Dall’Africa orientale all'Africa occidentale. Dove troviamo due paesi a metà fra il desiderio di uno sviluppo moderno e le difficoltà per raggiungerlo.
Uno, la Repubblica del Senegal, con capitale Dakar. 200 mila chilometri quadrati di territorio, percorsi dal fiume omonimo, che si affacciano sull'oceano Atlantico.
Il suo territorio si estende nel Sahel, che è la zona di transizione fra le regioni aride sahariane e quelle umide dell'Africa guineana. Clima è tropicale , con una lunga stagione secca, invernale, e una stagione umida, estiva la cui durata cambia procedendo da nord (circa 3 mesi) verso sud (6-7 mesi).
12,6 milioni di abitanti, con una densità di popolazione di circa 64 ab./km².
Naturalmente, la popolazione si concentra dove sono migliori le condizioni ambientali, cioè, lungo la fascia costiera e nell'immediato entroterra; l'interno, in buona parte arido o semiarido, vede nuclei abitativi maggiori solo lungo il corso dei fiumi, dove ci sono maggiori disponibilità idriche.
L'attività principale è l'agricoltura.
Ma, il Senegal è anche la patria della cultura africana. Perchè?
Perchè il presidente Senghor, forte sostenitore della Negritude e del progetto panafricano, fu la scintilla da cui scaturì il primo Festival mondial des Arts Negres, organizzato a Dakar nel 1966. La manifestazione di arte, musica, danza e teatro coinvolge quasi tutte le nazioni dell'Africa Subsahariana.
Quindi, alla fine degli anni ottanta, il presidente Abdou Diouf (che non era famoso per incentivare la cultura) sostenne l'iniziativa di artisti, scrittori e intellettuali senegalesi e la nascita della Biennale di Dakar, che è oggi la più importante biennale internazionale di arte contemporanea africana, che richiama artisti critici d'arte, curatori e galleristi provenienti da quasi tutte le nazioni africane e dal mondo....
Per approfondire ascolta la puntata del 13 Novembre
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