Domani ricorre l'anniversario della sua morte...
JOHN F.KENNEDY
Politica estera
INCARICO NOME MANDATO
Presidente John F. Kennedy 1961-1963
Vice Presidente Lyndon B. Johnson 1961-1963
Segretario di Stato Dean Rusk 1961-1963
Segretario della Difesa Robert McNamara 1961-1963
Segretario del Tesoro C. Douglas Dillon 1961-1963
Procuratore Generale Robert F. Kennedy 1961-1963
Segretario degli Interni Stewart Udall 1961-1963
Segretario dell'Agricoltura Orville Freeman 1961-1963
Segretario al Commercio Luther H. Hodges 1961-1963
Segretario del Lavoro Arthur Goldberg
W. Willard Wirtz 1961-1962
1962-1963
Segretario della Salute Abraham A. Ribicoff
Anthony Celebrezze 1961-1962
1962-1963
Direttore generale delle Poste J. Edward Day
John A. Gronouski 1961-1963
1963
Capo di gabinetto (facente funzioni) Kenneth P. O'Donnell 1961-1963
Consiglieri e consulenti del Presidente: Ted Sorensen (speechwriter e avvocato); Arthur Schlesinger Jr. (storico); Arthur M. Okun (economista); James Tobin (economista); Adlai Stevenson II (politico e diplomatico).
Politica estera
Il 17 aprile 1961, l'amministrazione Kennedy mise in atto una versione modificata del piano per l'invasione della Baia dei Porci, studiato sotto l'amministrazione di Dwight D. Eisenhower, predecessore di Kennedy che rimandava di attuarlo, per deporre Fidel Castro, leader socialista del governo di Cuba. Durante l'amministrazione Eisenhower questo piano aveva prodotto l'esecuzione di numerosi attentati terroristici in Cuba, da parte del gruppo Alpha 66, uno dei quali portò alla realizzazione della famosa foto icona di Che Guevara, scattata dal fotografo Korda durante i funerali di 75 cubani morti nell'esplosione di una nave. Con i fratelli Kennedy, John e Robert e la supervisione di Allen Dulles della CIA, oltre al famoso tentato sbarco nella Baia dei Porci, in cui 1.500 cubani anticastristi vennero sconfitti dalle forze regolari cubane, si realizzò l'Operazione Mongoose ("piano mangusta"), nella quale terroristi di diversa estrazione effettuarono in 14 mesi 5.780 azioni terroristiche e 716 sabotaggi ad infrastrutture economiche cubane.
Questi eventi portarono alla crisi dei missili di Cuba, che iniziò il 14 ottobre 1962, quando gli aerei-spia U-2 americani fotografarono un sito cubano dove era in costruzione una base missilistica sovietica. Kennedy si trovò di fronte un pesante dilemma: se gli Stati Uniti avessero attaccato il sito, avrebbero dato inizio ad una guerra nucleare con l'Unione Sovietica. Se non avessero fatto nulla, avrebbero avuto una permanente minaccia nucleare nella propria regione, in una vicinanza tale da rendere quasi impossibile un contrattacco qualora i nemici avessero attaccato per primi. E ancora, la paura che gli Stati Uniti apparissero deboli agli occhi del mondo.
Molti ufficiali militari e ministri del governo fecero pressione per un attacco aereo, ma Kennedy ordinò un blocco navale ed avviò negoziati con i sovietici. Una settimana dopo raggiunse un accordo con il Segretario Generale del PCUS, Nikita Khruščёv. Questi si accordò segretamente per ritirare i missili in cambio dell'impegno degli Stati Uniti di non invadere Cuba e di ritirare i propri missili nucleari dalla Turchia.
La crisi dei missili ebbe tuttavia effetti positivi sulle trattative USA-URSS circa la limitazione dei test nucleari. Sia Kennedy che Khruščёv, consapevoli di essersi trovati sull'orlo di una guerra atomica, cercarono di diminuire le tensioni attraverso una fitta corrispondenza. Questa culminò nel 1963 con l'inizio ufficiale dei negoziati, assieme alla Gran Bretagna, che portarono alla firma del Partial Test Ban Treaty, il 5 agosto dello stesso anno. Il trattato, considerato uno dei successi diplomatici dell'amministrazione Kennedy, proibiva agli Stati aderenti qualsiasi esperimento nucleare nell'atmosfera, nello spazio e sott'acqua, lasciando possibili solo i test sotterranei. Il 26 giugno 1963 Kennedy visitò Berlino Ovest e tenne un pubblico discorso di critica contro la costruzione del Muro di Berlino. Il discorso è noto per la sua famosa frase, pronunciata in tedesco, Ich bin ein Berliner, e salutata dai berlinesi con una grande ovazione.
Argomentando che coloro che rendono impossibile una rivoluzione pacifica rendono inevitabile una rivoluzione violenta, Kennedy cercò di contenere la diffusione del comunismo in America Latina fondando la Alliance for Progress, che inviò aiuti alle nazioni in difficoltà e cercò di imporre un maggior rispetto dei diritti umani nella regione. Kennedy istituì, durante il primo anno della sua presidenza, i Peace Corps, un programma di volontariato rivolto ai paesi in via di sviluppo. Questo progetto, frutto di un incontro di Kennedy con gli studenti dell'Università del Michigan avvenuto durante la sua campagna elettorale, aveva il compito principale di promuovere una migliore immagine degli Stati Uniti nei Paesi in cui essa era compromessa dalla diffidenza verso gli americani, spesso visti come nuovi colonizzatori, e al tempo stesso di fornire un aiuto tecnico. I Peace Corps, tuttora esistenti, rimangono una delle eredità più durature dell'amministrazione Kennedy.
Video su Kennedy
Riguardo la guerra del Vietnam, durante la sua presidenza a seguito di continue minacce all'indipendenza dello stato meridionale, Kennedy vi incrementò il numero di consiglieri militari facendoli passare da poche centinaia fino a 16.000 (al momento della sua morte). Nell'agosto del 1964 il Presidente Johnson, prendendo spunto da un incidente avvenuto nel golfo del Tonchino, si presentò di fronte al congresso degli Stati Uniti facendosi dare adeguati poteri per intraprendere iniziative militari. Nel 1965 partirono i primi bombardamenti aerei, mentre il numero dei soldati impegnati raggiungeva quota 500.000 nel 1967. Con la sua attività, secondo alcuni egli, ordinando il rovesciamento e l'uccisione di Ngo Dinh Diem, avrebbe acceso la miccia che ha provocato la guerra. Altri, tra cui Robert Dallek in An Unfinished Life: John F. Kennedy, 1917-1963 sostengono invece che Kennedy avrebbe soltanto continuato l'impegno della Legione straniera francese nella ex colonia dell'Indocina francese.
Nel 1963, anno in cui ci fu il cambio di passo del Presidente Kennedy, riportato anche da Martin Luther King nella sua autobiografia ("The Autobiography of Martin Luther King, Jr. by Martin Luther King Jr. and Clayborne Carson"), Kennedy cominciò a bloccare le manovre dei consiglieri militari e a pianificare la ritirata di alcune migliaia di soldati dal Vietnam. Kennedy non avrebbe quindi dato il via all'escalation, la quale sarebbe solo opera di Johnson, e che al momento dell'assassinio del Presidente non c'era nessuna battaglia in atto. Non trascurabili sono poi le dichiarazioni rilasciate dall'ex segretario della difesa americano (in carica in quegli anni) Robert McNamara, che nel film The Fog of War ha affermato che Kennedy non aveva nessuna intenzione di impegnarsi in una guerra in Vietnam, così come la presenza di un memorandum datato 11 ottobre 1963 in cui Kennedy ordinava il ritiro di 1.000 uomini dal Vietnam, decisione poi subito annullata da Johnson appena divenuto presidente.
Politica interna
I progetti di guerra alla povertà e alla disoccupazione, un benessere materiale e fisico, più solido e più largamente distribuito, le leggi a favore dell'istruzione e il provvedimento di legge contro la discriminazione razziale nei luoghi pubblici, nelle scuole di tutti i livelli, nelle forze armate e nelle imprese pubbliche e statali, a rinforzo delle lotte per i diritti civili iniziato dal movimento di protesta degli americani di origine africana.
Uno dei problemi interni agli Stati Uniti più pressanti durante l'era Kennedy fu la turbolenta fine della discriminazione razziale. La Corte Suprema statunitense si era pronunciata nel 1954 contro la segregazione razziale nelle scuole pubbliche, vietandola; tuttavia c'erano molte scuole, soprattutto negli stati meridionali, che non rispettavano questa decisione. Rimanevano inoltre in vigore le pratiche di segregazione razziale sugli autobus, nei ristoranti, nei cinema e negli altri spazi pubblici.
Migliaia di statunitensi di tutte le etnie ed estrazioni sociali si unirono per protestare contro questa discriminazione. Kennedy sostenne l'integrazione razziale ed i diritti civili e chiamò inoltre a sé durante la campagna elettorale del 1960 la moglie dell'imprigionato reverendo Martin Luther King Jr., guadagnandosi il consenso della popolazione nera alla sua candidatura. Tuttavia, da presidente, temette che i movimenti dal basso (grassroots movement) avrebbero potuto irritare troppo i bianchi del sud ed inizialmente tese ad ostacolare il passaggio delle leggi sui diritti civili attraverso il Congresso, dominato da Democratici del Sud, allontanandosi dalle posizioni dei movimenti. Il risultato fu quello di venire accusato da molti leader dei movimenti per i diritti civili di non dar loro il sostegno promesso, qualcuno lo accusò di aver strumentalizzato i movimenti per i diritti civili in chiave meramente elettorale.
Appoggio al programma spaziale
Kennedy voleva intensamente che fossero gli Stati Uniti a guidare l'esplorazione dello spazio. L'Unione Sovietica era più avanti degli Stati Uniti nella conoscenza dei viaggi spaziali e Kennedy era convinto che gli Stati Uniti avrebbero potuto colmare il divario. Disse che "nessuna nazione che aspiri ad essere alla guida delle altre può attendersi di rimanere indietro nella corsa per lo spazio".
Kennedy chiese al Congresso di finanziare il Programma Apollo per oltre 22 miliardi di dollari, con lo scopo di portare un uomo statunitense sulla Luna entro la fine della decade. "Abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose, non perché sono facili, ma perché sono difficili", disse Kennedy. Sei anni dopo la sua morte questo obiettivo fu infatti raggiunto nel 1969.
Composizione dell'amministrazione Kennedy.
INCARICO NOME MANDATO
Presidente John F. Kennedy 1961-1963
Vice Presidente Lyndon B. Johnson 1961-1963
Segretario di Stato Dean Rusk 1961-1963
Segretario della Difesa Robert McNamara 1961-1963
Segretario del Tesoro C. Douglas Dillon 1961-1963
Procuratore Generale Robert F. Kennedy 1961-1963
Segretario degli Interni Stewart Udall 1961-1963
Segretario dell'Agricoltura Orville Freeman 1961-1963
Segretario al Commercio Luther H. Hodges 1961-1963
Segretario del Lavoro Arthur Goldberg
W. Willard Wirtz 1961-1962
1962-1963
Segretario della Salute Abraham A. Ribicoff
Anthony Celebrezze 1961-1962
1962-1963
Direttore generale delle Poste J. Edward Day
John A. Gronouski 1961-1963
1963
Capo di gabinetto (facente funzioni) Kenneth P. O'Donnell 1961-1963
Consiglieri e consulenti del Presidente: Ted Sorensen (speechwriter e avvocato); Arthur Schlesinger Jr. (storico); Arthur M. Okun (economista); James Tobin (economista); Adlai Stevenson II (politico e diplomatico).
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