestazione venne organizzata nell'estate del 1992 da uno studente di matematica del Politecnico federale di Zurigo, Marek Krynski, che si ispirò alla LoveParade di Berlino.
Inizialmente convocata come Manifestazione per l'amore, la pace, la libertà, la generosità e la tolleranza, la Street si è imposta negli anni come uno dei più grandi appuntamenti per gli appassionati di musica techno. Il numero dei partecipanti oscilla attorno agli ottocentomila. A partire dal 1998 a ogni edizione è accostato un tema e uno slogan: It's all in your hands, (1998), More than words (1999), Believe in love (2000), Love, freedom, tolerance (2001), Peace! (2002), Let the sun shine (2003), Elements of culture (2004), Today is Tomorrow (2005), Move your mind (2007), Respect! (2007), Friendship! (2008), Still have a dream (2009), Celebrate the spirit of Street Parade! (2010), 20 Years Love, Freedom, Tolerance & Respect (2011).
Oggi la Street Parade è riconosciuta come bene culturale zurighese, della sicurezza si fa carico la città, mentre le Ferrovie federali organizzano per l'occasione treni speciali da tutta la Svizzera verso Zurigo.
Silvano Benedetti, ex campione di Torino e Roma, partecipa come testimonial di "Da Campioni ASD" con cui collabora.
Ma che cosa è il progetto "Scuderia da Campioni"?
L’Associazione sportiva dilettantistica "Da Campioni ASD" e HippoGroup Torinese, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Vinovo, lanciano “Scuderia Da Campioni”.
Un progetto innovativo e audace: un percorso inclusivo espressamente dedicato a ragazzi con disabilità cognitive e sindrome di Down.
UN PROGETTO INCLUSIVO E INNOVATIVO
Qual è la genesi del progetto “Scuderia Da Campioni”?
"Crediamo che l’ippica non sia soltanto una disciplina sportiva, ma soprattutto uno strumento di scoperta personale, autonomia e inclusione sociale. Con “Scuderia Da Campioni” puntiamo quindi ad offrire un’esperienza immersiva nel mondo dei cavalli, capace di unire prestazioni sportive, terapia e relazioni umane".
Gli obiettivi concreti del progetto sono molti.
Promuovere l’inclusione sociale e il benessere psicofisico attraverso l’ippica.
Offrire ai ragazzi con disabilità un’opportunità di apprendimento e crescita
Creare un ambiente accessibile, accogliente e sicuro per tutti.
Rafforzare la rete di sostegno tra famiglie, operatori del settore e professionisti.
La Scuderia proporrà quindi spazi accessibili a tutti. Sarà dotata di personale specializzato, inteso come istruttori ippici con formazione in ippoterapia e operatori socio-sanitari. Allo stesso modo ci saranno cavalli addestrati, quindi abituati al contatto con persone con esigenze speciali. Inoltre saranno previste attività personalizzate come ippica, grooming (cioè la cura del cavallo) e laboratori educativi.
Attività e benefici dell'iniziativa
Socializzazione: rafforza l’autostima e favorisce nuove amicizie
Autonomia e responsabilità: occuparsi di un cavallo stimola organizzazione e fiducia in sé
Sport inclusivo: partecipazione ad eventi e manifestazioni ippiche in ottica inclusiva.
Ippicaterapia: differente dall'ippoterapia, migliora coordinazione, tono muscolare, equilibrio e stimolazioni cognitive. Ma soprattutto ogni cavallo che sarà curato e accudito dai ragazzi partecipanti al progetto sarà impegnato nelle corse sulle piste italiane, non solo a Vinovo, e i ragazzi potranno partecipare per seguire il loro campione.
DUE MONDI CHE SI INCONTRANO ALL'IPPODROMO DI VINOVO
"Con "Scuderia Da Campioni" vogliamo dimostrare che lo sport, e in particolare l’ippica, può diventare un veicolo straordinario di inclusione e crescita personale. Siamo orgogliosi di avviare questo percorso insieme all’Ippodromo di Vinovo, al fianco delle famiglie e dei nostri ragazzi", spiega Luca Negro (Presidente associazione Campioni ASD).
E come sottolinea il direttore dell’Ippodromo di Vinovo, Silvano Ferraris, "l’ippodromo è da sempre la casa dei cavalli e delle emozioni che sanno regalare. Crediamo che l’ippica non sia soltanto una disciplina sportiva, ma soprattutto uno strumento di scoperta personale, autonomia e inclusione sociale tramite l'"animale cavallo". Con questo progetto desideriamo aprire le nostre porte a un nuovo modo di vivere l’ippica: inclusiva, educativa e solidale. Vogliamo che la nostra pista diventi un luogo di incontro e crescita per tutti, dove i veri campioni sono i ragazzi che affronteranno questa esperienza".
Due peculiarità contraddistinguono lo sviluppo storico della musica in Svizzera: da una parte l'assenza di grandi centri culturali e poli musicali (sviluppatisi all'estero nelle corti principesche), dall'altra la diffusione sul territorio elvetico di generi musicali stranieri, indipendentemente dalle variazioni linguistiche interne: novità provenienti dalla Scuola di Notre-Dame parigina si diffusero infatti nelle abbazie e nelle città svizzere di lingua tedesca. Al di fuori dell'ambito ecclesiastico, la musica popolare sviluppò principalmente le Minnesang (raccolte nel Codice Manesse del 1304). Se nelle città riformate si sviluppò il canto religioso, nelle regioni cattoliche crebbe la musica organistica.
Nel 1768 a Lucerna nacque l'Helvetische Konkordiagesellschaft che promosse in ambito borghese la musica profana. La musica popolare - che a partire dal Cinquecento si avvaleva del Corno alpino[187] - si arricchì inoltre delle marce militari che i mercenari apprendevano all'estero. A partire dal Settecento sono invece attestati gli Jodel. Nel 1808 gli ambienti liberali promossero la Società svizzera di musica che si occupò di organizzare festival musicali. Oggi i principali appuntamenti musicali sono: le annuali rassegne di musica classica di Lucerna (dal 1938), di Zurigo e di Ascona, il Montreux Jazz Festival, l'Estival Jazz di Lugano, l'Open Air di San Gallo, il Paléo Festival Nyon e la Street Parade zurighese. Tra i cantautori svizzeri più noti possiamo ricordare Paolo Meneguzzi. Da ricordare anche Lys Assia che con il singolo Refrain è stata la prima vincitrice dell'Eurovision Song Contest, nel 1956.
Dal momento che la Confederazione, dalla sua fondazione nel 1291, era costituita quasi esclusivamente da regioni di lingua tedesca, le prime forme di letteratura sono in tedesco. Nel XVIII secolo il francese divenne di moda a Berna e nelle altre regioni, mentre l'influenza degli alleati di lingua francese si faceva sempre più marcata. Tra i classici della letterature svizzera tedesca sono Jeremias Gotthelf (1797-1854), che ha descritto la vita contadina dell'Emmental, Gottfried Keller (1819-1890) e Carl Spitteler (1845-1924). Gli indiscussi giganti della letteratura svizzera del XX secolo sono Max Frisch (1911-91) e Friedrich Dürrenmatt (1921-90), il cui repertorio include Die Physiker (I fisici) e Das Versprechen (La Promessa), portato allo schermo nel 2001. Eminenti autori di lingua francese erano Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e Madame de Staël (1766-1817). La letteratura più recente comprende autori come Charles-Ferdinand Ramuz (1878-1947), i cui romanzi sono per la maggior parte incentrati sulla dura vita di paesani e montanari nel mezzo di una natura spettacolare, e Blaise Cendrars (1887-1961). Hanno contribuito anche autori di lingua italiana e romancia, ma in un modo più modesto, dato il numero ristretto di abitanti. Probabilmente la creazione letteraria più famosa, Heidi (1880), (con 50 milioni di copie vendute), la storia di una ragazza orfana che viveva con il suo nonno nelle Alpi, fu uno dei libri per bambini più popolari in assoluto ed è diventato per molti un simbolo della Svizzera. La sua creatrice, Johanna Spyri (1827-1901), ha scritto parecchi libri sullo stesso tema. Svizzeri sono anche il fondatore della psicologia analitica Carl Gustav Jung, i membri della famiglia Bernoulli ed Eulero.
Fino al XVIII secolo le arti figurative svizzere sono rimaste confinate - con qualche pregevole eccezione - all'ambito domestico. Pittori e scultori svizzeri portarono la loro arte all'estero, fra costoro si distinse Johann Heinrich Füssli (che operò soprattutto in Inghilterra con il nome di Henry Fuseli). Nell'Ottocento si fecero largo Arnold Böcklin, Albert Ankel, Vincenzo Vela e Ferdinand Hodler. Il Novecento vide una maggiore interazione dell'arte svizzera con quella europea. Accanto a Paul Klee, esponente dell'astrattismo, Alberto Giacometti è forse la figura di maggior rilievo: a Parigi, fra le due guerre, si accostò al movimento cubista per arrivare al surrealismo, dopo la seconda guerra mondiale, ritornò a Parigi e influenzato dall'esistenzialismo sviluppò un personalissimo stile di figure molto allungate in bronzo composte da piccoli ammassi di materia, stile che sviluppò anche in pittura e soprattutto in stampe litografiche. E ancora da ricordare l'artista Sophie Taeuber-Arp. Altra figura di spicco, attivo soprattutto negli anni '60/'80 del '900, Jean Tinguely, scultore appartenente al "Nouveau Réalisme", marito di Niki de Saint Phalle. Sempre nel secondo dopoguerra, il pittore, designer e scultore HR Giger sviluppò il proprio universo distopico, xenomorfo e biomeccanico, in cui la creatura più celebre è il mostro alieno del film Alien e seguiti, animato da Carlo Rambaldi con il quale l'artista elvetico vinse l'Oscar ai migliori effetti speciali nel 1980.
La croce bianca era un simbolo diffuso nei territori del Sacro Romano Impero Germanico. L'emblema (con i bracci bianchi estesi sino ai bordi del quadrato) fece la sua comparsa fra le armate svizzere, per la prima volta, nella battaglia di Laupen nel 1339. Tuttavia gli svizzeri continuarono a utilizzare le insegne dei singoli cantoni. La prima bandiera unitaria fu il tricolore verde, rosso e giallo della Repubblica elvetica, utilizzato dal 1799 al 1803. In modo informale, la croce bianca riprese a sventolare dopo il 1803 e soprattutto dopo il 1814. Nel 1847, durante la Guerra del Sonderbund, il generale Guillaume-Henri Dufour chiese l'adozione di un unico simbolo nazionale per l'esercito federale, terminata la campagna, nel 1848, la croce bianca in campo rosso divenne ufficialmente il simbolo del nuovo Stato federale. Nel 1889 l'Assemblea federale regolamentò definitivamente anche le proporzioni della bandiera, quadrata, 1:1. Tuttavia, a partire dalla seconda guerra mondiale, la marina mercantile svizzera (sia marittima sia fluviale) utilizza la bandiera rettangolare, con la proporzione 2:3.