La libertà è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica.
(Ignazio Silone)
La libertà di parola è, nel mondo moderno, considerata un concetto basilare nelle democrazie liberali. Il diritto alla libertà di parola non è tuttavia da considerarsi illimitato: i governi possono, sotto l'aiuto delle Nazioni Unite e dei Paesi che vi prendono parte, decidere di limitare particolari forme di espressione, come per esempio l'incitamento all'odio razziale, nazionale o religioso, oppure l'appello alla violenza contro un individuo o una comunità, che anche nel diritto italiano costituiscono reato.
Secondo il diritto internazionale, le limitazioni alla libertà di parola devono rispettare tre condizioni: devono essere specificate dalla legge, devono perseguire uno scopo riconosciuto come legittimo ed essere necessarie (ovvero proporzionate) al raggiungimento di quello scopo.
La libertà di stampa è una delle garanzie che ogni Stato di diritto, assieme agli organi d'informazione (giornali, radio, televisioni, provider internet) dovrebbe garantire ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare l'esistenza della libertà di parola e della stampa libera, con una serie di diritti estesi principalmente.
Il diritto di libera stampa comprende anche i membri delle agenzie di giornalismo, con le loro pubblicazioni, e si estende al diritto all'accesso ed alla raccolta d'informazioni (nonché alle procedure volte ad ottenere informazioni da comunicare al pubblico).
In Italia la libertà di stampa è sancita dall'Art. 21 della Costituzione. Anche come paese integrante dell'Unione europea l'Italia si impegna a rispettare il principio della libertà di stampa come sancito nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione, che riconosce la "libertà di espressione e d'informazione" (art. II-71). In paesi come Regno Unito, Irlanda, Australia e Canada, la libertà di stampa viene efficacemente rispettata in base al diritto consuetudinario (common law).
Rispetto all'accesso alle informazioni da esso possedute, un qualsiasi governo può decidere (in base alla costituzione ed alle leggi ordinarie o speciali inserite emanate dal legislatore) di non permettere la pubblica conoscenza di taluni documenti, adducendo motivi di protezione dell'interesse nazionale e della sicurezza nazionale. Tali documenti sono sottratti alla stampa ed al pubblico dei ricercatori in genere. La legge definisce i limiti e le prerogative del concetto di "interesse nazionale".
In puntata molto di più....
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