giovedì 26 dicembre 2024

26 DICEMBRE 2024 - SANTO STEFANO

 Tratto dal libro Il Reporter & il Detective di Marina L.Ferrero

Arrivai qualche minuto prima delle otto. Aprì la porta sorridendomi e mi avvolse in un abbraccio fraterno. Da adolescenti vedeva in me la sorella che non aveva. Quel venerdì fu come andare a trovare mio fratello. Nemmeno so bene che significhi, dato che sono figlia unica. Così lo percepii, lì sulla soglia con quel bel sorriso. Sarebbe stato un fratello fantastico.  


The Mississipi Mass Choir - God is keeping me

“Prendi un aperitivo?”,

“Un bianco. Secco e ghiacciato”,

“Assaggia questi stuzzichini che ho preparato”,

“Buonissimi. Devi passarmi la ricetta”,

“A mia sorella questo ed altro”,

“A mio fratello”, brindammo.

A tavola la conversazione si fece via via più impegnativa. Massimo e la sua misteriosa scomparsa. Giuliana, del tempo in cui erano fidanzati e di quando si erano lasciati.

“Sei stato tu o è stata lei?”,

“Lei. Influenzata dai suoi che mi consideravano un buono a nulla”,

“Ne eri molto innamorato?”,

“Si… Ho sofferto molto”,

“Ne sei ancora innamorato?”,

“Finché non l’ho rivista da sola ho creduto di si. Ieri ho capito che da tempo era solo una buona scusa per non affrontare una vera relazione”,

“Chissà se anche Marco aveva cambiato idea?”,

“Da quel poco che so credo di no. Si informava su di te, sempre in modo discreto, ma sapeva tutto o quasi. Ciò che facevi, dov’eri, se stavi con qualcuno. Andrea non te lo ha detto?”,

“Non abbiamo mai affrontato apertamente il discorso. Con lui provo …vergogna. Quella sera, voltai le spalle a tutti e due…”,

“Dovreste parlarne”,

“Prima o poi lo faremo”,

“Dovevi dirmi qualcosa a proposito di Marco…”,

“Un particolare sul nostro ultimo incontro. Il suo anello, quello con la testa di ariete, che portava sempre. Aveva rotto un pezzo. Una delle due corna si era recisa alla base. Mi disse che non lo avrebbe riparato perché non era più così tanto cornuto. Lo disse con rabbia”,

“Questo è importante. Ci sono altri dettagli che ti sono tornati in mente?”,

“Un finanziere italiano. Un faccendiere. Si spacciava per essere il nipote di un importante uomo d’affari, conosciuto e stimato da tutti. Scomparve all’improvviso, alla fine di luglio del 1990, lasciando dietro di sé, una lunga lista di persone truffate, almeno trecento, che gli avevano affidato capitali, pare per 90 miliardi di lire. Il caso finì su tutti i giornali. La truffa fu organizzata bene, come raccontava una delle vittime. Dopodiché nessuno parla più di lui”,

 “Interessante. Ma il nesso con Marco?”,

“Non con Marco, con Luca”,

“Con Luca?”,

“In quel periodo avevamo avviato le pratiche di divorzio e lui per risolvere la questione economica in fretta, rinunciò all’appartamento, chiedendomi di fare subito il passaggio di proprietà. Oltre ad una considerevole somma di denaro. Accettai, un po’ sconcertata dalla sua generosità, che andava molto oltre le mie richieste. In seguito, seppi che aveva venduto tutti gli immobili per fare investimenti finanziari. In Brasile. Si era inserito in un giro di finanzieri internazionali e sperava di riuscire a mettere su un’impresa per conto suo. Un banchiere italiano lo aveva coinvolto. Dopo il divorzio, solo rare telefonate. Aveva cambiato lavoro. Non parlò più dei progetti brasiliani, che credo siano finiti in fumo, insieme ai soldi”,

“Conosci il nome del banchiere?”,

“So solo che era un italiano sulla sessantina. Un uomo molto stimato”,

“In quale banca lavorava?”,

“Mi disse lo stretto necessario per convincermi ad accettare senza fare troppe domande. Credo fosse per questo che mi offrì tutto quel denaro”,

“Perché pensi ci possa essere un nesso con Marco?”,

“Perché ho collegato questo fatto alle telefonate da Belem”,

“Probabilmente, fra le due cose c’è. Con Marco non so”,

 “Caffè?”.

Mentre chiacchieravamo Paolo accennò ad un nuovo amico.

“Sei diversa dall’ultima volta. C’è qualche novità?”, mi chiese allusivo,

“Sto ricominciando a vivere. La gioia delle piccole cose. Come dire…”,

“E come dire… ha anche un nome?”,

“Si chiama Maurice. Un collega con cui ho lavorato gomito a gomito per anni. Non solo lui, anche altri. Gente che mi invita a cena, a passare serate in allegria”,

“E questo amico è solo un confidente?”,

“Non proprio”, dissi ridendo,

“Così ci credo di più. Sembri la stessa di tanto tempo fa…. Ti presenterò il mio amico. Sembrati fatti l’uno per l’altra”,

“Non ti ci mettere anche tu per favore”,

“Perché vuoi rimanere zitella?”,

“Ecco, parli come Lina, la mia governante che vuole trovarmi un marito a tutti i costi. Sono una divorziata non una zitella, uffa”,

“Il mio amico ti piacerà. Simpatico, un po’ canaglia... L’altra metà del cielo. Si, si, te lo presenterò. Viene per Natale”,

“Dov’è adesso?”,

“Di preciso non so, è sempre in giro per il mondo. E’ un collega”,

“Fisicamente com’è? Attempato e cadente, ma molto intelligente?”,

“Alto, biondo, occhi azzurri. Un figo incredibile”,

“Bugiardo. Basso, tozzo, con la pancia e quasi calvo. Confessa”,

“Quando te lo presenterò, ti ricrederai donna di poca fede”.

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