mercoledì 4 giugno 2014

4 GIUGNO 2014

Dopo il Rwanda entriamo in Burundi...


BURUNDI

Il Burundi è un piccolo stato africano di 27.830 km² che confina con Ruanda, Repubblica Democratica del Congo e Tanzania. Si trova nella regione geografica dei Grandi Laghi ed è uno stato senza sbocco al mare. Politicamente appartiene all'Africa Orientale e talvolta all'Africa dei Grandi Laghi. La sua capitale è Bujumbura.
Abitato fin dai tempi più remoti, conobbe la colonizzazione prima tedesca, poi belga. Fu un glorioso regno e ottenne l'indipendenza nel 1962.
Dal 1966 il Burundi è una repubblica presidenziale e l'attuale capo di stato e di governo è il presidente della repubblica Pierre Nkurunziza.
Gli scontri etnici in Burundi e Ruanda, soprattutto negli anni novanta, contribuirono a isolare i due paesi dalla comunità internazionale e anche dagli stessi paesi confinanti, che tuttavia furono parte attiva nei tentativi di riconciliazione, a partire dagli accordi di Arusha del 1993, colloqui di pace fra Hutu e Tutsi tenutisi ad Arusha, Tanzania, nel 1993.
Nell'agosto del 2000 un accordo fra i gruppi politici del Burundi stabilì una serie di scadenze per la restaurazione della democrazia, nel 2003 venne firmato un cessate il fuoco fra il governo guidato da Buyoya e il gruppo di ribelli Hutu più numeroso, il Conseil National pour la Défense de la Démocratie-Forces pour la défense de la démocratie, CNDD-FDD. Nello stesso anno il leader del FRODEBU, Domitien Ndayizeye prese il posto di Buyoya come presidente del paese. L'ala più estremista dei ribelli Hutu, il gruppo Forces Nationales de Libération, FNL, continuò a rifiutare qualunque forma di accordo.
La risoluzione ONU 1545 del maggio 2004, visto il proseguire dei combattimenti, stabilì la costituzione della missione United Nations Operation in Burundi, UNOB, con l'invio di forze di peace-keeping per supportare i processi di democratizzazione definiti negli accordi di Arusha. Nell'agosto del 2004, il FNL massacrò 152 Tutsi congolesi al campo di rifugiati di Gatumba, nella parte occidentale del Burundi. Il governo emise dei mandati di arresto nei confronti dei leader del FNL Agathon Rwasa e Pasteur Habimana, dichiarando il gruppo un'organizzazione terrorista.
Del febbraio 2005 è l'approvazione della nuova Costituzione seguita da elezioni e nomina del nuovo presidente, il leader del partito CNDD-FDD Pierre Nkurunziza. Secondo quanto stabilito dagli accordi di pace la composizione delle istituzioni è equamente ripartita fra Hutu e Tutsi. Nkurunziza si è poi rivelato inadatto al ruolo, è stato coinvolto in molti scandali, poi insabbiati, ed ha avuto più di un atteggiamento dittatoriale.
Gruppi di ribelli del FNL sono tuttora attivi in alcune province ma nel giugno 2006 sono state avviate trattative di pace a Dar-es-Salaam che hanno portato ad un cessate il fuoco.
In Burundi il tasso di corruzione è molto alto e le istituzioni non fanno praticamente nulla per migliorare la situazione, oltre a questo bisogna tener presente l'alto tasso di povertà che imperversa nel paese e che esaspera la gente. Nel 2008 il parlamento del Burundi ha approvato l'abolizione della pena di morte per tutti i reati diventando così il terzo stato ad abolire la pena di morte nel 2008.
La popolazione del Burundi, nonostante quanto comunemente ritenuto, non è suddivisa per etnie o per tribù. La differenziazione fra le etnie è in realtà molto labile, condividono infatti la stessa lingua, la stessa religione e hanno usi simili. La popolazione è costituita per l'85% da Hutu che rappresentano perlopiù la componente di popolazione dedita all'agricoltura, da un 14% di Tutsi perlopiù dediti alla pastorizia e da un rimanente 1% di twa, un'etnia pigmea.
L'elevata densità della popolazione è in parte spiegata dalla posizione del paese, lontano dal mare e dalle tradizionali rotte della tratta degli schiavi che ha spopolato altre zone del continente. Le particolari condizioni climatiche, date dall'altitudine oltre a liberare il paese dal morbo della tripanosomiasi permettono anche doppi cicli di coltura e una buona integrazione fra l'attività agricola e quella della pastorizia.
La pressione demografica, accresciuta dall'elevato numero di profughi rientrati dopo la fine dei conflitti etnici, provoca però un eccessivo sfruttamento dei terreni, nell'indice dei paesi con problemi di denutrizione il Burundi è in penultima posizione.
Le etnie, che peraltro già conosciamo sono per l'85% Hutu, Bantu, 14% Tutsi, definiti "Camiti" con una terminologia oggi contestata, 1% Twa, Pigmei, 3.000 europei e 2.000 asiatici.


Benny Ibarra - Sin Ti

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